Ormai non si contano più le defezioni della Linea 1 della Metropolitana cittadina. E si fa presto a dire: – “e’ la Metro dell’Arte”!!- Te ne fai poco delle opere d’arte se il trasporto dei passeggeri è l’ultima preoccupazione, l’ultima cosa a cui badano tanto il Comune di Napoli quanto l’Azienda che gestisce la linea ferrata urbana.
Un sabato di fuoco, proprio verso mezzogiorno, quello vissuto da una sessantina di malcapitati passeggeri di un convoglio della Linea 1, catapultati all’improvviso l’un su l’altro per una brusca frenata del macchinista. Preludio sconcertante di un improvviso guasto alla trazione del vagone di testa, che li avrebbe visti di lì a qualche minuto costretti ad evacuare il treno, uno dopo l’altro in fila indiana e percorrere circa 600 metri in galleria, a piedi e al buio (scarso e inefficiente anche il sistema di illuminazione di emergenza in galleria). Con la forte paura di essere anche investiti dal sopraggiungere di un altro convoglio in arrivo.
Un’ora di inferno e di terrore tra il caldo insopportabile ed asfissiante della galleria, senza dimenticare la giornata già caldissima in superficie e le mascherine anti covid sul volto dei “naufraghi delle rotaie”.
Una situazione paradossale, se non gravissima e al limite del sopportabile. Gli incidenti e i guasti degli impianti di quella Linea 1 sono ormai all’ordine del giorno. E denotano, quanto meno, un progressivo e inarrestabile cedimento strutturale degli impianti fissi e dei convogli, che appaiono irrimediabilmente usurati.Situazione questa davvero preoccupante che mette in luce una ancor più preoccupante sottovalutazione delle problematiche tecniche da parte dei vertici aziendali. La qual cosa suscita rabbia e indignazione e grida fortemente vendetta!
Stanno forse aspettando l’incidente più grave per darsi una smossa? Aspettano morti e feriti per intervenire in maniera decisa o almeno proporzionata alle attuali criticità della Metropolitana di Napoli?
Perché non compiere, in un sussulto di dignità, l’unico gesto gradito e comprensibile, rassegnando le dimissioni da un ruolo così delicato? Parliamo dei vertici aziendali e dai Dirigenti Tecnici responsabili del “Movimento” e di coloro che sono addetti alla Manutenzione e al corretto funzionamento dei convogli. Due settori incandescenti e strategici che richiederebbero professionalità di livello certamente superiori.
Cosa bisogna che accada ancora per vedere costoro uscire di scena insieme ad una Amministrazione Comunale intera, imbelle e strafottente? Sono gli interrogativi di tutti i napoletani e dei malcapitati nostri concittadini protagonisti dell’ultimo guasto
in ordine di tempo. Quelli dell’ultimo blocco della circolazione, dell’ennesima vergognosa interruzione del servizio del Metrò napoletano. Interruzione del servizio che ormai nessuno conta più!
Metropolitana di Napoli : il buco nero dei trasporti in città.
VAI VICIENZO……… esilarante macchietta dell’impalbabile governo regionale!
L’ora delle decisioni irrevocabili è giunta. L’ora di metterci davvero la faccia e sfuggire alle millanterie, è questa. In piena campagna elettorale balneare. Per Vincenzo De Luca dovrebbe essere una passeggiata, un tuffo a mare. Lui, il legislat(t)ore propagandistico che supera in squilibrio persino Conte ed i suoi Dpcm; lui che supera pure il Trump del “law and order” (legge e ordine) nella battaglia ai cinghialoni gaudenti per una laurea; lui che è fortunato persino nella sfortuna, adesso dimostrerà la sua vera faccia. E con un tempismo (elettorale e propagandistico) che è come una manna(ia) dal cielo.
Mentre l’Italia e gran parte del mondo sta per tirare un sospiro di sollievo dal punto di vista epidemiologico e pensa alle vacanze; la gente scende in strada per protestare per la nuova emergenza di Mondragone che piomba nel terrore per un altro focolaio accesosi (o meglio importato) in palazzoni occupati in prevalenza da immigrati bulgari e un numero imprecisato di Rom. Nel frattempo, all’ospedale di Sessa Aurunca, una donna di origine bulgara risultata positiva al Covid, ha dato alla luce un bambino – per fortuna non positivo ai test – facendo registrare 9 casi di nuovo contagio. Divenuti in poche ore una sessantina.
Immediata la dichiarazione della zona rossa della cittadina del litorale Domizio. Con obbligo di quarantena, che, stando ai proclami del Governatore campano, durerà fino al 30 giugno. Dunque solo una settimana, per tutti gli occupanti del comprensorio abitativo occupato. Poco più di una barzelletta!
Immediate le proteste dei residenti, pardon occupanti, per lo più braccianti e manovali che, vivendo alla giornata, non ci stanno ad essere chiusi dentro le abitazioni come un italiano qualsiasi. Case per giunta occupate abusivamente e, pertanto, chi vuoi che si preoccupi di essere veicolo di contagio per la restante parte della popolazione e per tutti coloro che orbitano nel bacino d’utenza della cittadina casertana?
“Screening di massa su modello Ariano Irpino”, annuncia gridando “lo sceriffo”, per un pugno di voti in più. Ma all’appuntamento non tutti si sono presentati. La gran parte degli immigrati è già fuggita. (sotto gli occhi di tutti!!) . Per non essere trasportata nel centro Covid di Maddaloni e non incorrere in lungaggini medico-burocratiche, dimostrando sul campo abbandonato, ferrea ed orgogliosa difesa dello loro status di invisibili, finora gelosamente mai palesata.
Ma De Luca è anche esponente del Pd, il partito difensore e amico di tutti. Tranne che degli Italiani. E prima di tutti coloro che Italiani non sono. Già, proprio il suo PD, che solo cinque mesi orsono non aveva la minima intenzione di ricandidalo per la corsa a Palazzo Santa Lucia. Ma tutto cambia e ora, grazie alla pandemia e alle sue sparate comiche da sceriffo, basta attenersi alle “linee guida” democratiche e la candidatura non gli viene più negata. Per cui, si abbassino i toni, niente vocazione ai lanciafiamme, nessuna invocazione al Napalm (che non è il loro trisavolo ulivo), niente Carabinieri sui pianerottoli (eppure lì servirebbero per davvero), niente divieti di festeggiamenti di lauree e diplomi nonostante questo sia proprio periodo di sessioni di esami scolastici e universitari , niente epiteti metaforici: si dovesse mai minimamente ledere la dignità di qualcuno!
Il calderone è già pronto, tante pance sono vuote e il carrozzone si è avviato per la discesa: poteva capitare occasione più ghiotta di questa a De Luca? Lui che è stato l‘uomo che a mani nude ha combattuto il Coronavirus. Potrà coronarsi di un altro successo il novello Napoleone?
Ma non è sempre Natale e ad incoronarlo, stavolta, dovranno essere i cittadini campani. Quelli che hanno capito che il lockdown, cioè a dire la chiusura selvaggia e totale, è servita esclusivamente ad affamare; a creare nuova povertà e ad aumentare la disoccupazione. Quei campani ormai consapevoli che la chiusura indiscriminata voluta da Vicienzo non è stata altro che il tappeto sotto cui nascondere la gestione dissennata della Sanità, con gli spostamenti di medici e paramedici per favorire l’amico o il compare. L’insufficienza o meglio l’inesistenza di apparecchiature mediche, diretta conseguenza dei tagli farneticanti alla Sanità di cui egli, sempre lui, è stato Commissario Straordinario per lungo tempo. E se il virus qui non ha attecchito, non è stato grazie alla mascherina monouso fornita in doppia razione qualunque sia stato il numero del nucleo familiare e con tanto di foglietto illustrativo ben marchiato dalla Regione che spiegava che quel presidio sanitario non era uno strumento di protezione individuale. Ma piuttosto per ragioni climatiche e ambientali che hanno reso, da subito, meno pernicioso e violento il virus maledetto. O forse sarà stato per l’intercessione dei Santi e Patroni Campani, da S. Gennaro, a San Giuseppe Moscati, passando Per S. Pio da Pietrelcina, San Procolo, San Ciro e chi più ne ha , più ne metta!! E stendiamo un velo pietoso sulle condizioni di disarmo generale dei nostri Ospedali alla vigilia dell’epidemia di Coronavirus. O a quelli dimenticati come il Frangipane dello scandalo criminale di Ariano Irpino, dove lo screening alla popolazione è stato fatto dopo 57 giorni di isolamento dal mondo. Con il rischio di mettere in ginocchio la già debole economia della cittadina irpina.
Ma vai Vicienzo, prestati a quest’altro “cabaret” che è l’unica cosa seria che (ti) è rimasta” (parole tue!): dopo essersi stancati di ridere i Campani ricorderanno che il tuo ruolo era quello di governare e non quello di fare la “macchietta” del tuo stesso e impalpabile governo regionale.
ANTICIPO TFS AI DIPENDENTI PUBBLICI. Semaforo verde con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale!
Introdotto con l’ultimo articolo della Legge 26 del 28.3.2019,per l’approvazione del Reddito di Cittadinanza e per la cosiddetta Quota 100 per il raggiungimento della pensione a 62 anni e 38 di contributi, l’anticipo del “Trattamento di Fine Servizio” ( o liquidazione o buonuscita, come è stata nel tempo denominata) per gli Statali, ha finalmente concluso i suoi percorsi burocratici ed è stato recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica l’iter procedurale per richiedere i 45.000 mila Euro di anticipazione alle banche convenzionate.
Dall’entrata in vigore di Quota 100 è già passato quasi un anno. Ma è pur sempre motivo di soddisfazione, oltre che una grande opportunità per i neo pensionati o quelli prossimi, ricevere in tempi più brevi questa anticipazione di denaro sacrosantamente dovuti e di proprietà esclusiva dei lavoratori, i quali avevano accumulato queste cifre anno dopo anno di servizio, con trattenute automatiche prelevate dal proprio stipendio.
Liquidazione che mai nessuno avrebbe pensato di congelare o sequestrare in parte o completamente, anche solo per qualche tempo! Nessuno, tranne l’ineffabile Mario Monti, il Presidente del Consiglio più sciagurato e odiato della storia Repubblicana. Grazie a l’unica soluzione che questi grandi economisti illuminati, riconducibili o “autorevolmente iscritti” alla intellighenzia riformatrice della sinistra nostrana, potessero immaginare e partorire: TASSARE E VESSARE I LAVORATORI E I PENSIONATI A REDDITO FISSO, fino a derubarli del sacrosanto diritto di godere dei propri sacrifici di una vita. Cioè a dire, bloccando loro la corresponsione della “Buonuscita”da un minimo di due anni dalla data di effettivo pensionamento, ai 4 anni, necessari per vedersi corrisposta la seconda rata e poi il saldo della liquidazione. Un furto con destrezza a tutti gli effetti!
Ma lasciamo per un attimo le follie di Monti e della sua “Ancella” Fornero (altro Ministro famoso per le sue felici intuizioni e le iniziative stupefacenti per il “benessere” dei lavoratori, salvo poi a piangere commossa per i disastri prodotti!) e passiamo a valutare con ragionevolezza e buon senso pratico gli effetti benefici e oltremodo salutari per la nostra economia, introdotti dall’anticipazione della liquidazione prevista dalla normativa di Quota 100. Abbiamo detto che l’importo massimo erogabile tramite anticipazione bancaria non può superare i 45.000 Euro per cittadino in quiescenza. Sappiamo anche che coloro che hanno usufruito della normativa di Legge in discorso, fortemente voluta dalla Lega, per l’uscita anticipata dalle proprie Amministrazioni Pubbliche di appartenenza, ammontano a circa 300 mila lavoratori per il 2019 e che un numero pressoché analogo si accinge a lasciare il lavoro nel corso del 2020 o ha già usufruito delle “finestre” previste in questi primi 6 mesi di quest’anno.
Moltiplicando l’importo immediatamente liquidabile (i citati 45.000 Euro) per il numero degli aventi diritto alla anticipazione stessa, viene fuori un considerevole tesoretto a disposizione di una vasta platea di potenziali acquirenti di beni e servizi, con un effetto moltiplicatore e a cascata per la ragionevole immissione di liquidità nel sistema economico e produttivo del Bel Paese. E, come se non bastasse, va anche detto che la medesima normativa per l’anticipazione bancaria del TFS, va applicata anche a quei lavoratori che usufruiscono delle modalità ordinarie e tutt’ora vigenti (Legge Fornero) per il raggiungimento della pensione. Come è noto, anche a questi lavoratori si applica il blocco della liquidazione, in quanto dipendenti pubblici. E, pertanto, la norma prevista da Quota 100 estende i benefici anche a costoro. Con un incremento davvero notevole delle risorse immediatamente disponibili per i neo pensionati e per l’auspicabile immissione di liquidità nel sistema economico nazionale. Come appare chiaro ai nostri lettori, in un periodo di recessione senza precedenti che ha avuto origine ancor prima del diffondersi della terribile epidemia da coronavirus e con il blocco sostanziale di molteplici e fondamentali asset industriali e produttivi, questa immissione di liquidità può costituire un autentico e insperato toccasana per l’intero sistema economico nazionale. Nonostante le forze di governo non abbiano compreso da subito la forza propulsiva e moltiplicatrice di questo provvedimento legislativo. O forse, più semplicemente, abbiano tentato di sminuirne la portata, per non concedere un vantaggio politico a quella forza politica che, al contrario, ha voluto fortemente approvarla e sostenerla nel lungo iter legislativo e applicativo, con puntiglio e determinazione.
George Orwell ci aveva avvertiti (1984) …
I dati relativi ai positivi al Coronavirus in Campania sono incoraggianti. Dopo qualche giorno senza nuovi contagi, la Regione Campania si dichiara covid free. Il Presidente De Luca, dall’alto della sua bontà, ha deciso di” smascherarci” a partire dal 22 giugno. Ma attenzione, niente assembramenti e mascherine sempre pronte all’uso quando si entra in un luogo al chiuso.
Sia chiaro che se i dati sono costantemente bassi è perché il popolo campano è attento e ci tiene alla propria salute, al di là delle solite dietrologie nordistiche.
Dopo aver dato del somaro a Salvini, dopo aver farneticato di catenaccio del Napoli, dopo averne dette di cotte e di crude anche al governo amico, continua la sua campagna elettorale che, per nostra fortuna, terminerà il 22 Settembre, quando saremo finalmente liberi di poterci liberare di lui (e speriamo anche di mandare a lavorare il figlio).
Nel frattempo siamo in attesa di capire se i festeggiamenti post Coppa Italia, porteranno o meno ad un aumento dei contagiati.
Nel caso in cui non ci sarà nessun aumento dei contagiati in Campania e nello specifico nella città di Napoli, vuol dire che finalmente ci siamo messi alle spalle i tempi di restrizione e distanziamento sociale e tutto quello che abbiamo vissuto tra Febbraio e Marzo è solo poco più che uno spiacevole ricordo. Non certo si potrà dire altrettanto per le tante famiglie campane che hanno subito lutti e privazioni a causa della tremenda epidemia.
Ora però, esperimenti scientifici a parte, dei tanti complotti di cui si parla, quali il 5G, i vaccini delle case farmaceutiche, il MES (questione per lo più europea), nessuno mai ha parlato concretamente dei pericoli e del potere che stiamo andando a mettere in mano a Gates e amici cybernauti, con l’avvento dello smart working, nel privato e nella P.A. e del sempre più dilagante e-commerce (Amazon Ebay Carrefour etc etc),delle consegne a domicilio “le delivery” e cosa più inquietante la famigerata app Immuni (che dicono tuteli la nostra salute e forse la nostra privacy. Ma con forti dubbi !) Con tutte le telecamere installate con la scusa delle applicazioni dei sofisticati scanner per la temperatura corporea e per la sicurezza.
La nostra enorme paura è che ci stiamo consegnando nelle mani di quei pochi che per interesse e per una mera questione di guadagno si trasformeranno nei nostri carcerieri, in una società futura che con la pretesa di diventare più Smart (oggi si dice così) ci porterà ad essere controllati, monitorati e spiati in ogni dove. Ci diranno quello che possiamo e dobbiamo fare con dei provvedimenti fatti ad hoc da un pool di scienziati a caccia di notorietà.
George Orwell ci aveva avvertiti (1984), il grande fratello è già tra di noi e non ce ne siamo neanche accorti.
HABEMUS PAPAM !! Finalmente sciolta ogni riserva: Caldoro è il candidato del centro destra
Dopo consultazioni estenuanti dei vertici dei partiti di centro destra con passi in avanti, seguiti da repentini ripensamenti e poi ancora accelerazioni e “feroci” distinguo con dichiarazioni reciproche al vetriolo, questo pomeriggio è stato dichiarato l’armistizio tra i tre contendenti:
Stefano Caldoro è il candidato del centro destra unito per contrastare lo sceriffo salernitano del PD.
Finalmente una decisione saggia, a questo punto, perchè non esiste all’ombra del Vesuvio nessun candidato di centro destra che presenti le stesse caratteristiche di onestà, capacità e competenza dell’ex Presidente della Regione Campania. O, per lo meno, nessun candidato universalmente gradito alle forze politiche di centro destra, che abbia desiderato fortemente e caparbiamente di cimentarsi in una competizione elettorale così difficile ed estenuante.
Un politico di razza ed autorevole che sgombra definitivamente il campo ad ipotesi di candidature esterne e dell’ultimo momento, che le ultime esperienze elettorali hanno dimostrato non essere gradite dall’elettorato di centro destra, soprattutto a Napoli e Campania. Regione del Mezzogiorno ove le problematiche antiche e le nuove emergenze richiedono piuttosto esperienza politica consolidata e illuminata visione strategica per uscire dall’emergenza infinita e imboccare concretamente la direzione dello sviluppo economico e sociale. Dello stesso tenore la dichiarazione dell’Onorevole Marcello Taglialatela, Presidente dell’Associazione Campo Sud, che in una nota dichiara:
“ Ho sempre creduto e sperato nel buon senso dei leader del centro destra e la scelta, pur se tardiva di Stefano Caldoro quale candidato Presidente del centro destra lo riprova ” .
“ La serietà, competenza e onestà, di Caldoro – continua Taglialatela – rappresentano l’esatto contrario dell’arroganza, faciloneria e della volgarità di De Luca”.
“ I problemi della Campania sono notevolmente accresciuti anche a seguito della pandemia – conclude Taglialatela – e non è possibile affrontare una realtà drammatica oltre ogni limite, con barzellette ordinanze farlocche ed enormi sprechi di risorse pubbliche sulle quali ( vedi ospedali prefabbricati per Covid ) indaga la magistratura”.
Ed ora occorre rimboccarsi le maniche. Il tempo è davvero tiranno e pochissime settimane rimangono a disposizione di Stefano Caldoro per serrare le fila del centro destra campano, distratto da polemiche interne e defezioni vergognose ( ma auspicabili! ) di personaggi troppo legati alle proprie fortune elettorali piuttosto che ai reali bisogni della popolazione campana e dalla necessità di dare un Governo degno di questo nome ai propri cittadini.
Di questa gente proprio non c’è bisogno! Li ritroveremo, con la loro faccia di bronzo, sul carro di De Luca che imbarca sempre più “lecchini” e trasformisti di professione.
In bocca al lupo, Stefano. Campo Sud ti sosterrà con passione e la giusta determinazione. Fino alla vittoria!
Ariano Irpino: area pilota della gestione De Luca
La seconda fase della fase due che è stata tale per l’Italia tutta eccetto per la Campania, quella che avrebbe restituito alle persone una sorta di normalità, almeno apparente, dovrebbe sancire anche il tempo del ritorno a poter fare confronti, incontri e dibattiti. Dovrebbe essere quindi il tempo del tramonto dei soliloqui, dei comizi senza contraddittorio cui ultimamente sono avvezzi governanti illuminati e mancati statisti improvvisatisi.
Di contro nelle piazze e fra la gente si potrà finalmente iniziare a far circolare le idee, ci si potrà incontrare e scontrare sul piano dialettico, si potrà ritornare finalmente a far politica sul territorio che non è quella di proclami live, delle dirette Facebook e degli annunci dalle tivvù private e logo istituzionale.. Dovrebbe tramontare, quindi, anche il De Luca reinventato, quello emerso dall’emergenza che adesso si avvia a finire e che dovrà restituirci il De Luca vero, quello che il suo stesso partito di appartenenza, solo qualche mese fa, prima dell’epidemia, non pensava minimamente di ricandidare per la corsa a palazzo Santa Lucia. Quel De Luca uscito vittorioso cinque anni fa solo grazie al tristemente noto “patto di Marano”, oggi impudentemente in gran rispolvero, con cui i demitiani convogliarono le loro preferenze verso l’attuale Governatore, dando vita all’iniquo, se non scellerato, accordo che di fatto sanciva la morte delle aree interne, non solo del singolo centro, ma addirittura intere province come Avellino e Benevento, anteponendo, chissà perché, Salerno a Caserta e addirittura a Napoli capoluogo.
Adesso “Vicienzo”, chissà perché, riparte proprio da un piccolo centro di un’area interna di una provincia dell’entroterra dimenticata: Ariano Irpino, piccolo centro della verde Irpinia, distante meno di un’ora di macchina dalla Nusco baluardo demitiano, eletta addirittura area pilota per lo screening di massa.
Nella città del Tricolle ha sede l’unico ospedale che ha resistito ai famigerati tagli alla sanità dello “sceriffo”, accentrando in sé tutti i comuni del circondario, tuttavia non immune da decurtazioni e privazioni di risorse, uomini e mezzi.
La direttiva deluchiana farcita – come è risaputo – di riduzione del personale, tanto che medici ed infermieri sono stati spostati da altri reparti per consentire la riapertura dell’unità di pronto soccorso, male equipaggiati al punto che, come si è appreso dalle interviste circolate nei giorni di punta del contagio, i Direttori Sanitari invitavano il personale in prima linea ad indossare una doppia mascherina, qualora ne possedessero, ha fatto sì che il nosocomio ufitano si piegasse contagiando gran parte del personale sanitario fino a dover chiudere l’intera struttura ospedaliera per un’opera di sanificazione completa.
Una bomba sanitaria che non ha risparmiato nemmeno le RSA ubicate ai piedi dello stesso comune irpino e l’intera cittadina, compreso il personale civile. Una situazione ingovernabile che nello stesso giorno ha visto sia le dimissioni del direttore generale dr. Gennaro Bellizzi, sia l’emanazione dell’ordinanza regionale per mezzo della quale De Luca ha blindato Ariano Irpino rendendola zona rossa, seguita da altri sette comuni, uno nella Valle caudina, uno del beneventano e ben cinque del Vallo di Diano.
Lucchetti ai comuni, blocco della circolazione, confini invalicabili, divieti su divieti per i cittadini, chiusure di tutto, sospensione di ogni funzione vitale orgogliosamente sciorinati urbi et orbi, pubblicizzati su ogni piattaforma pubblica e privata, investimenti a destra e a manca per dire che intendeva fare ciò che si sarebbe dovuto vedere nell’evidenza dei fatti.
Una prima ordinanza cui è seguita una proroga per un totale di cinquantasette giorni cui segue un minuzioso centellinare degno del miglior stato di polizia in cui nulla è stato fatto per capire qualcosa sull’origine del contagio, sulla sua diffusione, sul modo per combatterlo e soprattutto per evitarlo. Due mascherine a famiglia indipendentemente dalla composizione del nucleo familiare, come per gli altri comuni, uno qualsiasi, monouso, ma per l’intera quarantena, non a norma e di un materiale non meglio identificato. Che se vendute da qualsiasi esercizio commerciale lo si sarebbe potuto denunciare per truffa. Ma De Luca parla il politichese che fa esultare le anime semplici dalla bandiera facile e dalla difesa a priori che è tifo, assurgendo a statista di quella popolazione copiosa che è la Campania troppo copiosa da essere rinchiusa in casa. Ignorando un problema che, non dicendoci se ancora esiste, se è risolto e se persiste, si è preferito nasconderlo sotto al tappeto.
Misure che hanno certificato l’inefficienza dei provvedimenti adottati visti i nuovi contagi registrati nel territorio arianese, diretti figli del lockdown da parte dal governatore vocato al lanciafiamme tra gag, macchiette e gigionerie mediatiche che hanno creato un personaggio per compensare – leggasi divertire pur di distrarre – alle mancanze di amministratore.
Chissà se la stessa fermezza, gli stessi modi risoluti e qualche comica minaccia in stile sceriffo di cui ormai è pieno l’etere avrebbero fatto sì che la domanda, presentata nei tempi e nei modi giusti dal commissario prefettizio Silvana D’Agostino, includesse nella lista dei comuni ex zona rossa per l’istituzione di 200 milioni di euro a sostegno dell’economia ormai in ginocchio anche Ariano Irpino, sempre più dimenticata da tutti e ad ogni livello.
Tony Fabrizio
Esposto alla Procura della Repubblica On. Marcello Taglialatela
Al Procuratore Generale
Dott. Giovanni MELILLO
PROCURA DELLA REPUBBLICA
N A P O L I
Il sottoscritto Marcello TAGLIALATELA, nato a Napoli il 29 novembre 1955 ed ivi residente alla Discesa Gaiola 3, nella qualità di presidente dell’Associazione “CAMPO SUD”, con sede in Napoli alla via Brecce a S.Erasmo 112/114, espone alla S.V. quanto segue, al fine di verificare l’esistenza di comportamenti penalmente rilevanti da parte dei responsabili amministrativi delle azioni sotto riportate:
PREMESSO
– Che in data 17 marzo 2020 l’Amministratore Delegato di SO.RE.SA. SpA (società regionale per la sanità) con propria determinazione N. 56 ha indetto una procedura negoziata, ai sensi dell’art. 63 (Codice degli Appalti) comma 2 lettera c), per la stipula di un Accordo Quadro per la fornitura di strutture modulari di posti letto mobili per la terapia intensiva da destinare all’Ospedale del Mare, alla A.O. San Sebastiano di Caserta ed alla A.O. San Giovanni e Ruggi di Aragona, da aggiudicarsi secondo il criterio del minor prezzo, ai sensi dell’art. 95 co. 4 del D.Lgs. 50/2016 con scadenza del termine per la presentazione delle offerte fissato per il giorno successivo, vale a dire 18 marzo 2020 ore 19,00;
CONSIDERATO
– Che tale procedura è stata affidata alla SO.RE.SA. con Decreto N. 46 del Presidente della Regione Campania;
– Che tale procedura prevedeva da parte dei concorrenti la disponibilità e la fornitura, a pena di esclusione, di tutto quanto occorrente per la realizzazione dei posti letto in terapia intensiva;
– Che la SO.RE.SA. con proprio atto ha prodotto le schede tecniche relative alle caratteristiche specifiche minime delle attrezzature occorrenti per i moduli di terapia intensiva, pena l’esclusione dalla procedura
– Che in data 19 marzo 2020 la Direzione della SO.RE.SA. con verbale del seggio di gara ha determinato l’ammissione di 1 solo concorrente alla procedura negoziata;
– Che per effetto dei motivi di urgenza che giustificavano il ricorso alla procedura ex art. 63 del Codice degli Appalti il soggetto affidatario della fornitura aveva l’obbligo di predisporre il D.U.V.RI. (Documento Unico di Valutazione del Rischio) di dettaglio entro 15 giorni dalla stipula del contratto;
– Che tutta la procedura di gara, ivi comprese le motivazioni e l’urgenza della fornitura erano finalizzate alla effettiva disponibilità e fuonzionalità dei posti letto di terapia intensiva;
RILEVATO
– Che alla data odierna, trascorsi oltre 45 giorni dalla stipula del contratto, non risulta essere materialmente funzionante alcuno dei posti letto di terapia intensiva previsti dalla gara;
CHIEDE
alla S.V. di accertare eventuali irregolarità sia nella procedura che nell’espletamento della gara medesima.
Esposto alla Procura della Repubblica per le modalità di acquisto dei moduli prefabbricati ospedalieri.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo del primo esposto presentato al Procuratore Generale della Repubblica di Napoli il 6 Maggio scorso, dall’On. Marcello Taglialatela, in ordine alle procedure adottate dalla Regione Campania, per il tramite della piattaforma Soresa, per l’acqisto, in procedura negoziata, dei moduli prefabbricati necessari alla realizzazione dei posti letto di terapia intensiva negli spazi esterni antistanti l’Ospedale del Mare (Napoli); Ospedale San Sebastiano (Caserta) e Ospedale Ruggi d’Aragona (Salerno).
Valutate talune circostanze, non ultimo la mancata fornitura di attrezzature e presidi sanitari necessari al corretto ed efficace funzionamento delle strutture sanitarie in discorso, il denunciante richiedeva all’Autorità giudiziaria, di fare piena luce sulle eventuali irregolarità, tanto nelle procedure tecnico-amministrative adottate, quanto nell’espletamento delle varie fasi della gara di acquisto dei moduli prefabbricati.
La Redazione di Campo Sud ha ritenuto opportuno, dal punto di vista della completezza e trasparenza dell’informazione, di pubblicare il testo di questo primo esposto, cui seguiranno altre integrazioni prodotte all’A.G. a cura dell’On Marcello Taglialatela :
Addio a Mariolino Corso, ala sinistra della Grande Inter. Allenatore indimenticato dell’unico Scudetto Azzurro della squadra Primavera.
Ci ha lasciato un autentico Signore del calcio Italiano. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 25 Agosto. Mariolino Corso, giocatore eclettico e di poche parole, lega il suo nome alla Grande Inter degli anni 60 ove esordì a soli 16 anni con un gol al Como in una sfida di Coppa Italia. Rete che gli regalò il record di goleador più giovane della squadra nerazzurra. Era una mezza punta classica. Quella che oggi definiremmo “trequartista”. Ma nell’Inter giocò sempre da ala sinistra con il classico numero 11 sulle spalle. Era un “sinistro” molto talentuoso e diventò famoso per i suoi velenosissimi calci di punizione a “foglia morta” che Mariolino calciava imprimendo repentini mutamenti della traiettoria del pallone. Era la dannazione dei portieri di quegli anni 60 e 70 che seguivano allenamenti specifici per tentare di contrastare le sue giocate micidiali da fermo, meritandosi l’appellativo di Mandrake.
Nel massimo campionato di calcio segnò il suo primo gol a 17 anni, in una gara contro il Bologna terminata 3 a 0 per l’Inter. Era il 30 novembre del 1958.
Corso conquistò con l’Inter di Herrera e del Presidente Angelo Moratti ben 4 Titoli Nazionali (1963; 65; 66 e 1971) due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali (1964 e 65). Giocò con la maglia nerazzurra quindici campionati di fila, realizzando complessivamente 94 reti. Giocò con l’Inter sino alla conquista dello Scudetto del 1971. Passò poi al Genoa dove giocò ancora sino al 1975, quando fu costretto al ritiro per i postumi di una grave frattura ad una tibia che non si era mai ricomposta adeguatamente.Dopo l’addio al calcio giocato, Corso decise di prendere il patentino di allenatore di calcio. La sua prima esperienza da trainer gli fu offerta proprio dal Napoli Calcio, al tempo guidato da Corrado Ferlaino. Mariolino fu designato Responsabile del Settore Giovanile e con la squadra Primavera conquistò il primo e unico (al momento) scudetto Tricolore della categoria. Era il 1979.
In quella squadra Primavera giocavano giovani promettenti del calibro di Volpecina, il portiere Di Fusco, Celestini e Caffarelli. Calciatori che sarebbero stati determinanti, qualche anno dopo, nella conquista dei due scudetti del Napoli di Maradona. Corso rimase nel Napoli sino al 1982, allevando numerosissimi calciatori di talento e confermando, a livello nazionale, la qualità indiscutibile del vivaio del Napoli.
Il suo nome rimarrà sempre legato alla Società Calcio Napoli e a quella meravigliosa avventura dello Scudetto Primavera, conquistato da un personaggio davvero unico e indimenticabile per tutti gli appassionati autentici del Calcio Italiano. La Redazione di Campo Sud esprime alla famiglia i sensi del proprio cordoglio per la scomparsa del grande campione.
Napoli: Revocati i domiciliari agli aggressori dei poliziotti di Piazza Bellini. Le Forze dell’Ordine ringraziano i Magistrati!
Nel pomeriggio che ha preceduto l’attesa finale di Coppa Italia e tra l’interesse generale della città rivolto esclusivamente a questo avvenimento sportivo, il GIP presso il Tribunale di Napoli, al termine di una rapida udienza, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari e l’obbligo, per i tre aggressori dei poliziotti in Piazza Bellini, domenica scorsa, di presentazione alla Polizia Giudiziaria per tre giorni alla settimana. Un vero schiaffo in pieno volto ai tutori dell’Ordine pestati e contusi nella folle notte di Piazza Bellini, quando erano intervenuti su chiamata al 113 da parte di alcuni cittadini residenti, per gli schiamazzi, le urla e i fuochi pirotecnici esplosi in piena notte da diversi giovani appartenenti ai centri sociali, apparentemente ubriachi o sotto l’effetto di sostanze allucinogene. Situazione ben nota in città da diverso tempo e che viene ripetutamente denunciata dalle Associazioni dei cittadini residenti, ormai ostaggi preferiti dei giovani “nottambuli” occupanti degli spazi all’aperto della movida del Centro Storico.