mercoledì, Gennaio 8, 2025
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AGGREDITO NELLA SUA CHIESA: DON PATRICIELLO SALVATO DALL’INTERVENTO DELLA SCORTA

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E’ successo tutto all’improvviso, Domenica scorsa. Don Patriciello era nella Parrocchia intento alle sue attività. Fuori la chiesa e all’interno, seduti tra i banchi, si erano distribuiti i suoi “Angeli” della scorta di polizia. D’un tratto entra in Chiesa un uomo anziano e si dirige verso il “prete anticamorra”. Ha in tasca un coltello di grosse dimensioni che fa fatica a nascondere. La scorta intuisce prontamente il pericolo e blocca l’uomo armato prima che abbia raggiunto la sua vittima predestinata. Si tratta di un 74 enne, tal Vittorio De Luca, prontamente immobilizzato dai poliziotti di scorta, che risulta essere il suocero del Boss della malavita locale, Domenico Ciccarelli; attualmente in stato di fermo di polizia per le ripetute minacce proprio contro il Parroco del Parco Verde.

Patriciello quasi non si accorge dell’accaduto per la grande rapidità in cui si é consumato il tentativo di aggressione all’interno della parrocchia di San Paolo Apostolo.

Il Parroco resta tuttavia sereno perché consapevole che lo stato non lo abbandona. Piuttosto lo protegge efficacemente in ogni momento della sua giornata.

Malgrado lo scampato pericolo, la situazione é molto inquietante. La Prefettura di Napoli e il Prefetto dr. Michele Di Bari, seguono costantemente l’evoluzione della grave problematica di ordine pubblico, tant’é che si sta valutando l’ipotesi di disporre un rafforzamento della protezione di polizia per Don Patriciello.

Questo elemento sembra diventare necessario, anche alla luce di quest’ultimo episodio fortunatamente sventato ma, soprattutto, a seguito delle recenti “esternazioni deliranti” del Presidente della Giunta Regionale della Campania, De Luca, che aveva avuto parole poco dignitose e sferzanti all’indirizzo di Don Patriciello, paragonandolo pubblicamente a Pippo Baudo per il suo “presenzialismo” nelle vicende di Caivano e per gli atteggiamenti a suo dire “compiacenti” nei confronti della Premier, per quanto il Governo stava realizzando nel Parco Verde. Facendo finta di dimenticare che era stata proprio una iniziativa del prelato, quella di rappresentare e denunciare lo scorso Agosto alla Premier Meloni la situazione drammatica vissuta nel Parco Verde e a dar luogo a tutte le iniziative successive di recupero e ristrutturazione del complesso sportivo e quant’altro vandalizzato e reso inagibile nel comprensorio di case popolari di Caivano.

Altro che Pippo Baudo con tanto di frangetta, il buon Parroco faceva in un’ora ciò che il Presidente della Regione non é riuscito o non ha inteso fare in quasi dieci anni di suo governo della Campania. Ma facendo molto di più: arrivando con livore inconcepibile a “rosicare” contro il Parroco in maniera volgare e pericolosa e contro la Premier Meloni che, al contrario ed efficacemente, ha inteso immediatamente intervenire, ponendo fine al disinteresse  anzi, alla più totale strafottenza di chi avrebbe potuto e dovuto far qualcosa…..e non lo ha fatto!

E fin qui la questione si pone in termini politici per il disinteresse delle Istituzioni locali rispetto ad una vicenda fin troppo grave, con preoccupanti rigurgiti criminali,  lasciata inopinatamente incancrenire per troppo tempo, malgrado i ripetuti e accorati appelli del parroco anti-camorra.

Ma le accuse a Don Patriciello e gli sfottò, piovuti sul prelato da un esponente di primo piano delle Istituzioni regionali, rappresentano un episodio gravissimo che non può non essere stigmatizzato e condannato con fermezza. Offendere un uomo sottoposto a misure di tutela personale da parte dell’Autorità Giudiziaria a causa delle gravi e continuate minacce della criminalità organizzata alla sua incolumità personale, costituiscono  una vigliaccheria gratuita e fuor di luogo. Oltre alla pericolosità di tali affermazioni, rivolte ad una persona, un sacerdote, che rischia ogni giorno la sua vita nell’impresa titanica di ostacolare i mille volti e i tentacoli della criminalità organizzata.

Ma questo a De Luca pare proprio non importare. Non a caso il “nostro” é universalmente riconosciuto come “lo Sceriffo” e nessuno può pensare di mettere in discussione la sua autorità. E tanto meno le sue dichiarazioni televisive o le esternazioni urbi et orbi.

UNA NUOVA INIZIATIVA DEL MOVIMENTO POLITICO “INDIPENDENZA” PER LA RIMOZIONE DELLE ECOBALLE DI RIFIUTI ANCORA “PARCHEGGIATE” A GIUGLIANO E IN ALTRI SITI DEL TERRITORIO CAMPANO

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RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO POLITICO “INDIPENDENZA” CHE ANNUNCIA UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE POLITICA (GLI STATI GENERALI DELL’AMBIENTE) PER DENUNCIARE I FALLIMENTI DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA IN ORDINE AI DISASTRI AMBIENTALI SUL TERRITORIO METROPOLITANO DI NAPOLI ED ALTRI SITI DELLA REGIONE CAMPANIA.

 

 

STATI GENERALI DELL’AMBIENTE.

PRESIDIO E CONFERENZA STAMPA del movimento INDIPENDENZA
mercoledi 12 Giugno ore 11.00 in piazzale Tecchio, a Fuorigrotta.

DOPO NOVE ANNI DI GOVERNO DE LUCA LE ECOBALLE SONO ANCORA QUI
Taglialatela (INDIPENDENZA)
Mercoledi mattina saremo all’ingresso della Mostra d’Oltremare per denunciare i fallimenti della Giunta Regionale in tema di bonifiche e di tutela del territorio.
“non consentiremo al governatore degli insulti e delle bugie di celebrare fantomatici successi quando dopo nove anni di suo governo oltre l’80% delle ecoballe depositate da Bassolino (oltre 4milioni di tonnellate) continuano ad avvelenare le nostre campagne.”

NAPOLI E IL SUD ITALIA AL CENTRO DELLE POLITICHE DI SVILUPPO DEL MEDITERRANEO.

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Napoli e il Mezzogiorno d’Italia sono fondamentali nell’idea di sviluppo condiviso delle aree del Mediterraneo, quelle come la città partenopea che genera un turismo oggi triplicato rispetto all’era pre covid. Ce lo ha sempre ricordato e continua a farlo l’economista Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano con delega al made in Italy: Oltre a essere area centrale per i corridoi energetici, basti pensare al progetto Eastmed o anche al raddoppio del Tap, il Sud è destinato a essere hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.  Ma questo elemento non lo dico solo io da tempo, ma lo ha addirittura certificato il ‘Libro bianco sul Mezzogiorno’ a cura di The European House Ambrosetti in occasione del forum Verso Sud”.

In effetti, dopo che l’Italia e buona parte dell’Europa si è liberata del lazzo russo sul gas, si è aperta una nuova stagione nella quale il Mediterraneo diventa un enorme hub industriale dove coltivare la definitiva indipendenza dell’Europa dalle fonti energetiche insanguinate provenienti da est. Per questo lo sguardo è stato rivolto a sud del mondo. “Il meridione d’Italia, nel suo insieme – continua il noto economista – rappresenta la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo, cosa che tradotta in numeri sta a significare che qui si produce il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia, se consideriamo il 2022”.  “Ovviamente – ricorda il prof. Lepre – ci sono margini di crescita notevoli per utilizzare fonti come energia eolica e solare. Bisogna però investire nel potenziamento dei corridoi che collegano l’Italia e il Sud, privilegiando infrastrutture in grado di incorporare nel medio periodo l’idrogeno verde”. Il prof. Lepre ha poi rimarcato: “Altra grande carta da giocare è l’economia del mare, che al Sud conta più di 110 mila imprese, il 48,8% del totale nazionale, più di 332 mila occupati, in numeri il 36,4% del totale nazionale, e genera 15,7 miliardi di euro di valore aggiunto, in pratica il 30% del totale nazionale. E’ scontato che alle istituzioni centrali e locali è demandato il compito di mettere a frutto queste grandi potenzialità per rilanciare il Mezzogiorno, mettendo a regime quello che già esiste in quella famosa agenda per il Sud, ma soprattutto facendo sintesi tra lo straordinario lavoro del governo Meloni, e la gestione territoriale delle regioni meridionali.

UN VENTO FRESCO DI DESTRA SULL’ EUROPA SPAZZA MACRON E SCHOLZ. Ridimensionati liberali, socialisti e verdi europei. Tiene il Partito popolare. Difficile la composizione di una maggioranza in UE senza le destre e i conservatori.

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Un vero tsunami ha colpito l’Europa politica in una notte tutto sommato prevedibile, ma mai così scioccante e devastante. Salta Macron in Francia che vede travolgere il suo “Renaissance” (o Repubblique en marche) dalla destra di Marie le Pen e Jordan Bardella con il loro Rassemblement National, che arriva a doppiare i voti del partito liberale del Presidente Francese. La botta é troppo forte e al povero Macron non rimane altro che sciogliere il Parlamento francese e indire nuove elezioni legislative per la fine di Giugno. In un estremo tentativo di salvare il salvabile e sperare in un repentino cambio di opinione dei francesi, magari grazie al secondo turno previsto dalla legge elettorale d’oltralpe che favorisce le “ammucchiate elettorali dell’ultimo minuto dei cosiddetti disperati”.

Ma anche il Primo ministro Socialdemocratico Scholz in Germania, viene “disarcionato” dalla furia travolgente del voto delle destre europee e raccoglie solo il 13,5 dei consensi al SPD. Un risultato storico perchè l’ultra destra dell’AFD supera il partito del Cancelliere tedesco relegandolo al terzo posto con una batosta fragorosa che mette in seria discussione il proseguimento della legislatura a guida socialdemocratica.

La storia si ripete anche in Belgio con le dimissioni del Premier De Croo che incassa con il suo partito liberale una sonora bocciatura sia alle elezioni europee e sia alle concomitanti elezioni legislative. De Croo, in lacrime, annuncia la sua uscita di scena, dopo essere stato sommerso dei voti del partito di estrema destra Vlaams Belang che ha raccolto il 20% dei consensi a danno proprio del dimissionario De Croo.

Ma il vento di destra non risparmia proprio nessuno dei leader europei fedeli alla coalizione che ha guidato la Commissione Europea sino a queste nuove elezioni continentali. La cosiddetta maggioranza “Ursula”.

E concludiamo con l’Italia. La maggioranza politica che sostiene il Governo Meloni ha ricevuto un soddisfacente risultato elettorale con Fratelli d’Italia che quasi si attesta al 30 per cento (28,80 %), Forza Italia che sfiora il 10% dei voti (9,63) e la Lega che supera il 9 % (9,03). Non solo tiene la Maggioranza di Centro Destra ma migliora addirittura la propria performance elettorale, regalando stabilità al Paese e più forza in Europa per incidere maggiormente e più efficacemente, scongiurando la iattura di politiche demagogiche e ultra ideologiche dello schieramento progressista (uscito dal voto europeo fortemente ridimensionato), dirette esclusivamente nella direzione di un ambientalismo esasperato, forsennato e dannoso per l’economia del vecchio continente, il suo popolo, i suoi lavoratori.

NON SI CONTANO PIU’ I RICONOSCIMENTI E I RISULTATI DELL’AZIONE DI GOVERNO. E, ALLA SINISTRA DISPERATA, NON RIMANE CHE “DEMOLIRE” IL PAESE..

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Kenya's President William Ruto delivers a speech during a plenary session at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, on November 21, 2023. (Photo by FREDERICK FLORIN / AFP) (Photo by FREDERICK FLORIN/AFP via Getty Images)

“Campo Sud” lo sostiene da tempo. Lo abbiamo scritto e ripetuto più volte: la sinistra italiana é sull’orlo di un tracollo nervoso e psicologico molto grave e, riteniamo, irreversibile.

Le elezioni europee, come sappiamo, si giocano sul terreno del sistema proporzionale puro, con una soglia minima del 4% dei consensi che ogni partito, presentatosi alla competizione elettorale, deve necessariamente superare per ottenere un minimo di seggi al Parlamento Europeo. Ciò comporta che tutti questi partiti siano impegnati sino all’esaurimento a colpire e denigrare, attaccare e “smontare” le proposte politiche e i programmi dell’altro, indipendentemente dallo schieramento. L’un contro l’altro armato per la conquista delle agognate preferenze.  Insomma, é una autentica lotta tra  “titani della politica” ma anche una sottile e feroce lotta fratricida tra partiti grandi e piccoli del medesimo schieramento. Si pensi per un attimo alla competizione che é in corso a sinistra tra i piccoli gruppi guidati rispettivamente da Renzi ( Lista Stati Uniti d’Europa),  Calenda (Lista Azione) e Fratoianni (Lista Alleanza Verdi e Sinistra)  che concorrono per il raggiungimento di quel 4%, che forse raggiungerà uno solo tra questi partiti minori. E poi la lotta senza quartiere tra i gruppi politici più rappresentativi dello schieramento della sinistra, quali il PD e i 5 Stelle. Entrambi impegnati a superare “l’alleato” in termini di voti e percentuali. Impegno duro e senza esclusione di colpi. Anche molto bassi.

Ma mentre é in corso questa lotta fratricida all’interno dei partiti della sinistra, non si molla di un metro la contestazione a 360 gradi contro il Governo Meloni e tutti i partiti del Centro Destra. Coalizione che, ad onor del vero, sembra più interessata a far campagna elettorale che a rispondere a provocazioni continue e deliranti di “quell’Armata Brancaleone” dei cosiddetti progressisti, buttate sul tavolo della polemica politica a ritmo forsennato e ripetitivo, insulso e strumentale (come da copione!).

E’ certo normale e comprensibile, per una compagine di opposizione, cavalcare ogni opportunità gli si presenti per contestare Governo e Ministri, scelte politiche e provvedimenti legislativi adottati dall’Esecutivo. Ciò costituisce l’essenza stessa del “gioco politico” tra maggioranza e opposizione. Ma diventa certamente incomprensibile e oltremodo ingiustificato cambiare le carte in tavola e rappresentare in maniera falsa e distorte le risultanze oggettive di Enti certificatori, Istituti di studio e approfondimento politico, Istituti di Statistica e Agenzie di Rating internazionali o anche l’Istituto di Studi Economici della Banca d’Italia che, ripetutamente in queste ultime settimane, hanno pubblicato ufficialmente i dati socio-economici più che lusinghieri ottenuti dal nostro Paese nell’anno trascorso e in questi primi 5 mesi del 2014.

Partiamo dai dati incontrovertibili forniti dalla Agenzia di Rating anglo-americana “FITCH” che solo in data 3 Maggio scorso diffondeva le sue valutazioni di ordine tecnico-finanziario sullo stato di salute della nostra economia, confermando la triplice B (BBB) con Outlook stabile, in perfetta sintonia con le altre Agenzie Internazionali (Moody’s e  Standard & Poor’s). Risultato più che apprezzabile per il Governo Italiano, nonostante le fibrillazioni e le ovvie difficoltà recentemente subite dai costi spropositati del debito prodotto dai Superbonus edilizi 110% (oltre 220 miliardi di euro di esborsi per l’erario sotto forma di detrazioni fiscali) che ha letteralmente svuotato le casse dello Stato. Oltre, naturalmente, alle forti ripercussioni socio-economiche prodotte da due conflitti in piena evoluzione nell’Europa dell’Est e nel bacino sud orientale del Mediterraneo.

Ma “FITCH” ha avuto l’opportunità di esprimere soddisfazione nei confronti dell’Italia anche per i risultati ottenuti in termini di contenimento dell’inflazione (Paese dell’area Euro con il tasso di inflazione più basso); per l’adozione di politiche di detassazione con il taglio del cosiddetto “cuneo fiscale” che ha restituito maggiore liquidità ai cittadini più svantaggiati economicamente; per gli ottimi risultati conseguiti nella rimodulazione e modalità di gestione dei fondi europei del P.N.R.R. che ha già prodotto l’accredito di oltre 100 miliardi di Euro di finanziamento (pari alla metà dei fondi europei assegnati al nostro Paese, di cui 45 già spesi) e quant’altro ancora evidenziato dall’Agenzia di Rating internazionale.

Ma, se non bastasse, anche il Governatore della Banca d’Italia nella sua relazione annuale sullo stato di salute dell’economia del nostro Paese ha evidenziato una vitalità confortante di tutti gli indicatori macro-economici riferiti all’Italia, con particolare riferimento alle performance di crescita delle regioni del Mezzogiorno. Registrando una inversione di tendenza, rispetto agli ultimi decenni, grazie al dato oggettivo della forte ripresa delle esportazioni e degli investimenti. Segnali significativi di una ristrutturazione necessaria del sistema produttivo con una forte capacità di competere sui mercati internazionali. L’Italia, ha concluso il Governatore, non é condannata alla stagnazione. Tutt’altro. La forte ripresa dell’economia italiana in questo anno é stata superiore alle previsioni, anche rispetto agli altri Paesi dell’area Euro. E per la prima volta il Mezzogiorno ha contribuito a questo risultato virtuoso in maniera significativa, forte anche delle iniziative messe in campo dall’Esecutivo con una intensa azione di sostegno del tessuto produttivo delle regioni meridionali. (Istituzione ZES Unica per tutto il territorio del Sud Italia; sostegni all’export; finanziamenti per l’ammodernamento dei porti; recupero delle realtà produttive del mezzogiorno come la ex Whirpool di Ponticelli e la riconversione degli stabilimenti per produzioni e componenti green; bonifiche e riqualificazione urbana di interi comprensori degradati delle periferie meridionali con coinvolgimento delle Università e di Centri di ricerca e alta formazione per i giovani residenti (modello Caivano).

Potremmo anche ricordare le ultimissime ed inconfutabili  risultanze sul mercato del lavoro in Italia fornite dall’ISTAT che delineano una situazione più che confortante in riferimento al notevole incremento dell’occupazione in Italia nello scorso anno e in questi primi 5 mesi del 2024. Dati storici e assolutamente virtuosi raggiunti solo dall’Italia in questo periodo eccezionale di “Cura Meloni”. Ma non vogliamo infierire più di tanto su una banda di irresponsabili e di mistificatori di sinistra, preoccupati solo di disconoscere e denigrare questi dati incontrovertibili raggiunti dall’Esecutivo di Centro Destra che governa in maniera eccellente il nostro Paese, inanellando risultati significativi in ogni giornata del suo prezioso lavoro. Una sinistra al collasso o, se volete, alla canna del gas, che non riesce più ad esprimere un solo concetto politico o uno straccio di proposta alternativa all’azione di governo che non sia la “demolizione sistematica e demagogica” delle scelte governative. Con un accanimento e un livore che si ripercuotono sulla convivenza civile e con il prestigio del nostro Paese a livello internazionale. Ma per costoro vale solo il proverbio : “Tanto peggio, tanto Meglio.”

 

 

 

L’ARIA CHE TIRA E LE ELEZIONI EUROPEE.

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Un clima strano sta caratterizzando queste ultime ore prima della
apertura dei seggi l’otto ed il nove giugno per le elezioni europee.
C’è in giro un senso di apatia, di disinteresse, di mancata voglia di recarsi
alle urne.
I cittadini non sentono assolutamente vicina ai propri interessi quella
istituzione, quel Parlamento europeo che legifera sulle cose più curiose e
tralascia sempre i grossi problemi.
Tutti ridiamo e stigmatizziamo sulle norme che regolano il raggio di
curvatura degli zucchini o la dimensione delle cozze.
Tutti ci rendiamo conto dell’assurdo delle due sedi, Bruxelles e
Strasburgo, con grossi Tir che trasportano due volte alla settimana casse
di documenti dall’una all’altra città.
Tutto questo incide sul disinteresse e sulla volontà di non recarsi alle
urne.
Lamentarsi, criticare, spesso ridere, non è sbagliato, ma proprio per
questo è necessario andare a votare.
Votare per fare in modo che qualcosa cambi.
Votare per evitare che dettino legge burocrati mediocri paracadutati nella
Commissione non avendo spazio nella loro realtà nazionale.
Solo con una massiccia partecipazione al voto si potrà sperare che si abbia
una inversione di tendenza.
Gli stessi eletti dei vari partiti capiranno che il loro seggio non serve solo
per avere un ricco emolumento ma anche per incidere sulle sorti reali
dell’Europa.
Non è certo l’Europa delle Patrie sognata da de Gaulle, non è l’Europa
Nazione sognata da Jean Thiriart, ma è sempre quel continente dove
viviamo, dove lavoriamo, dove crescono i nostri figli.

Continuare a disinteressarsene dati i suoi enormi difetti e dato il ridicolo
di certe leggi non fa altro che dare spazio a chi ha tutto l’interesse a che
nulla cambi.
Perciò, qualunque sia l’idea o il partito di riferimento, solo andando a
votare si potrà sperare in un parlamento europeo diverso dall’attuale, con
capacità di impegno e di azioni propositive.

QUANDO LITIGANO I MUGNAI FATE ATTENZIONE ALLA FARINA.

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Che Vincenzo De Luca sia ormai un fenomeno da baraccone alla Vannacci è cosa nota, ma che anche Giorgia Meloni inizi a gigionare è sinceramente molto preoccupante. Potrebbe essere delirio di onnipotenza, crisi di potere, il potere che logora chi rischia di non averlo più, quasi una demenza senile per lo sceriffo. La st**”za (cit. di quell’insultocratico di Vicienzo) che risponde per le rime fa ridere, rodere e godere, ma se da qua si parte per ingaggiare una battaglia ad personam la cosa inizia seriamente a preoccupare. Per fatti e personaggi.
È notizia fresca che da Palazzo Chigi sia partita una informativa destinata all’Antimafia volta a fare chiarezza su presunte irregolarità di alcune – a leggere, la maggior parte – domande (e relative assunzioni) da parte di immigrati per motivi lavorativi – la locuzione fa ridere in un Paese che ha scambiato il reddito di cittadinanza per occupazione- e in una zona specifica dello Stivale – la Campania – dove l’atavica mancanza di lavoro va a braccetto col Vesuvio, la pizza e il mandolino a comporre una “interessata” cartolina. Nel linguaggio perennemente elettorale, che ha tristemente sostituito quello politico, significa Meloni contro De Luca. Atto terzo, ma non ultimo. “Significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i “decreti flussi” sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per “pratica”).
L’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del “Decreto Flussi” proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo” si legge sul sito istituzionale del Governo.
Al netto dei dati snocciolati a proprio uso e consumo, quanto appare è proprio la “guerra dei fessi” con conseguenziale vittoria di Pirro, per l’uno e per l’altra: l’una non vede l’ora di mettere in relazione De Luca che fa la “pastetta” con clandestini e persino con la malavita che fa affari d’oro, mentre l’altro gongola perché se subiamo l’immigrazione, aggiungiamo pure clandestina, incontrollata e incontrastata è colpa (degli amici) del governo, visto che la responsabilità è di Ministro dell’Interno, Prefetto e Questore. Insomma, il classico ping-pong di responsabilità istituzionali all’Italiana. Solo che tra (poca) diplomazia, risposte al vetriolo, rilanci in politichese e arzigogoli vari, buoni solo se fossimo stati in un teatrino di basso rango e per la prima e l’ultima volta, le città e le province ormai sono invase da falangi di giovani, perlopiù di sesso maschile, in età militare che bivaccano ovunque, annoiati, nullafacenti, dimenticati e che devono pur mangiare, oltre che sollazzarsi. Sintetizzando, delinquono per mangiare, per svago, per necessità, per spasso. Parliamo di facile manovalanza per la malavita in quanto a spaccio – quindi, vendita di morte – o di delinquenza quali furti, rapina, omicidi. Parliamo dello strapotere che la Camorra riesce ad incamerare. Parliamo di un antistato che riesce a crescere e a impossessarsi di intere in zone di territorio grazie all’assenza dello Stato e delle istituzioni. Cioè degli stessi Meloni e De Luca. Parliamo delle periferie da San Giovanni, Barra, Ponticelli a Scampia e Secondigliano. Parliamo del centro storico come dei quartieri “alti”, quelli tutti Rolex e Ztl. Parliamo di Caivano, dove addirittura c’è un altro stato. Un terzo. Per conto terzi: la Chiesa. Che dà fastidio a De Luca che ha abbandonato quel territorio, dove Meloni cerca consensi. Con senso.
In mezzo a tutta questa commedia, nel senso napoletano di “litigio”, a subire tutte queste tarantelle c’è il popolo, ci sono i contribuenti ridotti a tristi spettatori del più pessimo spettacolo, ci sono gli elettori che dovrebbero sentirsi rappresentati da costoro e che, se va bene – per loro – si trasformano in acefali tifosi. Se dovesse andar male… saranno in netta minoranza e, quindi, non contano. Proprio come quelli che alle elezioni sono i primi a smettere di contare i consensi.
Intanto, non c’è una scuola politica che formi i nuovi De Luca. Non c’è un partito, ancor più grave se di governo, che riesca a contrapporre qualcuno a De Luca. O almeno creare un anti-De Luca. Presto, ovvero subito dopo le elezioni, il sipario calerà, i toni si smorzeranno, la guerra conoscerà una tregua, mentre abitanti e territori continueranno a subire. Persino il loro silenzio. Complice. Complici.

LA NAPOLI DA DISCIPLINARE: E’ LOTTA AI TAVOLINI SELVAGGI, NON AI TAVOLINI DEGLI ESERCIZI PUBBLICI.

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 Tavolini selvaggi: Gianni Lepre, “Una cosa è l’uso, un’altra l’abuso”

NAPOLI – Con un affluenza turistica record, Napoli esprime anche un altro primato che è quello, manco a dirlo, dei piccoli grandi abusi che condizionano negativamente la vivibilità e il decoro della città. Ma Napoli è anche questa nella sua globale immensità e unicità.

Una delle criticità più affrontate dall’Ente locale è sicuramente la lotta ai cosiddetti tavolini selvaggi, come anche a tutte quelle strutture di ricettività installate dai locali commerciali senza nessuna autorizzazione. Sotto questo profilo il Comune di Napoli sta lottando costantemente per portare un pò di ordine e di decoro in una città che, per forza di cose, si è turistificata. Sulla questione è sceso in campo anche l’economista Gianni Lepre: “Il Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico approvato dalla Giunta Comunale di Napoli, e che dovrà essere sottoposto alla votazione del Consiglio nel mese di giugno, dovrebbe dire la parola fine all’annosa questione del tavolino selvaggio. C’è però da sottolineare – ha poi continuato il prof. Lepre – tre elementi positivi. Il primo consiste nel fatto che il regolamento promosso dall’Assessore Armato nasce da un preventivo confronto con le associazioni di categoria e non ‘piove’ dall’alto; poi è incoraggiante che il Comune sembra muoversi in sintonia istituzionale con il Governo, impegnato con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a garantire la compatibilità di decoro urbano e dehors. L’elemento positivo più importante, a mio parere, è tuttavia il terzo: non si fa la guerra ai tavolini in generale, ma si cerca di disciplinare le tipologie di dehor, dai limiti di occupazione dello spazio pubblico al superamento delle barriere architettoniche”. Il noto economista che tra l’altro è consigliere del ministro Sangiuliano con delega al Made in Italy e alle PMI ha poi concluso: “Al di là dei dettagli che dovranno essere limati, è importante non pensare di tornare indietro, cancellando norme efficaci. Un’arteria centrale come via Duomo, ad esempio, è tornata vitale con i dehors e ovviamente con il crescere dei flussi turistici. Normarne l’uso è una cosa, proibirlo un’altra; in pratica ciò che si chiede è utilizzare spazi, non abusarne”.

ANNA MARIA COLAO: UNA ECCELLENZA DELLA MEDICINA MONDIALE DI CUI ANDARE FIERI !!

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Troppo spesso registriamo con amarezza la fuga dei nostri migliori
cervelli.
Le cause? Le retribuzioni non sempre all’altezza, il sistema di
reclutamento, specie nelle nostre Università, regolato più dal familismo che dal
merito, il desiderio di affrontare sfide più difficili, ancora impossibili in Italia.
Ma questa volta abbiamo il piacere di parlare di una eccellenza tutta
napoletana.
Si tratta della Professoressa Annamaria Colao, una scienziata ai vertici
della comunità mondiale.
Annamaria Colao entra nell’Olimpo dei migliori scienziati di medicina
classificandosi tra le prime cinque donne del mondo, prima nel campo
della endocrinologia ed unica donna della nostra regione in posizione di
vertice.
Qualche nota per rimarcarne il valore
E’ stata la prima donna a presiedere la Società Italiana di endocrinologia,
in un settore da sempre dominato dagli uomini.
Si è sempre battuta non solo nella ricerca ma anche nella promozione
della uguaglianza di genere.
Professoressa ordinaria di Endocrinologia nella Università Federico
secondo, ha reso l’unità che dirige punto di riferimento mondiale.
Tra i suoi successi il centro di eccellenza europeo per la lotta alla obesità,
quello per le malattie endocrine rare, quello per il trattamento
dell’ormone della crescita.
Che dire? Può bastare il nostro GRAZIE incondizionato e riconoscente  per il suo impegno, la sua passione, la sua competenza in un campo così delicato e fondamentale per la salute di tutti noi? E cosa fanno le nostre Istituzioni locali e nazionali per incoraggiare e promuovere a tutti i livelli il lavoro spesso oscuro ma altrettanto essenziale per la ricerca in campo medico, condotto nella nostra città con scrupolo, capacità indiscutibili e dedizione encomiabile?

Chi ha la fortuna di poter avere queste eccellenze deve andarne fiero e non può che le elevarle ad esempio delle giovani generazioni di medici, scienziati e ricercatori. Nell’interesse del nostro territorio. Nell’interesse del nostro Paese e dei suoi cittadini.

CONTINUA L’ATTENZIONE DEL GOVERNO VERSO IL MONDO DELLA SCUOLA.

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Un importante pacchetto di proposte presentato dal ministro
dell’Istruzione Valditara è stato di recente approvato in Consiglio dei
Ministri, ma ha avuto poca eco sulla cosiddetta grande stampa.
Eppure si tratta di una serie di provvedimenti che tendono a
migliorare la condizione della scuola italiana.
In primo luogo viene affrontato il problema degli alunni stranieri,
sempre più numerosi in alcune zone della nazione.
Nessuna preclusione, nessuna ghettizzazione, anzi vengono prese
delle misure per la loro integrazione. Nelle classi infatti nelle quali il
numero degli alunni di origine straniera supera il venticinque percento ed
i ragazzi mostrano notevoli carenze nella conoscenza della lingua verrà
assegnato un docente adeguatamente formato che avrà il compito di
fungere da supporto per i colleghi con lezioni ed attività di
potenziamento.
In questo quadro viene prevista quindi anche una operazione di
rimodulazione degli organici.
Altro argomento affrontato dal ministro è quello relativo al
sostegno. Troppo speso arrivano nelle scuole insegnanti di sostegno non
adeguatamente formati o con specializzazioni vaghe e non coerenti con i
bisogni di alcuni alunni portatori di handicap.
Sono circa ottantacinquemila i docenti di sostegno precari e tutti
hanno bisogno di specializzazione. Per loro ad integrazione dell’offerta
formativa delle università verranno istituiti percorsi organizzati dall’Indire,
un ente finalizzato per statuto e per costituzione alla formazione del
personale docente.
Sempre in riferimento alla necessità di assicurare una doverosa e
funzionale assistenza all’alunno portatore di handicap si potrà poi
prescindere dalle logiche dell’organico per garantire la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico, qualora fosse richiesto dalla famiglia dell’alunno.

Come si vede l’impegno del ministro è notevole nei due settori dove la
scuola ha finora mostrato più carenze e più difficoltà: minori di origine
straniera, alunni con problemi di handicap.