Questo articolo è stato scritto (sperando) prima che non sia troppo tardi, troppo tardi per scrivere, ma per fortuna, non per leggerlo. Che il Covid-19 abbia trovato tutti impreparati non è più un mistero per nessuno: dalla gestione ospedaliera a quella governativa, dall’annuncio di uno stato di emergenza nazionale della durata di metà anno sino al finto approvvigionamento di DPI per gli ospedalieri in primis, dai decreti delle mezze misure che non dicono nulla e che vengono sostituiti da altri, numerosi e notturni decreti pressoché identici fino a scaricare le responsabilità delle decisioni su Sindaci e Governatori. Un’emergenza organizzativa prima che sanitaria gestita da un Governo nato unicamente per fare opposizione a chi, volontariamente, si era messo all’opposizione. Un Governo non scelto dal popolo e contro chi il popolo aveva scelto.
Ancora oggi, a due mesi di distanza dallo scoppio del contagio e ad un mese quasi dalla reclusione forzata domiciliare globale, quel Governo che per bocca del numero uno della Protezione Civile e del suo vice, trasformati in contabili della morte per l’occasione, snocciola quotidianamente la conta dei decessi, generali ma non quelli per e di Coronavirus, quell’esecutivo che ha “assoldato” il Pd il cui Segretario invitava a non fermarsi mentre sorseggiava un aperitivo (mica un mojito!) sui Navigli, il cui Sindaco della terza città d’Italia da loro governata lanciava la campagna “abbraccia un cinese” ed altri propri esponenti si facevano fotografare ingurgitando involtini primavera e visitando – non nell’accezione medica del termine – una scolaresca cinese (in Italia!) tanto “è solo poco più di un’influenza”, proprio quella stessa formazione ha deciso di combattere le fake-news. A partire dal Coronavirus. Che in tanti hanno collegato, documentando, all’attivazione della nuova tecnologia 5G, all’esercitazione militare americana poi annullata, alla scomparsa delle scie chimiche, alle teorie di Rockefeller pronunciate all’ONU del dimezzamento della popolazione mondiale, alle parole della Lagarde secondo cui la gente anziana vive tanto, troppo fino al punto di arrecare un danno alle casse dell’organizzazione. E per farlo il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria Andrea Martella si affida ad esperti garanti (politici) del settore per i ruoli di rilievo: Riccardo Luna, editorialista de La Repubblica che riportava la notizia poi rivelatasi bufala della “nuvola sardina” o piuttosto le minacce alla Liliana Segrè di cui persino la diretta interessata non sapeva nulla, Francesco Piccinini, direttore di Fanpage e moderatore di incontri di Potere al Popolo su famiglie arcobaleno e immigrazione, David Puente di Open. Se è chiara la connotazione politica di questa unità speciale, allora ci si interroga sul come queste personalità possano assolvere un simile ruolo di vigilanza, o se vanno a formare di fatto una nuova Glavlit, la censura ufficiale e l’organo di protezione segreta dello stato nell’Unione Sovietica, non è, però, altrettanto chiara come si concretizzerà questa caccia alla bufala e quali saranno gli obiettivi da mettere a segno se a detta dello stesso Sottosegretario “la struttura avrà vari compiti ed obiettivi tra cui l’analisi della modalità delle fonti che generano e diffondono le fake news, il coinvolgimento di cittadinicittadini ed utenti social per rafforzare la rete di individuazione, il lavoro di sensibilizzazione attraverso campagne di comunicazione ”.
Martella sembra aver preso alla lettera il suo compagno on. Andrea Colletti quando in aula dice che “tutte le norme devono essere vaghe”. Un insulto alla cultura giuridica di questa Nazione, culla del Diritto per il mondo e insegnante di Diritto nel mondo. E se questo dovesse non bastare, questa task-force è di fatto affidata a dei privati, privatizzando (ancora!) anche la comunicazione e l’informazione, accentrata nelle mani di pochi che non rispondono a nessuno.
Intanto il DPCM, ossia il prof. avv. Conte Giuseppe in persona, con il Salva Italia del 17 marzo u.s. ha di fatto sospeso – solo perché è un decreto! – il Foia, ovvero il diritto di cittadini e giornalisti di accedere ai documenti prodotti o detenuti dalla Pubblica Amministrazione. Direttamente le fonti ufficiali! Una decisione agli antipodi rispetto alla lotta contro le notizie false per cui è stata creata la “squadra speciale di governo” ed in un momento in cui anche gli esperti del settore non hanno fatto altro che contraddirsi per riprendersi e rivedere le proprie posizioni sarebbe utile e veloce ed il modo meno forviante accedere direttamente alle fonte delle notizie. A quelle vere ed ufficiali e non a quelle istituzionalmente manipolate, alle “bufale di stato”. Quelle secretate affinché il cittadino già recluso in casa non possa accedere e quelle cui i professionisti dell’informazione non possono leggere né divulgare. Altro che mascherina! Questo è un vero e proprio bavaglio di Stato allo Stato. Per cui, in ottemperanza al DPCM ed in mancata ottemperanza alla unità speciale di governo all’uopo deputata, proprio ora che non si può leggere per capire né per affermare, alla luce delle “pregresse patologie costituzionali” sancite dall’art. 21 per tutti i cittadini, mai come ora è lecito, se non d’imperio, chiedersi dove finisce la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione compresa la stampa e dove inizia la censura.
La verità sul Ministero per la verità, ovvero i bavagli spacciati per mascherine
In ricordo di Achille Lauro
Non si capisce perché questa città non ha ancora dedicato una strada o una piazza a un suo grande sindaco, Achille Lauro. Che, non sempre a ragione, viene associato al “ sacco di Napoli” che ha sfregiato il volto la città.
Eppure questa città ha accettato che solo una piazza venisse intitolata ai Borbone (la piazza Carlo III sulla quale prospetta il grandioso Reale Albergo dei Poveri) che hanno realizzato molte grandi opere a Napoli e nel Regno, che sono un vanto dell’Italia democratica.
Ed ha accettato che ben 29 siti cittadini tra corsi, piazze, scale e vicoli venissero intitolati ai Savoia che non hanno fatto nulla ( perfino a Vittorio Emanuele III, corresponsabile della dittatura fascista, delle leggi razziali e della disfatta dell’8 settembre 43).
Una città che ha accettato di dedicare il suo più bel viale al comunista sardo Antonio Gramsci (ma i napoletani se ne fottono e continuano a chiamarlo viale Elena) confinando il comunista napoletano Amadeo Bordiga in un vicoletto cieco in quel di Fuorigrotta in mezzo a Cicerone, Ovidio, Pollione, Silio Italico e altri illustri romani.
Bruno Zevi, ebreo e antifascista, grande storico dell’architettura, che continuò a chiamare Foro Mussolini quel che l’antifascismo rozzo e fazioso ribattezzò Foro Italico (lo stesso antifascismo che ritenne necessario trasformare Littoria in Latina conservando però l’originario nome di Sabaudia), ebbe a pronunciarsi a favore di una piazza a Benito Mussolini citando la Balbo Avenue dedicata dalla città di Chicago al coraggioso trasvolatore che, dopo aver superato l’Atlantico con i 25 idrovolanti, ammarò nel 1933 sul lago Michigan. E citando il sindaco di Roma Francesco Rutelli che avrebbe voluto dedicare una strada della capitale a Giuseppe Bottai, il ministro fascista autore delle leggi del ’39 sulla tutela del nostro patrimonio storico-artistico e delle bellezze naturali.
Nel 1945 l’amministrazione Fermariello pensò che una città fortemente danneggiata dagli eventi bellici si dovesse dotare di un nuovo strumento urbanistico. Che, infatti, venne redatto da alcuni tecnici di sinistra. La stessa cosa pensò e fece Lauro nel ’54 con un Prg affidato a una commissione ampiamente rappresentativa della società civile, nella quale non ebbe alcuna esitazione a chiamare anche un grande tecnico come l’ingegner Amadeo Bordiga, fondatore del PCI nel 21 assieme a Gramsci. Un monarchico che si avvaleva del talento di un comunista. Un fatto che allora suscitò un certo scalpore.
Ma né il Prg di sinistra né quello di Lauro divennero mai operativi. Per la semplice ragione che quello del 1939 non perse mai di efficacia né nel periodo postbellico né nel periodo laurino ( 6 anni e tre mesi e non un decennio come scrivono alcuni sprovveduti ) né nel periodo successivo.
Solo nel 1972 fu sostituito dal Prg promosso da quel grande assessore all’urbanistica che fu Alberto Servidio. Altro personaggio del quale pochi si ricordano in questa smemorata città.
La cronaca, come la storia, va fatta con onestà intellettuale.
E documentandosi adeguatamente, come sosteneva Luigi Einaudi, ottimo ministro dell’economia e grande Presidente della Repubblica.
Il sindaco Lauro ha avuto grandi meriti nel “rinnovamento della città”.
Ha costruito a sue spese il Villaggio Lauro a Fuorigrotta per trasferirvi i baraccati di via Marittima( e trasformò l’area in un lussureggiante giardino pubblico ).. Ha regalato alla città la fontana di piazza Trieste e Trento. Ha “rifatto” piazza Municipio con la eliminazione dei lecci. Ha rifatto le strade e le piazze rimuovendo linee tramviarie ( e questo si rivelò un errore). Ha presieduto e potenziato la squadra di calcio. . Ha dato impulso alla costruzione dello stadio San Paolo a Fuorigrotta. Ha voluto la nuova stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi, che è stata realizzata a seguito del concorso nazionale bandito nel 1954 dal comune di Napoli ( lui sindaco) e dal ministero dei Trasporti. E ha rilanciato il turismo.
Nessuno dei sindaci venuti dopo ha operato meglio di Lauro.
Taglialatela e Papa (CampoSud): “avviata raccolta firme su change.org per chiedere a De Luca obbligo di tamponi per comparto sanità”
“Abbiamo avviato, attraverso la piattaforma change.org, una raccolta firme a cui abbiamo allegato una richiesta formale indirizzata al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, affinchè siano effettuati tamponi a tutti gli operatori del comparto sanitario che operano in Regione, riservando uno dei centri di raccolta e di analisi esclusivamente agli stessi, ovviamente indicando una priorità in considerazione della gradualità del rischio di contagio.
Per chi volesse sostenere questa battaglia a tutela del personale sanitario che è in primissima linea nella lotta al covid-19 può firmare accedendo attraverso il link https://www.change.org/p/presidente-regione-de-luca-obbligo-tamponi-per-medici-e-personale-comparto-sanit%C3%A0”.
È quanto fanno sapere in una nota il Presidente dell’associazione CampoSud on. Marcello Taglialatela ed il responsabile del settore sanità della associazione Giovanni Papa.
Di seguito la lettera inviata dalla associazione CampoSud al Presidente Vincenzo De Luca:
Al presidente della Regione Campania
Vincenzo De Luca
“Signor presidente, sono trascorsi ormai due mesi dall’insorgere della pandemia da covid-19 in Campania e, nonostante gli sforzi fatti dagli organi preposti e i sacrifici imposti alla popolazione, i dati in termini di contagi e di morti continuano ad essere alti.
Alla data del 1 aprile a fronte di 15728 tamponi effettuati in regione Campania ne risultano positivi 2231.
Purtroppo anche il conto dei morti continua a salire e la sola politica del distanziamento sociale non basta.
Gli operatori del comparto sanitario, elogiati a più riprese da Lei e da tutti gli organi di stampa, nella stragrande maggioranza non hanno ancora gli strumenti idonei per combattere questa terribile battaglia. Circostanza ancora più grave è il fatto che un numero sempre più alto di questo esercito di medici, farmacisti, biologi, infermieri, ostetriche, addetti alle pulizie ha versato un contributo sia in termini di contagio che di mortalità ed a tutt’oggi moltissimi continuano la loro missione senza sapere se sono o meno positivi al virus.
Quanti asintomatici, i così detti invisibili, ci sono tra questa fascia di popolazione? Qualcuno si è posto il problema che queste figure professionali potrebbero veicolare l’infezione e trasmetterla ad altri colleghi e pazienti?
A questo punto è indispensabile ed indifferibile, sottoporre tutto il personale del comparto sanità pubblico e privato a tampone per il covid-19, in alternativa si potrebbe ricorrere al test sul sangue per la diagnosi veloce.
Per questi motivi le chiediamo di riservare uno dei centri di raccolta e di analisi dei tamponi esclusivamente agli operatori del comparto sanità, ovviamente indicando una priorità in considerazione della gradualità del rischio di contagio”.
Taglialatela (CampoSud): “De Luca si muova: dedicare un centro analisi per i tamponi del personale sanitario”
“Tutto il personale che opera nel comparto della sanità viene
chiamato in questi giorni ad uno sforzo assolutamente encomiabile, ma
non viene adeguatamente tutelato dal rischio contagio.
Occorre un programma specifico che possa diminuire il rischio che
colpisce medici, operatori sanitari e quanti vengono in contatto con
loro.
Dai comunicati ufficiali della Regione finalmente risulta un aumento dei
tamponi effettuati quotidianamente anche grazie alla individuazione di
nuovi centri dove vengono analizzati.
Recapitiamo al governatore De Luca una proposta operativa concreta che
superi anche le difficoltà organizzative.
Realizzare un nuovo centro di analisi da dedicare esclusivamente ai
tamponi del personale del comparto sanità, ovviamente con un programma
di priorità che tenga conto dei rischi delle mansioni delle singole
categorie”.
È quanto dichiara in una nota l’on. Marcello Taglialatela, presidente
della associazione culturale Campo Sud.
Il Cotugno di Napoli eccellenza nella lotta al Covid-19
Qualche mese fa tutto il mainstream mondiale osannava ed incensava il popolo cinese per aver costruito un ospedale da zero, in solo dieci giorni, per i malati colpiti dal terribile nuovo Coronavirus. Poi venne la volta dell’Italia, non solo per la manifestazione e per il contagio da Covid-19, ma perché un team di ricercatori italiani, tutto meridionale, aveva isolato il virus. Quindi venne la fase delle critiche del fratello d’Italia meneghino prof. Galli della Loggia al collega prof. Ascierto, scienziato medico napoletano che aveva osato dire al mondo intero che vi era un farmaco da lui stesso utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide che sembrava funzionare anche contro questo nuovo nemico invisibile e sconosciuto. Anzi, il dottor Ascierto ha fatto di più: ha avuto l’ardire di comunicare l’eccezionale scoperta all’AIFA, all’agenzia del farmaco che ha dato il placet allo studio del Professore dell’Istituto Pascale.
Se questi sono i giorni della disperata speranza e del necessario bisogno di notizie positive, rappresentate da un plateau e non da una curva discendente, ciò che impenna l’entusiasmo può essere la gara di solidarietà scattata nell’intero Stivale, con la chiamata ai camici da parte di numerosissimi medici ed infermieri e che ha coinvolto moltissimi imprenditori che, oltre a donare somme di danaro da investire nella lotta al comune nemico, hanno riconvertito la loro produzione a seconda dei bisogni e delle necessità. A Milano gli Alpini, che arrivano da tutta Italia, in soli dieci giorni hanno tirato su un ospedale vero, non cinese, non con le pareti di cartongesso, ma dotato di ogni comfort e sicurezza. Che entrerà in funzione a breve. Con le macchine già installate e il personale solo in attesa di iniziare a rendersi utile.
In questo generale clima di entusiasmo “strutturale” che sicuramente fa bene alla Nazione ed al suo popolo vi è qualcosa che, chissà perché, nessuno dice. Nemmeno i media locali e nazionali, che pur dovrebbero amplificarne il vanto. Tra gente che arriva da ogni porto, altri stipati in casa nonostante il 60% della gente ancora si reca a lavoro, militari che presidiano le strade e altri che nelle stesse strade si “esercitano” e (ci) aiutano, vi è una taske-force di giornalisti scientifici anglosassoni che, scorrazzando per l’intero Stivale, ha potuto dire ai loro connazionali all’ombra del Big Ben, che a Napoli, “nel sud del Paese” come riporta testualmente il servizio di 5 minuti andato in onda su Sky News International – canale all news del gruppo Sky – è possibile parlare del temutissimo nemico Covid-19 con tanto sano e fondato ottimismo, senza far vedere visi stravolti dal lavoro e consumati da occhiali e mascherine, senza file interminabili di anonime e solitarie bare caricate su camion militari. Senza ob torto collo nascondere il dramma della Sanità italica e regionale al collasso che, decurtata meno e rispondente peggio, cela nascoste potenzialità e eccezionali risultati.
A Napoli, l’ospedale Cotugno, riconvertito interamente nella cura del Covid-19, rappresenta l’eccellenza non solo meridionale e nazionale, ma addirittura mondiale!
Qui è possibile vedere all’opera una macchina organizzatrice perfetta e ottimamente funzionante, dove – caso unico al mondo – nessun medico, paramedico e personale ausiliario – è stato contagiato. Il servizio mostra una macchina eccellente a lavoro senza fermarsi mai, con peculiarità mai visti altrove: guardie di sicurezza sorvegliano ininterrottamente i corridoi affinché i diversi locali “non comunichino”, il personale sanitario indossa maschere simili a quelle anti-gas e comunque molto differenti da quelle chirurgiche fatti con gli stracci cattura-polvere, ermeticamente equipaggiate di tute, calzari e copri-testa. Le soluzioni mediche da sottoporre ai pazienti vengono preparate fuori dalla stanza di degenza, dove il personale non entra mai, comunicando attraverso dei vetri appositi con il personale vicino ai pazienti che, non lasciano mai la loro postazione, durante la crisi. I medicinali vengono quindi scambiati attraverso una porta di compartimento. Finita questa operazione vi è la delicata fase di svestizione: via camici e guanti nonostante non si sia entrati con contatto con niente e con nessuno. L’attenzione ai dettagli, che inizia dallo scanner test, una macchina simile a quella che si trova negli aeroporti, ma con il compito di una approfondita e totale disinfezione, è fondamentale.
Altro stereotipo incredibilmente smontato dalla tivvù anglosassone riguarda proprio i ricoverati e la loro età: media, proprio quella dei soggetti lavoratori.
Se è vero che al Sud si è avuto il tempo di capire e prepararsi, è altrettanto vero che il Cotugno partiva già dalla riconosciuta eccellenza, ma ciò che stupisce – e che premia – è lo sconvolgente rispetto delle regole, la separazione degli ambienti e la meticolosità dell’operare, possibile solo se si parte dalla competenza, dall’amore per il proprio lavoro che è passione per esserci. Anche nell’anonimato, ma sempre positivi.
Covid-19, ovvero l’Italia coinvolta, sconvolta e capovolta
Dalla quotidiana conta della Protezione Civile, presieduta da un contabile di professione, pare che il Coronavirus fa un poco meno paura, che i caduti sono numerosi ma che si rafforza anche l’esercito di chi lo ha sconfitto, che finalmente si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel del lombardo-veneto e che ancora una volta i medici e gli infermieri italiani accorsi in aiuto al motore dell’economia italiana stanno facendo un ottimo lavoro. Si può essere ottimisti, ma cauti. La guardia deve restare alta ed è bene rimanere guardinghi in tuta e mascherine. Non tutto si dissolverà in fumo, che comunque lascia le lacrime negli occhi. D’altronde non è nemmeno arrivato così “anonimamente” e all’improvviso. Meglio approntare anche una strategia d’uscita allora, indolore e che possa essere lasciata alla storia che “qualcuno” ha detto di fare. La storia scritta, come sempre, da chi ha vinto, da chi è restato. Che sia credibile stavolta, almeno letta col senno di poi.
In caso contrario, come spiegheranno e come crederemo alle misure messe in campo per combattere questo Covid-19, più familiarmente “nuovo coronavirus”? Tra i sopravvissuti chi ci crederà – non certo i vecchi e i portatori delle patologie pregresse –che il Governo del Bel Paese ha detto a chi era malato di starsene in casa e non andare in ospedale dove i medici lavorano senza DPI adeguati e con addosso sacchetti della spazzatura? E che lo stesso compratore di Governo che spaccia panni cattura-polvere per mascherine protettive, previo pagamento, non ha un nome e non è comparso davanti ad alcun un giudice? Che l’esecutivo secondo Conte ha recluso – illecitamente -tutti i sani (supposti in quanto agli asintomatici non è concesso effettuare il tampone) in casa e lasciando l’ora d’aria anche agli inconsapevoli portatori? Che medici e paramedici, a stretto contatto e contagio con i positivi, non accedono ancora ai tamponi che non ce ne sono, ma se ti chiami Zingaretti Nicola te ne fanno tre? Come spiegheranno che il decreto “Restate a casa” consente di andare a fare la spesa, ma non di fare la spesa? Quale la giustificazione secondo cui i tabacchi possono essere venduti quando il Coronavirus attacca i polmoni e inibisce le attività respiratorie? Come si fa a chiamare un decreto “Salva Italia” se le tante partite (mai participio fu più azzeccato!) IVA, in difficoltà già prima dell’epidemia, dovranno continuare a pagare le tasse? A maggio, però, per decreto quando sulla Gazzetta Ufficiale di gennaio 2020 la stessa firma dichiarava lo stato di emergenza fino a luglio dello steso anno. Come si fa a legiferare, o meglio a decretare, sine Parlamento, e poi lasciare ogni iniziativa “a discrezione dei Prefetti”? A stanziare fondi per i cittadini, ma lasciare ai Sindaci la gestione delle risorse che, in realtà, sono quelle già stanziate per il Fondo di Solidarietà Comunale? Ad annunciare di sabato un simile provvedimento quando il lunedì successivo era solo possibile farne richiesta presso gli uffici che poi dovranno valutare, ma intanto presi d’assalto? Quei Sindaci divenuti sentinelle quando i Governatori della Regione, spesso inascoltati, hanno dovuto tracciare la strada maestra, unica percorribile, al governo centrale che ha lasciato tutti allo sbando, previa umiliazione, e che hanno dovuto decidere di fare da sé. Che si avvale di una Protezione Civile per la conta dei morti. Totali, non per e di coronavirus. Perché ai morti non vengono eseguiti né tamponi, né autopsie e, dunque, viene giornalmente reso noto un numero che niente significa. Ma forse questo non importa. Forse il Covid non importa perché su di lui non s’indaga.
E se il problema non fosse rappresentato dal Coronavirus che sarebbe solo una concausa, un effetto collaterale? Visto che siamo nell’irreale, perché non pensare ad un test di reazione difronte ad una pandemia? Ad una nuova micidiale arma NBC (nucleare, batteriologica, chimica) testata? Ma quella è roba da militari! Quei soldati non tanto diversi da quelli che solo il mese scorso hanno affollato le nostre città. Non quelli reclutati per l’emergenza spazzatura, però, o quelli non interpellati per la ricostruzione del ponte fu Morandi, quelli che si voleva mandare a sistemare i sanpietrini dalla Raggi o quelli – gli Alpini – che hanno costruito un intero ospedale completo di tutto in cinque giorni (e non delle strutture prefabbricate cinesi in dieci giorni!). Quei soldiers che, per un’esercitazione poi annullata, hanno scorrazzato per le nostre strade senza mascherine e senza vaccini, ma armati fino ai denti in piena emergenza sanitaria mondiale e che solo in pochi hanno visto in quanto tutti gli altri erano già reclusi in casa.
E se gli aiuti portati da questi Eserciti fossero solo la dimostrazione della propria potenza da esibire al nemico presente sullo stesso territorio e la mano tesa solo un motivo per studiare l’accaduto, quindi per capire come proteggere loro stessi? Ma no, è solo un’influenza! Solo un poco più aggressiva. Intanto i Cinesi non li abbraccia più nessuno, i loro ristoranti sono deserti e gli aperitivi della Milano da bere che non si ferma quasi istituzionalizzati sono stati vietati dal governo di appartenenza. I Cinesi veri, per loro stessa volontà, sono divenuti eremiti a Prato.
Intanto la curva sale, scende, ma ci sono dati positivi, decresce, ma non bisogna abbassare la guardia, il picco tanto atteso forse è arrivato, o forse no. È previsto per la settimana prossima, o fra dieci giorni: il Covid ha un tempo di incubazione di 14 giorni, ma noi siamo stati imprigionati in casa già da tre settimane. Il picco, ormai, è come il virus stesso: è invisibile, terrorizza e ancora non si sa se è venuto, ha da venire o è passato. Si mimetizza quasi. Può essere letale ed innocuo. Sostanzialmente un’arma. Quanto durerà? Non è dato sapersi. Come sarà il futuro? E chi te lo dice. Nulla sarà come prima. Ma in bene o in male? Nessuna riposta. Per quanto tempo si sarà postivi una volta sconfitta la virale malattia? Non si sa. Però il Governo, dopo l’annuncio di Renzi, tweetatore teutonico, e in attesa dell’ennesimo picco, apre alla possibilità di una “graduale riapertura”. D’altronde Maggio è vicina e le tasse vanno pagate. La gente inizia ad assaltare i supermercati e al reddito di cittadinanza si potrebbe affiancare il reddito di epidemia. Se qualcuno lo pagasse. Ci sarà un altro decreto, prima annunciato, rigorosamente di notte, e poi approvato per rinnovare quello in scadenza che obbligherà ad una proroga delle misure restrittive, ma solo su richiesta dei Governatori, sentiti i Sindaci che sono sentinelle che tasteranno la temperatura nelle città che saranno prese d’assalto per tasche e casse vuote. Lentamente apriamo. D’altronde non tutto era stato chiuso. Quindi non cambia nulla. Nemmeno il Governo che è in forma. E che continua a dare il meglio di sé. E dopo? Dopo sarebbe opportuno propinarci ancora un’altra favoletta. Magari quella secondo cui ci racconteranno che lo sperone d’Italia è diventato Bardonecchia, che al mare si andrà per il ponte di Ognissanti ad Aosta (tanto le comunità montane a 0 m s.l.m. già sono costituite) e a sciare a Ferragosto a Palinuro. Che le griffe de l’Italie, una volta stilisti ed oggi creatori di camici e mascherine, creeranno tute da mare e costumi da neve, che la Ferrari, che oggi produce respiratori, convertirà la sua produzione in cannoni sparaneve. In attesa del best-seller “Cristo è sceso a Borgo Panigale” da leggere in baita costume e mascherina.
Taglialatela (CampoSud): “Quanti tamponi in Campania su personale sanitario?”
“In Campania il numero di tamponi effettuati sino ad ora si attesta su circa 12 mila unità. Saremmo curiosi di sapere quanti di questi ad oggi siano stati effettuati sul personale sanitario che opera ogni giorno in primissima linea nella lotta al Covid-19 nella nostra Regione. Chi sta combattendo senza risparmiarsi mettendo a repentaglio la propria salute e quella dei propri cari ha diritto di sapere se è stato contagiato o meno. Il Presidente De Luca utilizzi una delle tante dirette facebook folcloristiche per pretendere dal Governo nazionale che medici ed infermieri vengano monitorati, a differenza di quanto successo sino ad oggi. I medici campani sono stufi delle promesse del Governatore”.
È quanto dichiara in una nota l’on. Marcello Taglialatela, Presidente della associazione culturale Campo Sud ed esponente della destra sociale partenopea.
Salerno: uomo forza il posto di blocco dei Carabinieri. La solidarietà di UNARMA ASC
“L’Associazione Sindacale Carabinieri UNARMA sezione provinciale di Salerno, unitamente alla segreteria regionale, esprime solidarietà e sostegno per i fatti occorsi oggi 28 marzo 2020 ai militari della sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Salerno. I colleghi, intervenuti dopo che un uomo alla guida del proprio veicolo aveva forzato un posto di blocco e si era schiantato durante la fuga, riuscivano ad arrestare lo stesso, che in evidente stato di agitazione opponeva resistenza e tentava di raggiungere l’auto ormai in fiamme. Va data giusta rilevanza allo sforzo degli uomini dell’Arma, che soprattutto in questo momento di difficile situazione nazionale e globale, non si risparmiano, facendosi trovare sempre pronti all’intervento, mettendo a repentaglio quotidianamente la propria sicurezza e la propria incolumità. L’Italia intera è fiera dell’alto senso del dovere degli uomini dell’Arma dei Carabinieri”.
E’ quanto si legge in una nota firmata dal segretario provinciale Salerno UNARMA ASC Maurizio Fiorillo e dal segretario generale Regione Campania UNARMA ASC Emilio Taiani.
UPL Sicurezza Napoli: “varare norma che preveda risarcimento danni a poliziotti che subiscono contagio in servizio”
Il segretario Roberto Massimo: “siano, nel caso, dichiarate ‘vittime del dovere’”
“È paradossale che in un momento difficile come questo per il mondo intero, nella Commissione IV Difesa del Senato, si possa proporre ed approvare un parere finalizzato a tutelare i Dirigenti di Polizia in merito ad eventuali comportamenti omissivi assunti in materia di protezione del personale dal rischio di contagio da COVID-19”.
È quanto dichiara in una nota il Segretario Generale della U.P.L. Sicurezza di Napoli Roberto Massimo.
“Avremmo sperato che con una forte assunzione di responsabilità, in sostituzione della tutela civile e penale dei manager Pubblici, si fosse proposto il taglio dell’iva sui dispositivi di protezione individuali, come maschere facciali, guanti, igienizzanti per i cittadini italiani e lo sblocco delle forniture provenienti dall’estero, compreso lo snellimento delle procedure di sdoganamento, affinché uomini e donni del Comparto Sicurezza e del Comparto Sanità, eroi al servizio della cittadinanza, potessero immediatamente essere protetti”, continua il Segretario Provinciale di Napoli.
“Allo stesso tempo sarebbe stato necessario varare una norma che, in situazioni emergenziali come questa, potesse consentire ai lavoratori di ottenere un risarcimento danni congruo per i contagi subiti in servizio e contestualmente la possibilità di essere dichiarati vittime del dovere – conclude Roberto Massimo – provvedendo inoltre per legge, a test veloci (Rapid Test) in alternativa al tampone. Con questi ultimi in 5 minuti, con una percentuale di attendibilità pari al 93%, si può apprende l’eventuale contagio da Covid-19, applicando poche gocce di sangue dell’operatore Sanitario o di Polizia, conoscendo così lo stato di salute degli stessi”.
Taglialatela (Campo Sud): “Per regione e governo una misura concreta. Abolire ticket farmaci”
“Può apparire paradossale in un momento di crisi sanitaria ed economica così ampia, ma né il Governo nazionale né la Regione Campania hanno ancora sospeso il pagamento del ticket per l’acquisto dei farmaci.
Il blocco del pagamento, in questo momento, rappresenterebbe una misura concreta ed immediata utile ad aiutare le tante famiglie che hanno bisogno di cure, molte delle quali senza più un introito su cui poter fare affidamento.
Invitiamo la Regione Campania ed il Governo Conte ad approntare immediatamente una misura che appare non rinviabile”.
E’ quanto dichiara in una nota l’on. Marcello Taglialatela, presidente dell’associazione culturale Campo Sud.