La preoccupazione di tutti noi, normali cittadini, verso la nuova ondata di contagi da Coronavirus, che dal Sud del Paese risale lo stivale anche grazie al “comodo approdo” di migliaia di clandestini sfuggiti al controllo dei Centri di Accoglienza o, peggio ancora, sbarcati indisturbati sulle coste meridionali e poi dispersi in mille rivoli sino ai nostri paesi e alle città; per non parlare delle inconsistenti, ripetitive e sempre tardive iniziative di contenimento dei fenomeni di contagio da Covid 19 che ruotano intorno al problema dei rientri dall’estero dei nostri connazionali in vacanza o degli ingressi in Italia di cittadini stranieri di ritorno nel nostro Paese per motivi di lavoro. Basti pensare ai nostri porti o aeroporti tutt’ora carenti o addirittura privi di postazioni mediche per il monitoraggio sanitario dei passeggeri in transito. Con ciò denotando, ove ve ne fosse ancora bisogno, una improvvisazione e una inadeguatezza della Sanità Pubblica, ma anche della Protezione Civile risalendo, sulla scala delle responsabilità, sino al Ministero dell’Interno, a quello della Salute e al Consiglio dei Ministri. Tutto ciò senza trascurare la maggiore facilità di contagio tra i giovani che cercano, come é naturale che sia, proprio in estate, maggiori occasioni di incontro e di divertimento, magari all’aperto o sulle spiagge affollate.
Ebbene, questi nuovi pensieri che tornano angoscianti e le legittime preoccupazioni per una nuova diffusione dell’epidemia, sta allontanando dall’attenzione generale ciò che la politica nostrana ci presenterà al nostro rientro in città, al termine di questa calda e singolare stagione estiva. A partire dagli appuntamenti elettorali in alcune Regioni d’Italia per il rinnovo dei Consigli Regionali in scadenza. Anzi già scaduti nella scorsa primavera. Un appuntamento certo importante, ma altrettanto snobbato e senza “appeal” per gli elettori chiamati al voto se é vero, come é vero che un recente sondaggio ha evidenziato una larga propensione allo slittamento della tornata elettorale, alla prossima primavera. Tanto per scongiurare le preoccupazioni di contagio nei seggi elettorali e le possibili contaminazioni delle aule scolastiche. Elemento questo che già desta enormi preoccupazioni nei vertici del Ministero dell’Istruzione, alle prese con l’ ancora incerto avvio delle attività didattiche del prossimo anno scolastico.
Ma la notizia più importante, pur se accolta con sufficienza e tra il disinteresse generale, é certamente quella della Prima Cittadina di Roma, la ineffabile Virginia Raggi che, nonostante i propri fallimenti politici e gestionali e i disastri prodotti alla Capitale d’Italia, ha annunciato di volersi ricandidare alla guida della città di Roma. Per la sua terza esperienza nell’Assemblea Capitolina. Il primo mandato consumato quale Consigliere Comunale. Il secondo mandato come Sindaco della Città (ancora in carica per la delizia dei Romani). Ed il terzo, sempre che trovi il consenso dei partiti e l’improbabile soddisfacimento dei cittadini amministrati, ancora come candidato Sindaco.
Questa notizia, tuttavia, ha del sensazionale perché va ben oltre la personale decisione della Raggi di ricandidarsi nel ruolo di Sindaco della Capitale d’Italia (malgrado le figuracce e l’arretramento complessivo della città). La decisione annunciata alla stampa agli inizi di Agosto é, al contrario, dirompente e funge da “grimaldello” o, se volete, da testa di ariete per sfondare un tabù regolamentare antico e caratterizzante degli amici a 5 Stelle: superare il limite imposto del doppio mandato per i candidati e i rappresentanti nelle istituzioni del Movimento fondato da Beppe Grillo.
Andare oltre, proseguire senza limiti di mandato la propria attività politica nei 5 Stelle; evitare di tornare a casa anzitempo a badare alle precedenti occupazioni; “lavorare nottetempo con l’atteggiamento dei carbonari” per smantellare quella norma capestro e sin ora insormontabile del Regolamento fondativo del Movimento, divenuta troppo ingombrante e limitativa per tutti i 5 Stelle, é stata l’occupazione primaria e totalizzante degli ultimi mesi di attività dei pentastellati. L’iniziativa della Raggi é stato il toccasana tanto atteso e gradito. Il sasso nello stagno lanciato al momento opportuno. In pieno Agosto e con l’attenzione pari a zero per le vicende politiche nazionali.
Poco importa se insieme a quella norma si cancella un elemento distintivo e originale della identità politica del Movimento che li aveva proiettati ad essere il primo partito nelle ultime elezioni politiche nazionali. Ma da oggi é già tutto cambiato.La gestione del potere é un collante troppo forte anche per i duri e puri del Movimento. Anche i più ortodossi si sono immediatamente adeguati. Forti del “consenso virtuale” della base degli iscritti (ma quante centinaia sono per davvero?) conferito loro dall’ultima “chiamata ad esprimersi” attraverso la piattaforma Rousseau. Una chiamata veicolata e pressoché imposta dai manovratori occulti del blog del duo Grillo- Casaleggio. Insomma: Signori si cambia! E’ lo slogan ferroviario adottato dai 5 Stelle che aveva già fatto capolino in occasione dell’alleanza governativa dell’ultimo momento con il PD, tanto vituperato e oltraggiato nei lunghi anni passati in parlamento. E con il superamento del vincolo del doppio mandato, ecco che a valanga viene giù anche un altro baluardo regolamentare: Il divieto di alleanze politico-elettorali del Movimento 5 Stelle con altre forze politiche. Una vera liberazione! Oserei dire, in pieno stile Doroteo. In un tratto i 5 Stelle diventano ago della bilancia di tutto lo schieramento politico della sinistra, collocandosi al centro dello scacchiere ove si sceglie, si dirige, si determinano i prossimi appuntamenti elettorali locali e nazionali. E così anche il PD torna a rifiatare, dopo essere stato per lungo tempo attaccato alla cannula del gas. Deriso e sbeffeggiato dal suo stesso elettorato, il vecchio PCI e i suoi antichi mestieranti (tutti ancora lì alla faccia del rinnovamento) vedono riaprirsi uno spiraglio nuovo e allettante grazie alla ennesima alleanza della sinistra nostrana offerta, questa volta, dai vertici dei 5 Stelle e dalle loro decisioni (o per meglio dire, stravolgimenti) delle ultime ore. Una alleanza spuria e da sempre negata e osteggiata che oggi diventa salvifica e irrinunciabile. E poco importa se il PD diventa una costola dei Stelle o se questi ultimi si faranno fagocitare dai “marpioni” del PD che ne faranno una colonia da spolpare. Mai sapremo con precisione chi perde o chi ci guadagna in una alleanza così raccapricciante e raffazzonata. Ma la nuova alleanza salva tutti……. e Amen!
Salva l’enfant prodige Di Maio, che grazie al PD potrà ancora saltellare da un Ministero all’altro per far sempre più danni. Salva Zingaretti che come Segretario dei Democratici risulta più impalpabile e inconcludente del suo predecessore Martina. Salva anche Renzi che può contare su nuovi scenari politici nei quali sguazzare e destabilizzare. Allontanando lo spettro di elezioni politiche anticipate che lo vedrebbero sicuramente fuori dal Parlamento. E’ questo dunque lo scenario politico alla ripresa delle attività di ciascuno di noi, dopo questa estate bollente. Uno scenario squallido e preoccupante, ripetitivo e delirante, inconcludente e dilettantesco, che affonda le sue radici nel vecchio e vomitevole stile democristiano delle capovolte, dei ribaltoni, delle furbate, dei tradimenti e dei nuovi amori sbocciati per il più classico dei matrimoni di interesse.