lunedì, Gennaio 6, 2025
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IL SETTORE ORAFO SI CONFERMA IN BUONA SALUTE: CENTRALE IL RUOLO DELLA PRESENZA NEI MERCATI INTERNAZIONALI.

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Romualdo Pettorino (CNA Orafi Campania): “Nel Mezzogiorno prioritario fare rete tra aziende di settore”

Mentre a Vicenza si è presentata la quinta edizione dell’inchiesta congiunturale sul settore orafo realizzata dal Club degli Orafi, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, un po più in giù nello ‘stivale’ si continua a discutere sulla nascita del Distretto Orafo campano che per adesso ha messo d’amore e d’accordo solo la politica locale. Intanto, numeri alla mano, i risultati dell’inchiesta sul comparto orafo permettono di integrare e completare le statistiche ufficiali del settore con una visione aggiornata che sottolinea soprattutto il fatturato in forte crescita. Questo exploit incrementale, che vede l’Italia primo esportatore europeo il cui valore si assesta a 8 miliardi e mezzo di euro, è dovuto anche ai mercati internazionali che continuano a ricoprire un ruolo centrale per la crescita del settore. Il 2024 invece presenta delle strozzature e gli operatori mostrano maggiore prudenza soprattutto sulle piccole imprese.

“Sono proprio i piccoli – commenta Romualdo Pettorino, presidente CNA Orafi Campania – ad essere l’ossatura economica del Paese, proprio come qualsiasi filiera. Il settore orafo non si sottrae a questo, anzi, ne amplifica la portata essendo un comporta in crescita esponenziale al di là della geolocalizzazione delle attività”. Il noto gemmologo ha poi proseguito: “ovviamente il contesto a sud dello stivale cambia, la questione è fisiologica, il settore è il medesimo, cambia l’influenza che la politica ha sulle scelte industriali. Infatti – sottolineato il presidente Pettorino – pur in un contesto incerto sarà determinante sostenere la propensione a investire per rafforzare il livello di innovazione ed efficienza dei processi, soprattutto nel nostro Mezzogiorno, dove i punti di forza indiscussi sono creatività, artigianalità e flessibilità produttiva”. “Per questo ribadisco il concetto espresso già molte volte: Nel Mezzogiorno è prioritario fare rete tra aziende e Hub lontane dal fumo della propaganda e maggiormente dedite al rilancio del made in Italy la vera e unica plusvalenza del Sistema Paese” – ha poi concluso Pettorino.

 

Miracolo a Bagnoli. Gianni Lepre: “Polo Tecnologico Ambientale un concept che punta a ricerca e innovazione”

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La Bagnoli dei miracoli sembrava destinata ad essere solo un ricordo, considerato il flop bonifica dell’ex Italsider, e la rimozione fantasma della colmata a mare che tante polemiche politiche e istituzionali ha generato negli ultimi 20 anni.

Nonostante ciò, quasi in sordina, proprio nel quartiere di Bagnoli si verificherà un mezzo miracolo. Ovviamente “miracoli” per modo di dire, anche in considerazione del fatto che per decenni si sono realizzate operazioni di bonifica e impiantate alcune strutture, come il Parco dello Sport, rimaste poi di fatto inutilizzate. Ora, invece, apre il cantiere di un piano imprenditoriale che risale al primo decennio del secolo: il Polo Tecnologico Ambientale.

“L’idea era vincente, tanto da resistere a distanza di più di tre lustri” – commenta Gianni Lepre, economista e presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli.

“Il Green – ha poi continuato Lepre –  è ancora una strada maestra per l’impresa moderna e i promotori del Polo hanno contribuito a modernizzarne il concept, puntando sulla ricerca nei settori dell’energia e della sostenibilità. In questo però e in attesa di approfondire i contenuti, l’auspicio di tutti è che l’investimento privato per la nuova Bagnoli parta col piede giusto”.

Il noto economista che tra l’altro è consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano ha poi concluso: “È fondamentale che la progettualità e le iniziative che troveranno attuazione negli spazi finalmente liberati per la riconversione dell’area, siano di qualità e produttivi in termini economici e occupazionali e questa è l’unica base solida sulla quale poter costruire la promozione e l’innovazione dell’intera area”, oggetto di riqualificazione complessiva.

A CAPRI LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARCO ALTORE. 9 Luglio sala Consiliare Comune di Capri.

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Martedì 9 luglio, alle ore 18, presso la sala consiliare del Comune di Capri, si terrà la presentazione del libro di Marco Altore “La regina del Mediterraneo. Napoli e la Mostra d’Oltremare”. A discutere con l’autore saranno il sindaco di Capri, Paolo Falco, ed Antonino Salvia, funzionario del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. Previsti i saluti del docente Antonio Lepre, che ha curato l’introduzione del testo. Modera il giornalista Luciano Garofano. Il libro del giornalista Marco Altore è la rielaborazione della tesi di laurea magistrale che l’autore stesso ha discusso con lode nel 2017 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. La pubblicazione dello scritto, curato nella prefazione dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, è avvenuta per celebrare gli 84 anni del complesso espositivo di Fuorigrotta, dove a maggio scorso è avvenuta la prima presentazione alla presenza di istituzioni locali e nazionali. L’inaugurazione della Mostra, infatti, si tenne il 9 maggio 1940. Il testo, pubblicato da “L’Orientale Editrice”, racconta nella prima parte il forte rinnovamento urbanistico di Napoli a cavallo tra le due guerre avendo come suo apice la realizzazione della Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare. Cosa rappresentava la Mostra per il governo del tempo e per la città e cosa significa ancora oggi per Napoli e l’intera Campania. Nel libro spazio anche alla realizzazione della nuova stazione marittima di Napoli, attualmente funzionante, che era utile non solo a favorire i collegamenti con i possedimenti coloniali ma anche a migliorare ed incentivare i collegamenti con le isole del Golfo per sostenere economia, lavoro e turismo dell’epoca. Il testo illustra una puntuale ricostruzione storica dei fatti attraverso fonti bibliografiche, siti specializzati ed anche giornali e testimonianze dell’epoca. Nella seconda parte si affronta la chiusura della Mostra per cause belliche, i conseguenti danneggiamenti e la riapertura nel 1952, alla presenza del Presidente Einaudi, come Mostra Triennale del Lavoro Italiano nel Mondo fino ad arrivare agli ultimi anni di rilancio dopo fasi di decadimento. La tesi di laurea del giornalista Altore ha ricevuto nel 2017 il Premio Masaniello Napoletani Protagonisti ed un estratto è stato pubblicato nel numero monografico della rivista “Meridione-Sud e Nord del Mondo” per celebrare gli 80 anni della Mostra.

MOZIONE DELLA LEGA IN COMUNE DI NAPOLI E ALLA V° MUNICIPALITA’ CONTRO I FURBETTI DELLE OCCUPAZIONI ABUSIVE.

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DALL’UFFICIO STAMPA DELLA LEGA, RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIERE DELLA V° MUNICIPALITA’ (ARENELLA/VOMERO) DOTT. EMANUELE PAPA, IN ORDINE ALLE OCCUPAZIONI DI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA (EX I.A.C.P.) NELLA CITTA’ DI NAPOLI E DELLA PROVINCIA.

La redazione di Campo Sud.

 

Emanuele Papa (Lega Giovani Napoli): “Presentata nella V Municipalità e al comune di Napoli” una mozione contro le occupazioni abusive. Basta scuse per i furbetti sulle spalle dei napoletani onesti.”

“ Abbiamo presentato oggi- scrive in un comunicato il coordinatore della lega giovani di Napoli – una nota contro i furbetti dell’abusivismo”

“Con Ilaria Salis la sinistraaggiunge il Consigliere della Lega sta cercando di normalizzare l’occupazione delle case popolari: noi condanniamo questo atteggiamento criminale. Una casa si affitta o si compra, se ne si ha la possibilità, o ci si mette in graduatoria, se in difficoltà abitativa o finanziaria, per vedersi assegnato un alloggio di edilizia residenziale pubblico.”

“Con questa mozione lanciata dall’On Luca Toccalini  -conclude il Consigliere Papa-vogliamo stigmatizzare la solita filosofia dei centri sociali e vedere cosa risponderanno i sindaci e i presidenti di municipalità di sinistra: sono per la legalità o assumeranno la posizione della compagine Verdi-Sinistra italiana che fa parte della maggioranza dell’ attuale amministrazione?”

I PRIMATI DI DE LUCA: LA CAMPANIA MAGLIA NERA NELL’AUMENTO DEL CEMENTO ILLEGALE SULLE COSTE.

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E’ stata pubblicata recentemente l’indagine tecnica di “Legambiente” sull’incremento delle costruzioni abusive lungo i litorali del Bel Paese, nel corso degli ultimi due anni 2023/2024.

Tra i vari “primati” conquistati sul campo dal Presidente sceriffo Vincenzino De Luca nel corso della sua attività di Governatore della Regione Campania, c’é anche questo ambìto trofeo attribuito dalla più antica e riconosciuta Associazione Ambientalista nazionale: LEGAMBIENTE, che ha svolto la sua indagine in maniera impeccabile e con rigore scientifico, nonostante sia da annoverare tra le organizzazioni ambientaliste più vicina alle sinistre nostrane. Ebbene, secondo la ricerca di Legambiente, la Regione Campania é quella con il maggior numero di “colate di cemento” abusive lungo i litorali della Campania felix, che si estendono dal Garigliano, sino a Sapri, nel più profondo Cilento.

Complimenti allo sceriffo per aver vigilato con oculatezza  le coste campane, salvaguardandole “efficacemente” da questo tristissimo e inaccettabile attacco dei soliti e noti “predatori” del territorio.

LE CRITICITA’ DEL TURISMO A NAPOLI IN QUESTO INIZIO DI STAGIONE ESTIVA.

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PUBBLICHIAMO ANCORA UN VIDEO DELLA TRASMISSIONE “GIANNI LEPRE INCONTRA” ANDATA IN ONDA QUESTA SETTIMANA, CON IN STUDIO IL NOSTRO DIRETTORE DEL QUOTIDIANO CAMPO SUD, INTERVISTATO DALL’ECONOMISTA GIANNI LEPRE SUI TEMI SEMPRE APPASSIONANTI E DI ATTUALITA’ DEL TURISMO A NAPOLI E DELLE ENORMI CRITICITA’ ANCORA ESISTENTI E NON AFFRONTATE ADEGUATAMENTE DALLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI E REGIONALI DEL CAPOLUOGO CAMPANO.

SI DISCUTE DI TRASPORTI, DELL’ASSENZA DI LINEE URBANE DEDICATE AI TURISTI CHE, TUTTAVIA, AUMENTANO DI SETTIMANA IN SETTIMANA, SOPRATTUTTO IN QUESTO INIZIO DI STAGIONE ESTIVA.. MA SI DISCUTE ANCHE DELLE DIFFICOLTA’ DI POTERSI SPOSTARE DA UNA ZONA ALL’ALTRA DELLA CITTA’ SENZA UN ADEGUATO ED EFFICIENTE SERVIZIO DI AUTOBUS URBANI CHE POSSANO RAGGIUNGERE DIRETTAMENTE LE ZONE TURISTICHE DI MAGGIOR PREGIO DELLA CITTA’. PENSIAMO A POSILLIPO CON IL SUO INCANTEVOLE PARCO ARCHEOLOGICO DI PAUSILYPON (IN DISCESA COROGLIO) CONOSCIUTO ANCHE COME LA GROTTA DI SEIANO, O IL PARCO DELLA RIMEMBRANZA (O VIRGILIANO) DI CAPO POSILLIPO. PER NON PARLARE DI MARECHIARO O LA GAIOLA O LE INNUMEREVOLI ALTRE DESTINAZIONI ARTISTISTICHE E NATURALISTICHE ESISTENTI. E POI PENSIAMO ALLE DIFFICOLTA’ DI RAGGIUNGERE IL VOMERO CON I SUOI IMPAREGGIABILI MUSEI, A PARTIRE DA CASTEL SAN ELMO, SITUATO NEL PUNTO PIU’ ALTO E PANORAMICO DEL QUARTIERE COLLINARE. E POI IL MUSEO DI SAN MARTINO CON LE SUE COLLEZIONI DI CARROZZE BORBONICHE. E ANCORA IL PARCO DELLA FLORIDIANA CON ANNESSO MUSEO DUCA DI MARTINA, CON LE SUE COLLEZIONI DI CERAMICHE ARTISTICHE DI CAPODIMONTE.  E POTREMMO CONTINUARE CON IL REAL BOSCO DI CAPODIMONTE E LA PINACOTECA, OSPITATA IN UNA AFFASCINANTE REGGIA BORBONICA, OVE E’ POSSIBILE AMMIRARE, TRA LE ALTRE OPERE DI GRANDE RILIEVO ARTISTICO-CULTURALE, ANCHE GLI AFFRESCHI DI RAFFAELLO, TIZIANO,CORREGGIO E TUTTA LA COLLEZIONE FARNESE.

MUSEI E SITI NATURALISTICI DI INCOMMENSURABILE BELLEZZA CHE SONO SITUATI NELLE COLLINE NAPOLETANE E QUINDI LONTANI DAL CENTRO STORICO, OVE ATTUALMENTE SI CONCENTRA IL NUMERO PIU’ RILEVANTE DI TURISTI CHE, LORO MALGRADO, SON COSTRETTI A DESISTERE DALLA OPPORTUNITA’ DI UNA VISITA ESCLUSIVA,  PER COLPA DELLA CARENZA ASSOLUTA DI AUTOBUS PUBBLICI DEDICATI AI FLUSSI TURISTICI.

SI E’ PARLATO ANCHE DI GASTRONOMIA E DI MUSICA CLASSICA NAPOLETANA, AUSPICANDO UN RINNOVATO INTERESSE PER QUESTA FORMA DI ARTE DALLE FORTI E ANTICHE TRADIZIONI PARTENOPEE.  

L’INTERVISTA SI CHIUDE CON L’AUSPICIO DI REALIZZARE ED IMPLEMENTARE IN CITTA’ UN POLO INTERNAZIONALE DELLA RICERCA SCIENTIFICA DA AFFIDARE ALLE UNIVERSITA’ NAPOLETANE E CAMPANE, INCORAGGIANDO E INDIVIDUANDO ANCHE ISTITUTI PRIVATI DI RICERCA SCIENTIFICA CHE POSSANO COLLOCARSI NELLA REALTA CITTADINA, PER OFFRIRE AI GIOVANI LAUREATI MERIDIONALI UNA OCCASIONE DI CRESCITA PROFESSIONALE DI PRESTIGIO, SENZA DOVER LASCIARE IL NOSTRO PAESE.

PER LA REDAZIONE DI CAMPO SUD QUOTIDIANO

LUCIANO AURIEMMA 

SEGUIAMO INSIEME IL VIDEO SOTTOSTANTE:

 

 

 

 

IL BOOM DELLA RICERCA SCIENTIFICA A NAPOLI E IN CAMPANIA

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L’economista Gianni Lepre: “A Napoli Sta nascendo una nuova generazione di imprenditori e di imprese ad alto tasso di innovazione”

Dal Technology Forum Campania di Ambrosetti emergono dati confortanti per il posizionamento della regione in tema di ricerca e sviluppo. Gli investimenti sono pari a 1,47 miliardi, la Campania è prima nel Mezzogiorno e settima assoluta in Italia. L’incremento rispetto al 2016 è del 15,6%, ma l’incremento c’è ed è evidente, considerando anche  l’aumento del numero di ricercatori. “In questa graduatoria – esordisce l’economista Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano – Napoli e la Campania non sono soltanto primi nel Mezzogiorno, ma si posizionano subito dietro al Piemonte e alla Toscana”. Il noto economista che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi dell’Ordine dei Dottori Commercialisti Napoli, ha poi continuato: “Il Polo universitario napoletano di San Giovanni a Teduccio sta trascinando il settore della Ricerca e Sviluppo nella regione, ma nello stesso tempo la sta internazionalizzando. Nel prestigiosissimo Campus partenopeo la metà degli iscritti alla Apple Academy sono stranieri. I giovani studenti campani, al contrario di quanto accade nel resto del Mezzogiorno, spesso preferiscono laurearsi in una delle sette università della regione. Il numero degli iscritti negli atenei campani è inferiore solo a quello rilevato nel Lazio e in Emilia Romagna, ma la realtà napoletana tra Apple e Cisco Accademy è di prestigio e valore mondiale”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Il dato forse più significativo è che con una percentuale dell’11,3 %, la Campania è prima assoluta in Italia per quota di imprese under 35 sul totale della regione. In pratica, e senza fare rumore, sta nascendo una nuova generazione di imprenditori e di imprese ad alto tasso di innovazione, a cui manca solo la cassa di risonanza utilizzata per il Nord”.

LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, AUTENTICO E PALESE OBIETTIVO DELLE SINISTRE. (NON TROPPO NASCOSTO!)

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Non vorrei che si pensasse che quelli che sono fuori di testa sono i redattori e giornalisti di questo quotidiano. Tornare spesso su taluni argomenti può anche diventare monotono. Noi saremmo tanto lieti di non dover più affrontare argomenti simili. Ma come si fa se la sinistra nostrana non ha altri argomenti di discussione. Come potremmo tacere, come potremmo interpretare le ultime “uscite”, che definire demenziali é davvero poco e non rende adeguatamente l’idea.

Avevamo contestato alla sinistra la loro proverbiale demagogia quando questi parlavano di inutili passeggiate dei rappresentanti del Governo, Meloni compresa, in quel di Caivano e, al contrario, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tranne di chi non ha il coraggio o la faccia di guardare.

Abbiamo contestato le frottole che la sinistra sbandierava “Urbi et Orbi” su una presunta, (anzi auspicata dalla sinistra) profonda crisi economica in cui sarebbe precipitato il nostro Paese. E invece non c’é indicatore o osservatore nazionale o internazionale che non esprima giudizi più che lusinghieri sulla nostra economia, confortata dai fatti e dai numeri che non possono essere discussi o disconosciuti.

Parlavano con rabbia di “emergenza occupazione” e, al contrario, l’Italia si conferma il Paese Europeo con il maggior numero di posti di lavoro creati con contratti a tempo indeterminato di tutta l’area Euro, con record davvero strabilianti in termini di nuova occupazione prodotta. (nonostante le difficoltà internazionali, con due guerre alle porte dei nostri confini orientali e dei nostri mari).

Si erano affannati a “latrare” sulle scadenze del PNRR e sui percorsi di finanziamento europei “arenati” pericolosamente per colpa di una presunta incompetenza del Governo e, invece, siamo il primo Paese dell’Area Euro ad aver ricevuto tutte le trance di finanziamento sin qui previste e ad aver ricevuto consensi unanimi dai Commissari Europei sulla rimodulazione dei precedenti progetti, dimostratisi disarmonici e poco produttivi per un effettivo rilancio della nostra economia, in uno con un concreto e auspicabile sviluppo dei territori più disagiati.

E non sapendo proprio cosa inventarsi ancora, ecco spuntare l’occasione che, per questi “scienziati della politica,” sono apparsi una ghiotta opportunità di polemica becera e “farlocca” da inscenare con tutta “l’artiglieria pesante” di cui dispone la sinistra: dai giornali allineati ai social monopolizzati, dai talk show più alla moda antigovernativa, alle dotte lezioni di diritto dei tanti soloni politicizzati e incartapecoriti ma “riesumati” per la bisogna, al fine di vomitare sentenze sprezzanti e preoccupanti sul futuro del nostro Paese. Lasciando intravedere scenari funerei di una Italia spaccata in due o più tronconi a causa della cosiddetta riforma dell’Autonomia Differenziata, recentemente approvata dal Governo Meloni.

E allora, a noi spetta il compito (ma non solo a noi. Sarebbe auspicabile una “campagna” politica dei partiti del centro destra, a maggior chiarimento delle motivazioni della riforma, partendo dai vecchi Circoli, laddove ne esistano ancora alcuni, alle piazze delle città a partire dal Mezzogiorno, per risalire poi tutto lo stivale) di svelare l’ennesima e ipocrita “battaglia” di una sinistra di retroguardia tutta concentrata esclusivamente sulla “possibile spallata” da assestare al Governo, su un tema apparentemente sensibile. Sinistra che fa finta di dimenticare che proprio la battaglia istituzionale e parlamentare sulla riforma dell’Autonomia Differenziata é un vecchio pallino della sinistra e dei Governatori delle Regioni amministrate dal Centro Sinistra. (Il Campano De Luca e l’Emiliano Bonaccini su tutti). Governatori del PD che solo ora si stracciano le vesti per contrastare il provvedimento legislativo che ha già incassato l’approvazione del Presidente Mattarella e che é già Legge dello Stato.   Cerchiamo, dunque, di spiegare il come e il perchè:

tutto parte dalla Riforma del Titolo quinto della Costituzione risalente al Governo di Centro Sinistra guidato dal Socialista Giuliano Amato nell’ottobre del 2001, il quale riuscì ad approvare il provvedimento legislativo con soli tre voti di scarto sulle opposizioni. Riforma che tuttavia superò lo scoglio del Referendum confermativo che testimoniò, tra l’altro, il consenso dell’elettorato italiano sulla riforma medesima. L’articolo 116 di questo provvedimento legislativo indicava specificatamente le 23 materie (o competenze aggiuntive) che potevano essere richieste ulteriormente allo Stato dalle Regioni a Statuto Ordinario.

Ma se é stata la sinistra ad innescare questo meccanismo autonomista, perché ora si strappano i capelli con tanta violenza?

Basta ricordare che sul finire degli anni 90 e i primi anni 2000, la Lega Nord sbandierava con veemenza le battaglie politiche sullo stato federale e una maggiore autonomia politica ed economica  dalla Capitale. Ricorderete lo slogan “Roma Ladrona” e la “minaccia di secessione” delle Regioni del Nord dal resto d’Italia. Al fine di scongiurare questa ventilata minaccia, i governi di Centro Sinistra si adoperarono per sorpassare “a sinistra” la Lega Nord, partorendo provvedimenti a favore del federalismo o comunque a favore di nuove competenze trasferite dallo Stato alle Regioni: ecco le ragioni politiche della riforma del Titolo V° della Costituzione. Una riforma raffazzonata, contraddittoria, un vero e autentico colpo al buon funzionamento della cosa pubblica. Ma necessaria per le sinistre nostrane per galleggiare ancora, spiazzando i riottosi e determinati avversari della Lega. (ma questo é un altro discorso!).

Ma allora perché le sinistre gridano al colpo di Stato? Perché parlano di Italia spaccata?

La risposta é semplice: perché non la hanno approvata loro! E a loro serve un argomento forte di contrapposizione che non si può e non si deve esaurire con un dibattito, per quanto acceso, nelle aule parlamentari. Ma che possa essere cavalcato per mesi. I prossimi. Riportando nelle piazze urlanti un elettorato disaffezionato e disorientato, per protestare esclusivamente contro iniziative legislative del centrodestra, con l’inganno e la meschinità di chi sa bene che quei provvedimenti, da loro avviati anni or sono, non spaccheranno un bel niente.

Prova ne sia che i suoi “uomini migliori”, quei governatori del PD di Campania ed Emilia Romagna, un accordo sull’Autonomia Differenziata l’avevano già presa più recentemente. (nelle ultime battute del Governo Draghi, poi le dimissioni del Premier e lo scioglimento delle Camere).  Forti del contributo scontato delle Regioni del Nord che sostenevano e sostengono legittimamente l’Autonomia differenziata da quando sono in Parlamento (cioé dagli anni 90) e convinti della necessità di avere una legislazione che offra ulteriori competenze agli Enti Locali (le Regioni) più vicini alle istanze e necessità dei territori. E quindi più efficaci, almeno sulla carta,  in termini di velocità di intervento sulle materie e competenze trasferite.

E come se non bastasse agli ipocriti in “servizio permanente effettivo”, del variopinto e variegato schieramento progressista,  basterà ricordare che  l’8 Giugno del 2021,  altri autorevoli parlamentari del PD, ed esattamente l’attuale Capogruppo al Senato, Francesco Boccia e l’ex Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, oggi parlamentare democratica, Debora Serracchiani, presentavano una ennesima Proposta di Legge per l’approvazione di “Disposizioni per l’attuazione dell’art. 116 terzo comma della Costituzione, in materia di attribuzioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a Statuto Ordinario”. E quel che risulta davvero stupefacente é l’attuale atteggiamento di totale e strumentale contrapposizione dei citati due parlamentari PD, contro il provvedimento legislativo approvato (nella sostanza, analogo alla loro proposta) dal Governo Meloni e ritenuto da costoro impropriamente, ma soprattutto ipocritamente, “Spacca Italia”.

Anche quest’ultima “chicca” della sinistra, tutta demagogia e ipocrisia esasperata, dimostra senza ombra di dubbio quanto siano ormai alla frutta la Elly Schlein e i suoi alleati pentastellati e Verdi arcobaleno, con cespugli centristi sempre al rimorchio, pur se molto spesso bastian contrari. A loro poco importa che anche la sinistra sia sostanzialmente d’accordo con l’Autonomia. Anzi, che si erano battuti per approvarla in più occasioni. A loro poco importa di essere tacciati per dei voltabandiera o dei camaleonti pronti a mutare opinione con esagerata e sospetta facilità. Poco importa tutto questo se l’obiettivo palese delle falsità più sfacciate può arrecar danni al Governo. E allora, avanti con il vecchio adagio tanto caro ai cosiddetti progressisti: “Tanto peggio, tanto meglio”. Continuate pure a vomitare odio sul nostro Paese. Tentate pure di distruggere strumentalmente ogni tentativo di indispensabile riforma di cui l’Italia ha urgente bisogno. Sempre che il popolo italiano, ormai ampiamente consapevole e refrattario ai giochini di palazzo, ve lo consenta !!

 

LO SCERIFFO DE LUCA E LA SETTIMANA DI FESTEGGIAMENTI DEL GAY PRIDE!

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Stutate sunt lampioncelle. Finalmente! Dopo sette giorni – perché Napoli è esagerata anche in questo – fasti e feste dall’united colors arcobalenati vanno mandati in soffitta, ma con essi, purtroppo, non i fantasmi e non le maschere di questa carnevalata consumate all’ombra del Maschio – nessuno si offende, vero?- Angioino. A proposito di esagerazioni, stavolta in strada sono scesi proprio tutti. Tutti quelli che non si sono mai visti in corteo con i disoccupati della Whirlpool o della Jabil, né  con i cittadini dei borghi vittime dello scellerato Patto di Marano, dove hanno chiuso ospedali e posti di Pronto Soccorso. Immancabile, dopo le “prove capitali,” il “capopopolo” Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.  Ma Vicienzo ha voluto davvero strafare: contrariamente alla Regione Lombardia, lo sceriffo non solo ha sfilato tra tette al sole, tutti senza tatto, ma ha addirittura concesso il patrocinio. Cioè, ha dato loro i soldi nostri, mica i suoi!
Tutti sono contenti (per i contanti) e tutti rilasciano dichiarazioni “pisellov” in salsa di pomodoro, mozzarella e basilico. È vero che Napoli è la città del sole, ma arrivare a dire “Napoli è una città che resiste, è la città della Resistenza, delle Quattro Giornate e anche il nostro pride resiste” è davvero troppo, persino se ti chiami Antonello Sannino e sei il presidente dell’Arcigay, dell’Antinoo e del Comitato Pride Napoli. Al netto della presunta veridicità e della quasi certa riscrittura – vizietto tipico sinistro – quello di riscrivere la storia, sembra che per essere omosessuali si debba essere necessariamente di sinistra. La quale detiene (pure) il monopolio dell’appartenenza “omo”, uguale per dire diverso, una sorta di egemonia. Eppure, Gramsci, per chi l’ha letto, sa che intendeva dire ben altro. Chissà che città vedono e vivono questi qua quando descrivono Napoli come “una città moderna, una città che guarda al futuro” e che “deve essere una città aperta”??. E Napoli lo è per la sua storia e per la sua tradizione”. Città moderna che guarda al futuro intesa come città che guida il progresso, non perché Napoli è così tradizionale, ma piuttosto, così tradizionale che ha conservato persino la struttura “storica” e tradizionale dei vicoli dei cardi e dei decumani. È così tradizionale e tradizionalista che Natale non solo dura trecentosessantacinque giorni all’anno, ma addirittura c’è una strada dedicata completamente e solamente al Natale napoletano. La festa dello scudetto è durata oltre tre mesi ed è iniziata nientedimeno che a gennaio; il problema della mancanza di occupazione è così “tradizionale” da divenire quasi una peculiarità atavica. Altro che i miseri sette giorni di pride! Ma le deliranti farneticazioni continuano con programmi del tipo “dobbiamo riaffermare il valore della difesa di tutti”. E se dici difesa di tutti e soprattutto se dici farneticazioni e delirio non può non fare capolino lui: Vincenzo De Luca, che parla di libertà quale conquista da parte di tutti di “organizzare la propria vita secondo i propri valori e propri sentimenti. Offendere in un consultorio una donna che deve fare un’interruzione volontaria di gravidanza è un atto di violenza intollerabile”. E già qua basterebbe far capire, laddove fosse possibile capire, che una donna che si reca in un consultorio per abortire – leggi sopprimere un feto – innanzitutto ha avuto rapporti con un uomo – perché, pure se sei presidente dei gay della Campania, saprai che le donne non bastano né a loro stesse né alle donne come loro, per concepire – e, in secundis, va ella stessa a compiere un atto di violenza. Che poi vengano anche offese, probabilmente questo accade nei consultori della disastrata Sanità campana che ha persino un delegato speciale che si chiama sempre Vincenzo De Luca. Che, a sua volta, si appella ai giovani e al loro coraggio affinché non pieghino mai la testa e blà blà blà, che significa solo puro elettoralismo senza scrupoli.
Veramente credete di aver portato la modernità a Napoli con quattro svestiti quando Napoli ha la tradizione del femminiello? E non c’è integrazione da insegnare a questa città, tanto che tale figura è presente da sempre, dalla tombola scostumata di Natale fino ai giorni nostri, da La Pelle di Malaparte fino alla Napoli velata di Ozpetek, ove viene attribuita al femminiello, persino la buona fortuna. Tanto che si è soliti mettere in braccio ai femminielli i bambini appena nati.
Smontati gli arcobaleni, le bandierine, tolto il cerone, i tacchi a spillo e rimessi i vestiti, il pride, la modernità, la dignità, il coraggio, la lotta, i diritti e tutto il caravanserraglio di cui si è cianciato nella settimana appena trascorsa, non avranno risolto un solo problema di Napoli: la Sanità, i “balletti” della zona flegrea, il lavoro, la delinquenza, i trasporti e chi più ne ha più ne metta. Anzi, forse ne abbiamo aggiunto uno: il caravanserraglio partenopeo vede la sua incarnazione in Palazzo Fuga, altrimenti detto Real Albergo dei Poveri, su cui insiste un progetto – un altro – stratosferico di valorizzazione e di rilancio di Napoli. Speriamo solo non faccia la fine – che non ha visto nemmeno l’inizio – dell’area dell’ex Italsider di Bagnoli.
Si pensa di creare nel mega complesso di piazza Carlo III una biblioteca, con annesso cinema, sale conferenze, un teatro, locali, ristoranti, un Museo archeologico, biblioteche, aule studio, studentato che darà a Napoli il polo culturale più grande d’Europa. Ma per ora tutto è stato subappaltato alla sinistra per farne il quartier generale di questo pride 2024. Effimero. Precario. Come il jobs act, i voucher e tutto ciò che “instabile” e transitorio ha partorito il progressismo puntuale come un Rolex gauche & caviale. Come il Napoli pride. Altro che prodi: prude! Come quella libertà di essere liberi armocromisticamente rivendicata per poi trovarsi a capo (e menomale!) padroni e “padrini. Tutti tengono famiglia e questo s’ha da fa’ pe’ campa’ !!

“GIOIA AFRICANA” LA COLLEZIONE PREZIOSA NATA DAL DESIGNE E DALL’INNOVAZIONE.

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Romualdo Pettorino (CNA Orafi): “ la priorità oggi è pensare e costruire gioielli a impatto ambientale zero”.

Si è svolto al Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università Vanvitelli la Mostra Didattica “Gioia Africana”, presentazione delle collezioni preziose di artefatti  progettati dagli studenti  dei CdSS Triennali Design e Comunicazione per la Moda quali esiti delle tematiche affrontate negli insegnamenti di Tradizione del Design orafo e Innovazione per il Design orafo. Un momento importante di discussione sul settore e sulle strategie e modalità di innovazione tecnologica e di gusto che già da tempo è attiva nell’intera filiera orafa. Alla presenza tra gli altri di Ornella Zerlenga, Direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale; Danila Jacazzi, delegata Terza Missione DADI; Roberto Liberti, Coordinatore del CdS Design per la Moda DADI; Maria Dolores Morelli, Coordinatore del CdS Design e Comunicazione DADI, e l’orafo Gustavo Renna, si è parlato dei “Gioielli energetici”, elaborati partendo dalla conoscenza dei principali simboli energetici, le collezioni “I dream of a Jewel” per il  concorso promosso dal DADI e dalla Gioielleria Corvino. Di grande pregio i preziosi  di  “Gioia Africana” progettati a partire da designer africani, in materiali e modalità compositive tipiche locali ibridando geopolimeri innovativi e sostenibili a basso impatto ambientale. “La lezione africana è importante, anzi oserei dire fondamentale – esordisce Romualdo Pettorino, presidente di CNA Orafi Campania – anche in considerazione della rimodulazione in chiave moderna del gioiello e di ciò che gravita intorno alla sua lavorazione”. Il noto gemmologo, intervenuto nel polo universitario di Aversa ha poi continuato: “Prioritaria oggi è l’ecosostenibilità di un gioiello in un continente come quello africano ricchissimo di materia prima,  diamanti, brillanti e pietre di colore. Da assimilare la lezione africana che ha saputo individuare in un design semplice come teschi corde e pietre normali, una tessitura moderna del gioiello ad impatto zero, un gioiello che comunica non solo con chi lo acquista, ma anche e soprattutto con l’ambiente dal quale proviene”. Il presidente Pettorino ha poi sottolineato: “Si tratta in pratica di una cultura comunicativa antica ma dal cuore modernissimo, che nel tempo e con l’esperienza tecnologica e innovativa è diventata essenza preziosa globale. La cultura occidentale è molto più glamour, ma manca di una visione ecosostenibile come quella africana che oggi a noi insegna tanto”. Il numero 1 degli orafi campani di CNA ha poi concluso: “Dal cosiddetto continente nero arriva un messaggio forte e distinto, giunge a noi una nuova metodica per i gioielli ad impatto zero, e sono felicissimo che le nostre Università siano state le prime a recepire questa lezione fatta di materie prime povere come l’ebano, il legno e tanti altri supporti con i quali pensare e costruire gioielli unici ed inimitabili come nella nostra grande tradizione orafa. Azzerare l’impatto ambientale del gioiello vuol dire concedere nuova vita ad una emozione che brilla ma non inquina”.