3, 16 e 34: terno secco sulla ruota di Napoli e vittoria assicurata!
Sono questi i numeri del suc-cesso di Vincenzo De Luca: 34 i pareri favorevoli alla candidatura per il mandato numero 3 dello Sceriffo, 16 gli oppositori. 1 soltanto, l’astenuto che non conta come il suo voto.
Tradotto in politichese suona pressappoco così: è vero, c’è una legge dello Stato che pone il veto al terzo mandato consecutivo, ma il mandato si inizia a contare da quello attuale. Sembra la supercazzola del “mandato zero” dei (fu) 5 stelle, solo che è tutto vero anche questa volta. Quindi, silenzio tutti: parla De Luca! Ed è lui a decidere se vuole o non vuole ricandidarsi. Lui è Papa e lui è Re! È o non è un successo clamoroso per il Presidente col lanciafiamme? Contro il governo centrale, contro il PD, “nonostante il PD”, contro l’opposizione, contro tutti che contano zero.
A poco o nulla vale richiamarsi alle leggi nazionali – che De Luca ha sempre aborrito – per impedirgli di varcare il soglio di Santa Lucia per la terza volta di fila, se la stessa operazione nel Veneto (di governo) si chiama “Lodo Zaia”. A nulla valgono le filippiche della Schlein che, con e senza armocromista, ne manda a dire di tutti i colori a mastro Vicienzo perché il PD non appoggerà la sua candidatura, quando non si rende minimamente conto che il PD campano (perchè con lui campàno) ha fatto quadrato intorno al Governatore uscente (ma non tanto) e, in caso di un nuovo candidato PD, resta da trovare innanzitutto chi lo appoggi. Che era il modo migliore di De Luca per perdere.
Un’operazione altamente stellata se De Luca III riesce ad incassare persino il voto di fiducia della “chiattona” (® e cit. Vincenzo De Luca II) pasionaria five stars che dagli scranni della Regione ha dato ampiamente prova di un rapporto di odio/amore, “pisiell&ove” che permette a tutti quanti di continuare a mangiare. “A proposito di politica”, come diceva Totò.
Una vera e propria umiliazione per l’opposizione tutta – che sta al governo nazionale – che si “riserva di valutare la questione su cui non si è informati, ma crediamo che ci sia un caso di incidente con le leggi nazionali per cui, non da parlamentare ma da politico, ci affidiamo al Governo che, crediamo, interverrà”. Una supercazzola persino peggiore di quella del mandato zero del Mo-Vi-mento e del terzo mandato recepito ma che si inizia a contare da adesso di cui sopra.
Queste non sono altro che la rappresentazione plastica della furbizia e non dell’astuzia di De Luca che in Campania, però, continua a fare il bello e il cattivo tempo, grazie anche all’inefficienza – o all’inesistenza – di una qualsiasi persino blanda forma di opposizione. Nemmeno quella che la Magistratura, confidando nella giustizia, ha ribattezzato “Sistema Salerno”: De Luca è ancora là. E basta vedere in Consiglio regionale il modo in cui tiene legata a sé la gente che gli serve. Ciarambino compresa. Uno che con tutto ciò che ha combinato col COVID, dalla proroga dell’obbligo della mascherina quando anche “i periti” (o pìret’) avevano allentato la morsa sino all’inaugurazione plurime degli stessi reparti COVID mai entrati in funzione, passando per i giochetti di parole che portavano i posti letto in terapia intensiva a decuplicarsi ogni giorno (da utilizzabili a disponibili a creabili e idiozie simili) quando questo, in piena pandemia, era solo un modo per nascondere lo sfacelo cui Vincenzino ha condotto la Sanità pubblica da commissario straordinario quale sempre è stato, carica che non ha mai voluto cedere, non solo è a piede libero, ma rischia di diventare il rappresentante campano in Italia e nel mondo e senza nemmeno che tutto ciò sia considerata aggravante della recidiva!
Oggi, però, è il giorno dei commenti a caldo, o meglio, degli accaldati, di quelli che sul pallottoliere stasera dovranno segnare un altro punto per l’avversario contro cui è ormai persino inutile candidarsi. Inutile in vista del lavoro zero che è stato fatto per fare emergere le condizioni in cui, grande a De Luca, versa la Campania. Ah, già, la Campania: problemi, progetti, idee, ritardi, valorizzazioni, amministrazione, governo, politica.
Vabbè, ma adesso c’è ancora De Luca di cui (s)parlare. Che è già campagna elettorale. Per il terzo mandato.