martedì, Gennaio 7, 2025
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CAMPO SUD SUPPORTA E SPONSORIZZA IL PROGETTO “FIRMA IL MURO, NON L’OPERA D’ARTE”. PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI.

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È con immenso piacere e grande entusiasmo che il nostro giornale online “Campo Sud Quotidiano” annuncia la collaborazione e la sponsorizzazione di un progetto di grande impatto sociale e culturale, mirato a promuovere il rispetto delle opere d’arte del nostro Paese, attraverso la tutela e il monitoraggio continuo delle sedi museali grandi e piccole, disseminate copiosamente lungo lo stivale.

Uno degli aspetti più ricorrenti, o se volete, la problematica più diffusa e di difficile contenimento, è certamente quella della vandalizzazione sconsiderata e aggressiva dei nostri siti artistici. Giovani ecologisti, artisti di strada con i loro graffiti, turisti inconsapevoli, aggrediscono ogni giorno il nostro patrimonio artistico partendo proprio dai siti museali più vulnerabili, procurando danni talvolta irreparabili o fortemente costosi per le indispensabili opere di restauro e ripristino del bene artistico danneggiato o deturpato.

Si tratta di un fenomeno in forte crescita in Italia, anche per lo sterminato numero di siti museali o di opere d’arte presenti nelle piazze delle nostre città, a cui non si riesce a porre un argine efficace.

Il progetto messo a punto dalla ONLUS “IOSCLERO.IT” per i malati di sclerosi multipla, attiva sul territorio nazionale, ma con sede nella città di Napoli, ha proprio la finalità di creare uno strumento di tutela delle opere artistiche e museali italiane attraverso modalità e supporti informatici che possano controllare, arginare e impedire sul nascere siffatti comportamenti illeciti e fortemente censurabili.

Il progetto prevede, soprattutto, l’installazione di appositi schermi o pannelli interattivi chiamati “IL MURO” ove i visitatori dei siti museali possono lasciare messaggi, realizzare murales, fornire indicazioni o suggerimenti. In tal modo si consente anche di monitorare il numero delle presenze dei visitatori per ogni sito museale, mantenendo l’assoluta privacy di ciascun visitatore.

Le migliaia di possibilità di utilizzo del mondo virtuale o della cosiddetta “realtà aumentata” possono arricchire ulteriormente l’offerta turistico culturale e la curiosità dei visitatori, offrendo gratuitamente tour virtuali, approfondimenti interattivi e ricostruzioni storiche in tempo reale.

Il titolo della campagna/progetto “Firma il muro, non l’opera d’arte”, come detto, nasce dalla necessità, fortemente avvertita, di tutelare adeguatamente i beni culturali del nostro territorio, arricchendo i siti museali con strumenti interattivi di nuova generazione che possono consentire efficacemente il raggiungimento di tali obiettivi.

Campo Sud Quotidiano terrà costantemente aggiornati i lettori sugli sviluppi del progetto/campagna; favorirà la ricerca di partner istituzionali per arricchire il progetto; testate giornalistiche; enti pubblici e privati; associazioni culturali, ONLUS che operano nel campo sociale o dei beni culturali; Fondazioni;  privati cittadini che volessero offrire la loro personale collaborazione.

Ringraziamo l’amico e collega giornalista Luciano Auriemma, redattore di questo giornale, che ha inteso coinvolgere la nostra testata in questo progetto/campagna messo a punto e promosso proprio da Auriemma nella sua qualità di Presidente della ONLUS “IOSCLERO.IT” per malati di sclerosi multipla.

Di seguito pubblichiamo la presentazione del progetto “Firma il muro, non l’opera d’arte” per la tutela dei beni culturali.

La redazione di Campo Sud.

Titolo della Campagna:

“Firma il Muro, Non l’Opera d’Arte, per la tutela dei beni culturali”

Obiettivo:
Promuovere il rispetto delle opere d’arte e dei monumenti, offrendo alternative per esprimersi senza danneggiare i beni culturali.

Descrizione:
La campagna mira a ridurre il vandalismo sulle opere d’arte e monumenti, fornendo ai visitatori spazi fisici e digitali dove lasciare messaggi. Ciò attraverso pannelli interattivi posizionati in prossimità degli ingressi visitatori dei siti museali. La operatività sarà assicurata da una APP  mobile collegata ad un sito web interattivo.

Componenti della Campagna:
L’iniziativa comprende pannelli digitali eco-compatibili e un APP mobile per messaggi geolocalizzati. Una campagna di sensibilizzazione sui social media, supportata da influencer, promuoverà il rispetto per l’arte, attraverso la rete di comunicazione che si avvarrà anche di manifesti, brochure e video promozionali.

Monitoraggio e Collaborazioni:
Il successo sarà misurato tramite il numero di messaggi e feedback dei visitatori. E’ attesa ed auspicata la collaborazione delle  scuole, università e partner tecnologici.

Conclusione:
“Firma il Muro, Non l’Opera d’Arte” protegge il nostro patrimonio artistico e offre una modalità  innovativa e rispettosa  per interagire con lo stupendo ed unico patrimonio culturale della Nazione in ciascun sito museale dislocato sul territorio nazionale.

 

La realizzazione del progetto è completamente a cura della onlus per malati di sclerosi multipla “iosclero.it” nella persona del Presidente Dr. Luciano Auriemma, supportato in tale iniziativa da soggetti Istituzionali, Associazioni Culturali, Onlus, Fondazioni, Organizzazioni di Categorie produttive e dei lavoratori, Ordini professionali e religiosi.

 

 

 

 

NAPOLI, PASSI AVANTI PER UNA CRESCITA INCLUSIVA.

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 Gianni Lepre: “più economia del mare e meno turistificazione”

Con il grande boom turistico di questi ultimi anni e il trend confortante per la stagione estiva appena iniziata, Napoli mostra i muscoli, ma non solo. Torna ad essere il centro del mondo come nell’era borbonica. La città ha inequivocabili segnali di crescita, a partire dal fenomeno turismo e dal boom dell’impresa culturale, ma non sono ancora lontane le criticità e le tante incognite sulle modalità di uno sviluppo esponenziale che dovrebbe essere inclusivo e cioè condiviso, prestando attenzione a non lasciare indietro nessuno. “Qualche iniziativa meritoria, in questo senso, comincia a vedersi – sottolinea Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro Sangiuliano con delega al Made in Italy – a partire dalla graduale bonifica del territorio e la depurazione delle acque che hanno portato, dopo una trentina di anni, a ripristinare la balneabilità della spiaggia di Pietrarsa, il mitico luogo delle Officine che realizzarono la prima ferrovia italiana in epoca borbonica. Tanti abitanti del luogo hanno ora la possibilità, senza violare divieti, di concedersi qualche ora di refrigerio in una spiaggia fino a qualche tempo fa inquinata al punto da essere preclusa alla cittadinanza”. Il noto economista ha poi continuato: “Una buona idea è anche quella di porre un freno alla turistificazione della città, arginando gli eccessi del turismo, riservando edifici del centro storico di proprietà pubblica, della Curia o di qualche privato, all’utilizzo come residenze sociali o come educandati per studenti. Occorre assolutamente evitare che il business turistico significhi allontanamento dei residenti dal centro storico, frenando la proliferazione di strutture riattate e destinate ad accogliere solo visitatori da ogni parte del mondo”. Il prof. Lepre, che tra l’altro è presidente della Commissione Economia della Cultura del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, ha poi concluso: “La priorità, in poche parole, è quella di generare più economia del mare e meno turistificazione che sta man mano cancellando l’identità di un popolo. Il turismo non è solo un grande business, ma è anche l’opportunità di rendere Napoli universale nella sua storia, nella sua cultura e nel suo folklore. La città di Partenope è terra di mare, per cui rimettere la blu economy al centro non è affatto una cattiva idea”.

IL CRISTO VELATO: UN CAPOLAVORO UNIVERSALE DEL PATRIMONIO ARTISTICO NAPOLETANO.

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Il Cristo Velato è una delle opere più affascinanti e misteriose del patrimonio artistico
napoletano. Questa straordinaria scultura marmorea, realizzata nel 1753 da Giuseppe
Sanmartino, si trova nella Cappella Sansevero, situata nel cuore di Napoli. La statua
rappresenta Gesù, disteso su un letto funebre e coperto da un velo trasparente scolpito nel
marmo, un dettaglio che ha reso l’opera famosa in tutto il mondo.
L’opera fu commissionata dal principe Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero,
un uomo noto per il suo interesse per l’alchimia e le scienze esoteriche. Inizialmente, la
realizzazione del Cristo Velato era stata affidata allo scultore veneto Antonio Corradini, che
aveva già scolpito per il principe la statua della Pudicizia. Tuttavia, Corradini morì nel 1752
lasciando solo un bozzetto in terracotta, oggi conservato al Museo di San Martino.
Il compito di scolpire la statua fu quindi affidato al giovane artista napoletano Giuseppe Sanmartino.
Il giovane scultore, sebbene avesse a disposizione il bozzetto di Corradini, non ne tenne
conto, imprimendo alla sua opera uno stile tardo-barocco che conferisce al sudario un movimento unico.

Uno degli elementi più sorprendenti della statua è il velo che copre il corpo di Cristo.
Questo velo sembra così realistico che per lungo tempo si è creduto fosse frutto di una
tecnica alchemica ideata dallo stesso principe di Sansevero, proprietario dell’opera scultorea collocata nel suo palazzo,  che avrebbe trasformato quel velo di stoffa in marmo.
In realtà, si tratta di un abilissimo e delicato lavoro di scultura eseguito da Sanmartino, che
seppe rendere il drappeggio del velo con un realismo tale da rivelare i dettagli anatomici del corpo di Cristo sottostante.

La bellezza e il mistero del Cristo Velato hanno affascinato innumerevoli visitatori e artisti
nel corso dei secoli. Tra i moltissimi estimatori, si ricorda Antonio Canova, che durante il
suo soggiorno napoletano tentò di acquistare la statua e dichiarò che avrebbe dato dieci
anni della sua vita pur di essere lo scultore di questo incomparabile marmo.
L’opera di Sammartino è considerata uno dei massimi capolavori della scultura mondiale e  costituisce certamente una tappa obbligata per chi visita Napoli.
La sua incredibile maestria tecnica e il suo realismo continuano a ispirare artisti,
storici dell’arte e turisti da tutto il mondo.
La Cappella Sansevero è oggetto di continui studi e restauri per preservare questo
inestimabile patrimonio. La combinazione di arte, storia e mistero che circonda il Cristo
Velato e la Cappella Sansevero continuano  a rendere questo luogo uno dei più affascinanti e ammaliante della Città
In sintesi, il Cristo Velato non è solo un capolavoro artistico, ma anche un simbolo della
ricca storia culturale e artistica di Napoli, capace di suscitare meraviglia e ammirazione in
chiunque abbia la fortuna di contemplarlo.

ANCORA UN CAPOLAVORO DI GIOTTO NELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI DI PADOVA.

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Gioacchino e Anna: Il Bacio Più Antico nella Storia dell’Arte Cristiana

Nella celebre Cappella degli Scrovegni, Giotto ci ha lasciato uno dei suoi capolavori più
significativi: il bacio tra Anna e Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù. A prima vista
potrebbe sembrare un semplice bacio, ma la sua storia è molto più profonda e affascinante,
provenendo direttamente da un Vangelo Apocrifo.
Secondo la narrazione, Gioacchino e Anna non riuscirono a concepire figli per oltre
vent’anni. In quell’epoca, non avere figli era visto come un segno della mancanza di
benedizione divina. Un giorno, mentre portava le sue offerte al Tempio, Gioacchino viene
ripreso da un tale Ruben, forse un sacerdote o uno scriba, che lo considera indegno di
presentare le sue offerte a causa della sua infertilità. Umiliato e sconvolto, Gioacchino si
ritira nel deserto e per quaranta giorni e quaranta notti pregando e digiunando, implorando
Dio di concedergli una discendenza. Anche Anna trascorre giorni in preghiera, chiedendo a
Dio la grazia della maternità.
Le preghiere di Gioacchino e Anna vengono esaudite; un angelo appare separatamente a
entrambi, annunciando che diventeranno genitori. Il loro incontro davanti alla porta di casa,
dopo l’annuncio, è ricco di dettagli leggendari. Il bacio che i due sposi si scambiano è stato
tramandato come avvenuto davanti alla Porta Aurea di Gerusalemme, un luogo simbolico in
cui si manifestava la presenza divina e si attendeva l’avvento del Messia. Questa porta è
anche ritenuta quella attraverso la quale Gesù avrebbe fatto il suo ingresso trionfale nella
Città Santa la Domenica delle Palme. Mesi dopo il ritorno di Gioacchino, Anna dà alla luce
Maria. Da qui, la storia che tutti conosciamo continua.
Giotto, con la sua abilità senza pari, dipinge la scena del ricongiungimento dei due sposi,
che suggellano la loro ritrovata unione con un bacio. Questo gesto semplice ma potente è
carico di significati profondi, sia religiosi che artistici.
Il concetto della concezione immacolata, ossia la nascita di Maria senza peccato originale, è
un tema di grande rilevanza nella dottrina cattolica. Secondo questa credenza, Maria fu
concepita in una condizione di grazia divina, priva del peccato originale che affligge
l’umanità. Questa dottrina, definita da Papa Pio IX nel 1854, afferma che Maria è stata
preservata dal peccato sin dal primo istante della sua esistenza.
La figura di Maria, secondo il dogma, incarna un’esenzione unica dal peccato originale,
essendo stata concepita senza macchia.
In sintesi, il bacio tra Gioacchino e Anna, rappresentato da Giotto, non è solo un gesto di
amore tra coniugi, ma un simbolo di speranza, fede e benedizione divina. Questo
capolavoro di Giotto nella Cappella degli Scrovegni continua a emozionare e a ispirare,
unendo arte e fede in un abbraccio eterno.

“CAMPANIA DIVINA”, AL VIA LA MOSTRA DELL’ARTIGIANATO D’ECCELLENZA.

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Pettorino (CNA): “L’artigianato d’eccellenza made in Italy come leva globale del Sistema Paese” 

NAPOLI – E’ partita lo scorso 13 giugno l’avventura napoletana di Exempla, il gran tour del saper fare campano dal titolo estremamente intuitivo “Campania Divina”.  La mostra, allestita alla Stazione Marittima partenopea e che sarà attiva fino al 30 settembre prossimo, è sostenuta dalla Regione Campania – Assessorato al Turismo ed attuata dall’Agenzia regionale Campania Turismo, insieme a CNA e le tante prestigiose imprese espressione delle varie filiere del made in Italy.

Il percorso degli eventi legati alla manifestazione prevede anche presentazioni di libri dedicati esclusivamente agli artigiani, per permettere al pubblico di calarsi nella vita e nel lavoro dei tanti artisti presenti. Il settore orafo, come da tradizione, rappresenta il fiore all’occhiello del Sistema Italia, lo dimostra anche la grande sensibilità che CNA ha avuto nello schierare la sua squadra vanto dell’eccellenza artigianale. A rappresentare il settore, infatti, nomi di spessore del panda orafo italiano: Loffredo ; Foe gioielli ; Enzo Liverino 1894; Pontillo Prestige; Petrillo ; Generoso De Sieno ; Gustavo Renna ; I fabbricanti ; Marco Russo cammei; Garofalo cammei ; Roberto Galeno ; Antonio lambiase; L’orafo Valenzano ; Asad Ventrella; Agemina gioielli ; Buonocore Gioielli, e Barbarulo.

“Dopo Milano, Exempla sbarca a Napoli, la culla dell’artigianato orafo, della sartoria, della ceramica e di quelle tante filiere che compongono l’eccellenza assoluta del made in Italy – esordisce Romualdo Pettorino, presidente degli Orafi campani di CNA – in mostra alla stazione marittima”. Come CNA e CNA settore orafo, abbiamo voluto giocare in casa, per così dire, nella consapevolezza che l’atmosfera napoletana ed il suo mare sono molto diversi dal contesto ferroviario lombardo”. Il noto gemmologo ha poi continuato: “Ovviamente la manifestazione patrocinata dall’assessorato al turismo della regione e dall’agenzia regionale del turismo, non intende solo portare all’attenzione del turismo di massa le produzione artigianali, ma anche e soprattutto sottolineare che nella patria del made in Italy si fa un lavoro di squadra per promuovere e rilanciare l’artigianato d’eccellenza in tutte le sue forme. Cultura, tecnica e grandi tradizioni sono dunque una miscela esplosiva capace di proiettarci in quei mercati che sembravano irraggiungibili”.

Il presidente Pettorino ha poi concluso: “L’impulso che come CNA stiamo dando alle storie dei maestri; alla formazione grazie a Scuola Secondaria e Università, e alle ante joint venture per creare una unica identità, serve proprio a sottolineare l’importanza di fare rete in un mondo sempre più globalizzato che tende ad escludere i sistemi fuori contesto. L’artigianato artistico nelle sue molteplice espressioni rappresenta per tutti noi la chiave di volta per accedere a quegli scenari globali fatti di eccellenza e sostenibilità”.

GIOTTO E LA COMETA DI HALLEY: ARTE E ASTRONOMIA.

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La Cappella degli Scrovegni, affrescata intorno al 1300, è un’opera d’arte senza eguali,
tanto che dal 2021 è patrimonio dell’UNESCO. Commissionata da Enrico degli Scrovegni,  figlio di Rinaldo, un facoltoso usuraio padovano. La cappella sorge sull’area dell’antica arena
romana di Padova, acquistata agli inizi del Trecento da un nobile decaduto, Manfredo Dalesmanini.
Qui, Enrico edificò un sontuoso palazzo, destinando la cappella a oratorio privato e futuro
mausoleo familiare.
Giotto, con la sua straordinaria maestria, ha raffigurato nelle pareti della cappella diverse
scene della vita di Cristo. Tuttavia, una scena in particolare cattura l’attenzione:
l’Adorazione dei Magi. In questa rappresentazione, il pittore ha immortalato la cometa di
Halley che aveva osservato durante il suo passaggio nel cielo di Padova nel 1301. L’attento
uso della luce da parte di Giotto riflette i legami con gli studi scientifici dell’Università di Padova, dove lo scienziato
Witelo, nel XIII secolo, aveva fornito una spiegazione matematico-sperimentale dei
fenomeni ottici, ispirandosi allo scienziato arabo Alhazen. Questi studi furono ulteriormente sviluppati, in seguito, da Pietro d’Abano.

Nell’Adorazione dei Magi di Giotto, un affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, una
stella cometa splende sopra la capanna della Natività. È probabile che l’idea di dipingere
una cometa, piuttosto che la tradizionale stella a tre punte simbolo della Trinità, sia nata
dalla visione della cometa di Halley, che Giotto avrebbe osservato tra il 1301 e il 1302.
Questa innovativa scelta pittorica non solo dimostra l’attenzione di Giotto per i fenomeni
naturali, ma anche la sua capacità di integrarle nella rappresentazione sacra.
La cometa di Halley, conosciuta ufficialmente come 1P/Halley, è la più famosa e brillante
delle comete periodiche provenienti dal disco diffuso. A differenza delle comete della nube
di Oort, che compaiono ogni migliaia di anni. Quelle del disco diffuso attraversano le regioni
interne del sistema solare a intervalli di decine di anni. La cometa prende il nome da
Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio calcolandone il periodo
orbitale nel 1705. Egli intuì che si trattava della stessa cometa osservata da diversi
astronomi fin dal 204 a.C.
La cometa di Halley è il prototipo di comete con periodi orbitali tra i 20 e i 200 anni e orbite
inclinate rispetto al piano dell’eclittica. L’ultimo passaggio della cometa al perielio è
avvenuto nel 1986, e il prossimo è previsto per il 2061.
Un possibile riferimento storico alla cometa si trova nel Talmud ebraico. Un passaggio
afferma che “esiste una stella che appare una volta ogni settanta anni.” Attribuito al
Rabbino Joshua ben Hananiah, potrebbe riferirsi al perielio del 66 d.C., l’unico avvenuto
durante la sua vita. Questo evento avrebbe potuto influenzare gli israeliti a insorgere,
culminando nella prima guerra giudaica e nella distruzione del Tempio di Gerusalemme nel
70 d.c. da parte delle legioni romane dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano.
Grazie ai calcoli di Halley, è stato possibile individuare le prime apparizioni della cometa
nella documentazione storica, collegando così scienza e storia in un intreccio affascinante
che trova una splendida espressione nell’arte di Giotto.

AL G7 IN ITALIA LA PRIMA VOLTA DI UN PONTEFICE.

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Sono ormai trascorsi diversi giorni dalla chiusura dei lavori del G7 in Puglia. Ancora si discute sugli esiti politici di questo vertice internazionale dei Capi di Stato delle nazioni più industrializzate del mondo, allargate dalla seconda giornata ad altrettanti importanti Capi di Stato di Paesi non rientranti nel G7 ( Argentina, Giordania, Brasile, India, Turchia, Emirati Arabi, e i vertici politici dell’U.E.).

Ma tra questi Capi di Stato, sicuramente ha brillato la presenza di Papa Francesco, primo Pontefice della storia della Chiesa proveniente dal continente americano. Jorge Mario Bergoglio, argentino di nascita ma discendente da una famiglia di emigranti italiani del Piemonte, ha accettato di buon grado l’invito della Premier Meloni, Presidente di turno del G7, ad essere presente a questo importantissimo meeting tra i cosiddetti “grandi della terra” per elevare il suo appello alla pace nel mondo e alla immediata fine delle ostilità in Palestina e in Ucraina ove gli effetti devastanti della guerra investono drammaticamente i civili, con anziani e bambini innocenti. La presenza del Papa é stato un evento davvero unico e fortemente significativo. Oltre che molto emozionante, anche in considerazione delle precarie condizioni di salute del Pontefice che, tuttavia ha risposto in maniera entusiastica all’invito della Meloni, costituendo la sua presenza un monito forte ed autorevole per impegnare i Capi di Stato ad adoperarsi per la Pace nel mondo.

Molto apprezzata l’iniziativa italiana di coinvolgere in un così importante appuntamento internazionale, quella personalità che maggiormente si sta adoperando per il cessate il fuoco in Palestina e sul suolo ucraino in seguito alla invasione armata della Federazione Russa. Ad ogni buon conto, possiamo affermare, che al di la delle questioni assolutamente importanti trattate dai “grandi” del G7 che vanno dagli accordi contro i trafficanti di vite umane nei mari dell’immigrazione, al Piano Mattei, entrato con forza nell’agenda dei big del mondo, per aiuti concreti del G7 ai paesi africani per lo sviluppo dei sistemi produttivi, dell’agricoltura e quant’altro necessario alla piena autonomia dei popoli del sud del mondo; agli aiuti e ai finanziamenti per l’Ucraina; al contenimento degli effetti dell’intelligenza artificiale e i sistemi di contenimento necessari per un uso pacifico, utile e non invasivo per l’uomo, ad una consapevolezza più forte sulle questioni del contenimento dei flussi di immigrazione verso i paesi dell’occidente, oltre questi argomenti centrali, dicevamo, la presenza di Papa Francesco fra i grandi del mondo costituisce l’intuizione più forte e la iniziativa meglio riuscita di tutto il contesto del G7 pugliese. Una felice intuizione e un merito indiscutibile che rimarrà elemento storico da ricordare a lungo.

 

 

 

 

POMPEI, LA CULTURA CHE CREA OCCUPAZIONE !

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L’Italia ha una leva economica importante, una punta di diamante del turismo di massa a livello mondiale: Pompei.

L’area archeologica più famosa al mondo non é solo uno scavo con dei reperti riemersi dalla lava che aveva seppellito ogni cosa, ma é soprattutto uno stato dell’anima, un’emozione globale che coinvolge ogni singolo visitatore che si trova ad immergere nella storia reale e coinvolgente del sito archeologico. Ma non solo anima, anche portafogli: da quindicimila a oltre ventimila visitatori al giorno e questi sono solo parte dei numeri di un successo strabiliante.

“Il parco archeologico di Pompei – sottolinea Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano – come i tanti musei a Napoli e in tutta la regione, evidenzia la ripresa in atto, ma sono gli ingressi gratuiti delle prime domeniche del mese che segnano la differenza”.

“A Pompei la folla è una costante ed anche gli incassi – puntualizza Lepre – il nocciolo della questione è di governare i flussi, cosa che finora può dirsi con soddisfazione ampiamente riuscita, e non solo a Pompei, anche nelle stessa Napoli che nell’ultimo anno, si é imposta a capitale culturale indiscussa del Mediterraneo”. “A Pompei – ha poi proseguito il prof. Lepre – lo Stato ha investito e continua a investire, a partire dai fondi del Ministero della Cultura, per proseguire con il Pnrr e altri programmi europei e nazionali, come puntualizzato dal direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, e fino al 2026 ci sono in dotazione più di 100 milioni di euro”.

“In prospettiva occorrerà aumentare anche i livelli occupazionali. Già al momento, nei siti di Pompei lavorano 217 dipendenti del Ministero della Cultura, ma la pianta organica ne prevede quasi 400 e alcuni vuoti potrebbero essere colmati da un bando di recente varato dal Ministero” – ha poi concluso Lepre.

QUELLO CHE DE LUCA NON DICE AGLI “STATI GENERALI SULL’AMBIENTE IN CAMPANIA” NELLA TRE GIORNI ORGANIZZATA ALLA MOSTRA D’OLTREMARE.

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E’ iniziata questa mattina alla Mostra d’Oltremare di Napoli la “Khermesse” della Regione Campania sugli “Stati Generali dell’ambiente in Campania”. Tre giorni di dibattiti e approfondimenti sulla gestione dei rifiuti in Campania e nelle altre regioni italiane; l’educazione ambientale nelle suole; la salute e il benessere dei borghi e delle città; le tecnologie più avanzate in termini di trattamento dei rifiuti; lo stato dell’arte delle discariche sul territorio e il piano regionale dei rifiuti per il superamento delle multe europee (procedure di infrazione contro l’Italia per la gestione fallimentare dei rifiuti in Campania negli ultimi trent’anni!).

Un meeting davvero interessante, che pone l’accento su molteplici aspetti delle problematiche legate ai rifiuti urbani e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti stessi, oltre alle tecnologie più moderne nel campo della raccolta differenziata nella nostra regione. Peccato che di quest’ultimo aspetto si parli poco o niente, in particolare sui livelli e le percentuali di raccolta differenziata raggiunti in Campania. Ma più ancora, non molti osservatori hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica e tantomeno dei responsabili regionali della complessa materia dei rifiuti, l’annosa e mai risolta questione delle ecoballe di rifiuti ancora depositati in aree di smaltimento all’aria aperta nei comuni di Giugliano in Campania e in tantissimi altri siti disseminati sul nostro territorio regionale. Non sfugge a nessuno il disastro ecologico compiuto negli anni dell’emergenza rifiuti. Ma non sfugge nemmeno il perpetrarsi di questo danno ambientale per la mancata rimozione delle ecoballe risalenti a quel drammatico e infausto periodo della storia recente della Campania.

Ed é proprio il silenzio tombale su questo argomento, che non verrà trattato neanche tra i temi sul tappeto in questa Kermesse degli “Stati generali dell’ambiente”, che ha prodotto la mobilitazione del Movimento Politico “Indipendenza” che, questa mattina, alla presenza del Vice Segretario Nazionale Vicario, On. Marcello Taglialatela e del Segretario Provinciale di Napoli, Mimmo De Mattia, ha effettuato un presidio di protesta presso i varchi di accesso alla Mostra d’Oltremare, con relativa conferenza stampa dei vertici napoletani del Movimento.

Campo Sud, solidale con gli organizzatori dell’iniziativa di protesta e mobilitazione su tematiche che investono la salute dei cittadini campani, ha inteso pubblicare il comunicato stampa di “Indipendenza” pervenuto in redazione, con l’impegno altresì, di pubblicare gli sviluppi della questione e l’eventuale risposta degli organizzatori del meeting sui cosiddetti stati generali dell’ambiente.

PUBBLICHIAMO DI SEGUITO IL TESTO DEL COMUNICATO STAMPA DI “INDIPENDENZA”.

LA REDAZIONE

 

PRESIDIO e CONFERENZA STAMPA di “INDIPENDENZA” sulle emergenze ambientali in Campania

Mentre il governatore degli insulti e delle bugie celebra ipocritamente gli Stati generali dell’ambiente in Campania abbiamo ricordato i dati ufficiali che caratterizzano il fallimento di De Luca e di tutto il centrosinistra.
Dopo nove anni del suo governo la Campania registra questi record negativi:

1) oltre 4milioni di tonnellate di ecoballe (sulle iniziali 5 e mezzo) rimangono sul territorio e lo avvelenano

2) la Campania rimane al quartultimo posto tra le regioni come percentuale di raccolta differenziata

3) sulle oltre 60 procedure di infrazione che la comunità europea contesta all’Italia in tema di rifiuti e di tutela dell’ambiente oltre la metà riguarda la nostra regione

Di fronte a questi dati De Luca dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa a tutti i cittadini.

UNO STUDIO DI SWG AIUTA I PARTITI NELL’INTERPRETAZIONE DEI DATI ELETTORALI DI QUESTE ELEZIONI EUROPEE.

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Sono stati pubblicati i dati elettorali della competizione europea e sono stati chiaramente individuati i partiti che hanno vinto, quelli che hanno tenuto, quelli che hanno perso.
Sembra però importante esaminare il voto secondo i vari segmenti socio
demografici.
Lo studio è stato fatto dalla SWG, nota ed importante società di sondaggi
e ricerche di mercato.
Incominciamo dal voto della fascia di età che va dai 18 ai 34 anni.
Qui spicca una maggiore tendenza a privilegiare i partiti di centrosinistra.
Mentre infatti, rispetto al risultato globale del 29 per cento, Fratelli
d’Italia vede in questa fascia una percentuale del 21, ben quattro punti in
più riceve AVS, mentre PD e Forza Italia registrano un aumento pari all’un
per cento.
Netto il salto, per FdI nella fascia dei 35-54enni. Rappresentano il 33% con
un più 4 rispetto al dato globale. Per tutti gli altri il saldo è negativo, con
un meno 2 per Forza Italia
Per gli over 54enni i dati, per tutti i partiti, sono coerenti con i risultati
totali, con una piccola percentuale, l’uno per cento in più, per PD e AVS
Nel campo dei lavoratori autonomi risulta invece un due per cento in più
della lega ed un tre per cento in meno per FdI
Ma un dato enormemente significativo emerge dal voto degli operai.
Qui si registra una netta preferenza del partito guidato da Giorgia Meloni
con una percentuale pari al 39 contro il 29 del dato globale. Netto invece
è il tracollo del PD con un otto per cento in meno, ed AVS con un quattro
per cento in meno
Anche nel ceto medio è netto il gradimento per FdI con un 4 per cento in
più. In questa fascia si registra un due per cento in più anche per il PD,
mentre tutti gli altri mostrano un dato negativo.
Nella fascia di coloro che hanno difficoltà economiche invece c’è un
im portante 6 per cento in più per i Cinque Stelle, retaggio evidentemente del reddito di cittadinanza, con percentuali negative invece per Fratelli
d’Italia ( meno 5%) e PD (meno 7%)
St tratta come si vede di dati significativi che i partiti, tutti, al di là dei
festeggiamenti per la vittoria o del rammarico per la sconfitta,
dovrebbero valutare attentamente.
Una considerazione però sembra necessaria: è finita l’egemonia della
sinistra nel campo degli operai e dei disagiati a dimostrazione del fatto
che le vecchie categorie non hanno più ragione di esistere.