E siamo a 5. Con Carlo Cottarelli, Professore di Economia in diverse Università Americane; Commissario Straordinario per la revisione della Spesa Pubblica (la cosiddetta Spending Review), nominato nel 2017 dal 1°Governo Letta, poi Direttore Esecutivo dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale); Candidato designato dal Presidente della Repubblica Mattarella per formare il Governo Nazionale nel maggio del 2018, incarico poi rimesso nelle mani del Presidente per conflitti insanabili tra le forze politiche, (dopo di lui l’incarico di formare un nuovo governo fu affidato a Giuseppe Conte che poi dette vita al Governo Giallo- Verde con 5 Stelle e Lega) con Cottarelli, dicevamo, siamo arrivati a ben 5 “abbandoni” di Parlamentari eletti nel Settembre del 2022 (o comunque pezzi da 90 del partito che fu di Renzi e Letta) nelle fila del Partito Democratico. E questo subito dopo la elezione della nuova Segretaria Nazionale, quella Elly Schlein, salita sullo scalino più alto del PD grazie alle “primarie” del partito tenutesi nello scorso mese di febbraio, che l’ha vista superare il candidato in partenza più accreditato (Stefano Bonaccini Governatore della Regione Emilia Romagna che ha raccolto solo il 46,25% , con la Schlein al 53,75 % dei voti).
Ma cosa avrà fatto maturare tanto disagio nei confronti del PD post-Enrico Letta soprattutto dopo l’elezione a Segretaria della parlamentare di origini svizzere e con passaporto americano? Quale il denominatore comune della scelta di Cottarelli, con la fuga dal partito di altri illustri parlamentari o ex tali del PD del peso di Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi e Caterina Chinnici, solo nelle ultime tre settimane?
In una lunga intervista al quotidiano La Repubblica del mese scorso, Cottarelli aveva anticipato le sue difficoltà rispetto ad una linea politica del PD completamente modificata dopo l’elezione della Schlein, a partire dalla politica energetico-ambientale del PD con distinguo su ogni argomento: dalla scelta di riaprire le piattaforme estrattive di idrocarburi nel Mare Adriatico per far fronte alla crisi energetica (iniziativa del Governo Meloni cui la Schlein si é immediatamente opposta), alle posizioni sul nucleare in chiave di nuova valutazione rispetto ai progressi delle applicazioni dell’energia nucleare di”nuova generazione” per il fabbisogno energetico europeo dei prossimi decenni, per passare alla conflittualità eccessiva e strumentale emersa dal nuovo corso del PD nei confronti della dialettica tra maggioranza e opposizione. Elemento che produce contrapposizione dura e inconcludente ad ogni pié sospinto. Polemiche interminabili e pretestuose che generano solo confusione e imbarazzo nell’opinione pubblica. Queste le prime accuse rivolte da Cottarelli alla nuova gestione Schlein del Partito Democratico. Accuse condivise da gran parte della componente liberale e riformista cui appartengono i “fuggiaschi”
Ma ogni giorno che passa queste motivazioni si fanno più numerose e pertinenti. Oltre a pesare come macigni sul nuovo corso del PD. Dalla opposizione forte annunciata dalla Schlein in ordine alle scelte governative di privilegiare il merito nella scuola, nelle università e nel mondo del lavoro, oltre che nella scelta dei migliori e più accreditati manager per le imprese pubbliche e le aziende a partecipazione statale, senza tener conto delle “Tessere di partito o le appartenenze mascherate”. E’ proprio l’abiura del merito nel “linguaggio nuovo” del PD che fa saltare il tappo del disagio e della pazienza dei rivoltosi. Manifestati con garbo e senza troppo strillare, ma pur sempre imbarazzanti, se non deflagranti per il nuovo PD con guida sempre più a sinistra. E poi l’annunciato “Aventino” della Schlein rispetto alle proposte di concertazione e di condivisione, tra forze politiche di maggioranza e opposizione, per un nuovo percorso di riforme istituzionali (Presidenzialismo/ Semi presidenzialismo/ Premierato o qualunque altro assetto Istituzionale utile alla stabilità del Governo e alla maggiore e più efficace governabilità del Paese). Niente da fare. La Schlein chiudeva ogni possibilità di confronto con la maggioranza di Governo rifiutando ogni tentativo di dialogo, fino alla scorsa settimana. Poi una sorta di disgelo (solo parziale) sotto i colpi assestati dalla fuga inattesa di Cottarelli e dei suoi amici riformisti del PD. E solo così la nuova Segretaria, “Obtorto collo”, accettava il confronto con le forze politiche di maggioranza partecipando alla prima seduta del tavolo istituzionale proposto dal Presidente del Consiglio Meloni. Un “dietrofront” assolutamente necessario rispetto all’Aventino annunciato, per arginare altre fughe dalle fila del PD di scontenti che, al contrario, ritenevano indispensabile non sottrarsi al confronto su tematiche fondamentali per gli assetti futuri delle Istituzioni del nostro Paese. Tanto importanti da dover essere possibilmente condivise e scaturite da un libero e proficuo dibattito tra le forze politiche parlamentari. La posizione della responsabilità (verso il Paese tutto) a fronte delle barricate sterili e improduttive vagheggiate “dall’Aventino sessantottino” della Shlein.
Ma il lupo perde il pelo……. ed ecco affacciarsi una nuova occasione ghiotta di strumentalizzazione di un evento tutt’altro che “nuovo” ma appetibile per la inconsistente Segretaria del PD: la protesta dei giovani universitari contro la carenza di posti letto negli “Studentati” e l’aumento del costo inaccettabile dei posti letto privati nelle città sede di Facoltà Universitarie per i tanti studenti fuori sede degli Atenei italiani, soprattutto a Roma e nel nord del Paese.
E’ la protesta delle tende da campeggio e dei sacchi a pelo, piazzati in prossimità degli Atenei, messa in scena legittimamente dagli studenti universitari, che pongono un problema serio e delicato, ma non certo di attualità assoluta. Tant’é che da oltre vent’anni le forze politiche di svariati governi dibattono su questi temi, senza per altro trovare una soluzione adeguata. E questo particolare, ben noto agli studenti, ha lasciato qualche forte dubbio sulla “tempistica” dell’iniziativa di protesta inscenata in questi giorni dagli universitari. Lasciando immaginare o presagire piuttosto una “sceneggiata” di ordine politico (l’ennesima!) del mondo studentesco contro il Governo e le sue scelte politiche, a prescindere dal motivo certamente condivisibile della loro protesta. E ciò trova conferma nel fatto che proprio questo Governo, soprattutto nelle sue più recenti attività legislative, ha deliberato investimenti ragguardevoli proprio per realizzare posti letto in nuove residenze universitarie su tutto il territorio nazionale. Oltre 660 milioni di Euro sono stati recentemente sbloccati dall’attuale Governo e concentrati sulla “Immediata operatività” per la realizzazione di alloggi universitari. Inoltre, una serie di “bonus affitti” sono stati immaginati esclusivamente per studenti fuori sede, in regola con gli esami e appartenenti a nuclei familiari fragili o con redditi insufficienti a sostenere spese di affitto per i figli impegnati in studi universitari in altre città.
Ma tutto questo non ha evitato la “passerella mediatica” della Segretaria PD nei cortili della “Sapienza” ove si trovano accampati gli studenti “rivoltosi” nei confronti del caro-affitti . Una passeggiata, per altro, già effettuata il giorno precedente da Giuseppe Conte dei 5 Stelle, al quale gli studenti avevano ricordato, non senza polemica, il disinteresse dei suoi 2 Governi rispetto all’ irrisolto problema.
Ma la Schlein ha voluto esserci a tutti i costi, per esprimere una solidarietà agli studenti evidentemente non gradita e immediatamente restituita al mittente con le accuse rivolte al PD di essersi completamente disinteressato del problema negli oltre 10 anni di governo ininterrotto del PD, nei quali si sarebbe potuto dare un buon contributo alla risoluzione della problematica. Magari senza dover ringraziare oggi la Meloni e il suo Governo per gli interventi risolutivi assunti.
Concludiamo le nostre riflessioni affermando che le iniziative del Governo Meloni non nascono certo dalle proteste degli studenti universitari. Ma piuttosto dalla consapevolezza che, se lo Stato intende investire sulle risorse giovanili che vengono fuori adeguatamente formati dalle nostre Università, occorre iniziare dalle condizioni favorevoli o meno che il nostro sistema universitario pubblico offre agli studenti. A partire proprio dalle condizioni di ospitalità alberghiera degli studenti, oltre alla qualità ed efficacia dei nostri percorsi di studio che, in realtà, risultano largamente eccellenti. Solo così l’Italia potrà tornare ad essere appetibile anche oltre il percorso universitario evitando dopo la laurea la fuga dei cervelli verso altri paesi Europei o negli Stati Uniti ove, a loro parere, i nostri giovani trovano lavoro sicuro e condizioni di vita più decorose e appetibili.