Il sindaco Manfredi ha nominato lo scrittore Maurizio De Giovanni Presidente del Premio Napoli.
E immediatamente le prime dichiarazioni del neo Presidente hanno suscitato sacrosante polemiche e innumerevoli “dolori di pancia”.
In particolare è stato criticato il “suo intendimento” (o desiderio di qualcun altro!) di cambiare nome al Premio Napoli chiamandolo “Campania Legge”.
Del disagio per il cambio del nome si sono fatti portavoce due esponenti politici cittadini di rilievo come Luigi Rispoli e Luciano Schifone, sempre attivi non solo nella vita politica napoletana e nazionale ma anche nella vita culturale della città. Non è un caso, per esempio, che Luciano Schifone guidi da anni un Circolo Culturale antico e prestigioso come “La Contea”, luogo di dibattiti e confronti appassionati.
Rispoli e Schifone hanno scritto una lettera aperta al Corriere del Mezzogiorno nella quale hanno fatto rilevare come l’intendimento del cambio di nome non faccia altro che stravolgere un Premio Letterario che ha una storia ormai ultra cinquantennale.
Proprio nel momento in cui il brand Napoli sta vivendo un periodo di rinascita e di valorizzazione, cambiare il nome ad un Premio così significativo, equivale a sminuirlo, limitarlo, forse, per far contento un Governatore regionale per il quale sembra esistere solo la sua città ( e neanche é plausibile perché originario della Basilicata!).
Con una garbata risposta Maurizio de Giovanni ha chiarito che la sua proposta ha il senso di incentivare la lettura nella nostra regione che ha uno degli indici più bassi di appassionati della lettura rispetto al resto dell’Italia.
Ci permettiamo di non essere d’accordo con l’illustre scrittore, ma di di essere, piuttosto, in linea con le argomentazioni e più ancora le preoccupazioni espresse da Rispoli e Schifone.
Una Istituzione culturale e storica come il Premio Napoli, fanno notare i due esponenti politici, non può improvvisamente, per la volontà e, perché no?, per l’ansia di protagonismo di un eccellente scrittore, cambiare denominazione da un giorno all’altro.
De Giovanni dichiara che la sua proposta vuole essere solo di stimolo alla lettura. Dimentica che proprio la struttura e il Regolamento del Premio Napoli sono caratterizzati dalla partecipazione, la più ampia possibile di lettori che, con una semplice domanda alla Fondazione, hanno il privilegio di valutare i testi proposti e contribuire alla scelta del vincitore.
Qualcuno ha mai pensato di cambiare il nome al Premio Strega, al Premio Campiello o al Pulitzer?
I Presidenti cambiano, ma le finalità di un Premio letterario restano e non possono ne devono venire stravolte, nel nome come nella sostanza.
Se qualcuno ha attualmente delle perplessità o intende “estendere” il bacino geografico del Premio Napoli, magari all’intera Regione Campania, potrà pensare ad un nuovo evento culturale, che sia solo “geograficamente” più ampio ma diverso e ulteriore rispetto al Premio Napoli. E potrà magari denominarlo “Premio Campania Felix”. In tal modo avremo una ennesima occasione di accendere i riflettori della cultura sul nostro territorio e promuovere ancora più efficacemente Napoli e la Campania sotto tutti gli aspetti che si vorranno esprimere e promuovere della cultura nazionale e meridionale.
Volete che un luminoso scrittore e intellettuale fine come il nostro Maurizio De Giovanni non colga questa opportunità straordinaria che scaturisce dalla nostra proposta?
Se poi De Giovanni vorrà concentrarsi esclusivamente sul Premio Napoli, allora faccia funzionare al meglio la sua riconosciuta e spiccata fantasia di scrittore affermato e trovi nuovi strumenti e nuovi “effetti speciali” per rendere più “appetibile” e riconoscibile l’offerta culturale del Premio Napoli. Ma lasciando il nome così com’é e come vollero nel lontano 1961 gli intellettuali napoletani e non soltanto, che istituirono “La Fondazione Premio Napoli” per la promozione dell’immagine internazionale della Città e dell’intero territorio campano.