I tanti episodi di violenza che hanno caratterizzato questi tempi recenti impongono
che tutti facciano, anzi, facciamo, un esame di coscienza e ci poniamo qualche
domanda.
Intanto chiediamoci dove abbiamo sbagliato, tutti, nessuno escluso, genitori, nonni,
educatori, magistrati, legislatori.
Ognuno forse, ma dovrei eliminare il forse dati i risultati, nel suo piccolo ha la sua
parte di responsabilità .
Non bisogna quindi girare la faccia dall’altra parte e limitarsi a lamenti o ad insofferenti
invettive.
Indubbiamente nella maggioranza dei casi è possibile dare la colpa ad un mondo che
ormai vive ai margini, nel quale la cultura della violenza e della sopraffazione è alla
base del vivere quotidiano.
Ma cosa abbiamo fatto per evitare che la emarginazione abbia prodotto malefici
frutti?
Ogni categoria, dicevo ha la sua responsabilità , ma ogni categoria può, se vuole,
agire per frenare la china.
E’ ovvio che la prima agenzia educativa è la famiglia. E’ in famiglia che si vedono e si assorbono gli esempi. E’ la famiglia che troppo spesso tollera certi comportamenti. E’ la famiglia che dovrebbe assumere i primi provvedimenti, prima che le situazioni di disagio e di sofferenza sociale diventino irreversibili.
Leggevo su un social una domanda che mi ha fatto riflettere: quanti genitori davanti
al comportamento a dir poco strano di un proprio figlio hanno il coraggio di fare un
test antidroga? Eppure basta anche solo un capello.
Ma si preferisce mettere la testa sotto la sabbia.
Presi dalle esigenze della vita quotidiana, sempre più difficile, in campo lavorativo
come nel campo della semplice sussistenza, molti non vedono quello che purtroppo,
con maggiore attenzione, potrebbe balzare agli occhi.
Tantissimi genitori poi sono disposti a togliersi il pane da bocca pur di accontentare i
propri figli per i loro divertimenti.
Avete mai notato come sia bassa l’età media dei clienti di bar, pub e locali in
genere?
E qual è l’età media dei tantissimi che ritengono la movida, con lo sballo ed il
tiratardi, l’unico mezzo per divertirsi?
A proposito della movida, che caratterizza tanti ben noti luoghi specialmente delle
città , quanta responsabilità hanno quei gestori di locali che non rispettano
l’ordinanza di evitare di fornire alcolici e superalcolici ai minori?
Tutti chiediamo maggior controllo. Ma è mai possibile che le già scarse forze
dell’ordine siano presenti ovunque ci sia un assembramento di persone dedite a
divertirsi, con mezzi talvolta poco leciti?
Quando succede un grave fatto di sangue, come quello per il quale ha perso la vita
l’incolpevole musicista dell’orchestra Scarlatti, ci si domanda perché in quella
piazza non c’era la polizia. Ma la polizia e i carabinieri possono mai presidiare tutto?
Solo in Italia le piazze non sono presidiate di notte? O avviene in tutte le parti del
mondo?
E quando, inoltre, si riesce a bloccare qualche malintenzionato, siamo sicuri che con
le leggi che abbiamo, l’arrestato subisca qualche conseguenza?
E’ di queste ore il caso del delinquente che ha gettato a terra una signora di novanta
anni per strapparle la borsa. Bloccato da alcuni passanti è stato picchiato,
evidentemente non in modo così pesante come sembrerebbe da certe immagini che
circolano sui social, visto che è stato curato con una prognosi di sette giorni. Ebbene
al delinquente è stato solo imposto l’obbligo di non dimorare più a Roma. Sono
sicuro che se ne farà un baffo della disposizione, come sono altrettanto sicuro che i
cittadini accorsi in difesa dell’anziana signora e che hanno mollato qualche
sganassone e qualche calcio all’aggressore, verranno individuati e rigorosamente perseguiti. Per quanto riguarda lo scippatore, certamente riprenderà la sua “lodevole attività ” delinquenziale fuori le mura della città di Roma. Giusto per cambiare aria. E nient’altro sarà chiesto dallo Stato Italiano a questo modello di civismo e legalità .
Qui ovviamente si ritorna al problema delle leggi, fatte molto spesso male, con maglie
larghe e con possibilità di interpretazione da parte di una certa magistratura, che sembra stare lì proprio per “demolire” e ribaltare ogni azione di tutela dell’Ordine Pubblico.
Quanto ho scritto è solo la prima parte di una serie di considerazioni che rinvio ad
altri articoli, per non tediare eccessivamente il lettore.
Parleremo poi delle responsabilità della scuola, degli enti locali, delle disposizioni
governative.
Alla prossima!