Lo aveva detto ad Agosto scorso al Parroco del Parco Verde, Don Patriciello, che sarebbe tornata entro Maggio del 2024 per inaugurare il nuovo parco urbano di Caivano.
Sostituendo la piscina vandalizzata e tutto ciò che era stato completamente abbandonato ai margini di quel Parco Verde di case popolari, diventato un avamposto armato della criminalità organizzata in quel vasto territorio a nord di Napoli.
Detto fatto. In nove mesi lo Stato é stato capace di riappropriarsi del territorio. Di monitorare e contrastare ogni azione criminosa in Caivano e nei grandi centri urbani limitrofi. Le operazioni “Alto Impatto” e “Città Sicure” con le Forze dell’Ordine, Esercito, Guardia di Finanza, Forestale hanno battuto in lungo e in largo chilometri e chilometri quadrati di territorio sensibile, stanando piazze di spaccio e spacciatori, malviventi che da decine e decine di anni, indisturbati, “curavano” le loro attività illecite al riparo di quei casermoni di alloggi popolari costruiti senza servizi adeguati ed essenziali per un vivere civile e armonioso. Senza verde, senza asili e scuole, senza presidi socio assistenziali. Senza prospettive di legalità e benessere sociale.
Ma ormai questo “modello Caivano” é noto a tutti. E rappresenta lo sforzo dello Stato e la volontà del Governo di essere presente e di incidere nel profondo nelle realtà più a rischio della Campania e del Mezzogiorno. Ma non solo. Il metodo Caivano é già stato trasferito e introdotto nelle periferie romane, a Milano, a Foggia, Bari e ovunque si presentino pericoli oggettivi di espansione criminale in contesti degradati e privi di servizi sociali fondamentali.
E mentre i soliti ignoti “rosicavano” anche nel corso della manifestazione di inaugurazione tra studenti entusiasti, bambini delle scolaresche festanti ed atleti pronti ad utilizzare al meglio quel complesso sportivo attrezzato e scintillante, qualcuno sul palco osservando quelle meraviglie che lo Stato ha inteso regalare al popolo di Caivano, si commuoveva incredulo e ripeteva : ” O vveco e nun ‘o crero”. E’ Don Patriciello, il Parroco Eroe che si è sfiancato per anni contro l’indifferenza dei governi nazionali e regionali per ottenere l’attenzione dovuta per i suoi parrocchiani, costretti a vivere tra delinquenza e soprusi, violenze e intimidazioni. Sino alla terribile e insopportabile violenza sessuale su tre bimbette minorenni, consumate proprio tra le rovine di quella struttura sportiva vandalizzata. Un atto di inaudita ferocia compiuto da un “branco” di minorenni cresciuti tra la violenza e la sopraffazione che si respiravano ordinariamente nel Parco Verde di questa cittadina dimenticata anche da Dio.
Ma il Parroco eroe, credendo fortemente nella carità cristiana e nella bontà dell’animo umano, provava anche con il nuovo Governo, con quella donna e madre che guida tutt’ora quel Governo, rivolgendosi proprio a Lei, in quel momento di profondo sconforto e quasi di rassegnazione, per chiedere giustizia per i suoi parrocchiani e per i tanti bambini cui ogni elementare diritto ad una vita decorosa e una infanzia felice veniva puntualmente negata da violenza incontrastata e strafottenza delle Istituzioni.
Il resto é sotto gli occhi di tutta Italia: un centro sportivo moderno e invidiabile, intitolato al grande autore ed artista napoletano Pino Daniele, dove potranno essere praticate ben 40 discipline sportive diverse, all’aperto e nelle palestre, sotto gli occhi attenti dei poliziotti e allenatori delle “Fiamme Oro”. Immediatamente, prima ancora che chiudano le scuole, per dare una opportunità agli alunni che non possono permettersi una vacanza con la propria famiglia, di trovare una occasione di svago e di impegno ludico in questa attrezzatissima struttura pubblica. Ove non mancano, naturalmente, spazi adeguati ed attrezzature sportive per i disabili. E poi c’é un nuovissimo asilo, immerso in un parco urbano di faggi e lecci appositamente piantumati, che si estende per oltre un ettaro, ove sono ancora in corso i lavori per la ristrutturazione di un teatro coperto e la creazione di una Arena scoperta per spettacoli e manifestazioni culturali. Un Parco Urbano davvero molto godibile che é stato intitolato alla memoria del Giudice Rosario Livatino, vittima della mafia. Ma il grande sforzo del governo, delle forze dell’Ordine e del Commissario Straordinario di Governo, Fabio Ciciliano non é ancora ultimato. A breve si potrà ospitare anche il Centro di Coordinamento della Protezione Civile e grazie ad un accordo con le Università Campane, sarà realizzato un Campus Universitario da 3.800 metri quadri, oltre al costruendo Polo Universitario di Afragola (comune prospiciente la città di Caivano) che sarà realizzato in un terreno confiscato dallo Stato alla locale famiglia mafiosa dei Moccia.
Un percorso virtuoso durato meno di un anno. Una promessa fatta ad un prelato disperato ma pieno di dignità e di calore umano. Una storia nata da una una vicenda di orrore e violenza che si é trasformata in una bellissima favola a lieto fine. Dove a trionfare sono soprattutto i bambini e le loro famiglie. Senza escludere la giustizia e la legalità , che costituiscono il presupposto e il baluardo di una società autenticamente civile.
Ai professionisti della diffamazione politica, i cosiddetti “Odiatori seriali” della sinistra che hanno trovato tante occasioni, in questi mesi, per spargere veleno e falsità sulla possibilità di realizzare realmente questo autentico “miracolo” del Parco Verde (che al contrario, inorgoglisce tutti gli Italiani degni di questo nome), vogliamo ricordare le parole “profetiche” del Presidente della Regione Campania, il “Democratico” De Luca, che nell’imminenza della cerimonia di inaugurazione del complesso sportivo (tra l’altro programmato dal Governo entro la fine di Maggio con quasi un anno di anticipo), denunciava preoccupato la “passerella” della Premier Meloni a Caivano in piena campagna elettorale. Dimenticando che quell’appuntamento della Meloni, frutto di una promessa-scommessa con Don Patriciello e i residenti del Parco Verde, costituiva un importante momento di riscatto per tutto il paese di Caivano, mai tanto atteso e tanto apprezzato.
Ma poi, lui per primo, il buon governatore sceriffo, non esitava ad essere (inutilmente) presente alla apertura ufficiale del parco (lui che é lo stakanovista delle inaugurazioni spesso ripetute più volte sulla stessa struttura da inaugurare!). Ma non gli rimaneva che leccarsi le ferite per la sua totale latitanza sulle problematiche di Caivano e la inerzia intollerabile della sua Giunta in quasi dieci anni continuativi di governo della Regione Campania.