Lo scontro in atto fra chi sostiene che la salute è prioritaria e chi invece sostiene che salute ed economia si devono sposare e quindi vanno fatte riaperture più o meno ampie delle attività economiche, mi sembra una contrapposizione davvero sterile.
Una sola cosa è certa: ad un anno di distanza dall’esplosione della pandemia è chiaro che in Italia abbiamo avuto il maggior numero di morti ( in percentuale rispetto agli abitanti) ed anche il minor numero di guariti rispetto a quanti sono finiti in terapia intensiva e nelle rianimazioni.
Tradotto in parole semplici non siamo riusciti a fermare o quantomeno contenere l’infezione e non abbiamo saputo curare gli ammalati con un protocollo adeguato e validato dalle Autorità sanitarie, impotenti quanto ciarliere e vanagloriose negli schermi televisivi .
Le cifre , ben aldilà delle interpretazioni e dei distinguo, parlano un linguaggio chiaro, drammatico e costituiscono un grave atto di accusa per i politici , i dirigenti , gli esperti e tutti gli attori di questa silenziosa strage che continua imperterrita a consumarsi sotto i nostri occhi.
Per non parlare del piano vaccini che solo pochi giorni fa e grazie al nuovo governo è almeno partito con una impostazione centrale e “militare“ che sembra aver messo finalmente sotto controllo lo sfascio del sistema regionale nel quale ognuno decideva per sé ed in rotta di collisione con lo Stato.
Quando non si è in grado, per mille motivi , di affrontare un problema, ci si guarda attorno e si osserva dove si ottengono i migliori risultati (best practice le chiamano) e semplicemente “si copiano” . Poi si attuano pari pari, se uno Stato è governato da gente responsabile che ha come obiettivo l’interesse nazionale e non altro.
Il Regno Unito, finalmente libero da lacci e lacciuoli dell’Unione europea, delle sue ottuse burocrazie , dei suoi funzionari corrotti , legati alle lobbies delle case farmaceutiche e delle multinazionali, ha imposto un prezzo politico ad Astrazeneca ed ordinato un massiccio quantitativo di vaccini che fosse subito inoculato alla popolazione , con priorità assoluta per le fasce deboli .
Nel breve volgere di poche settimane si sono liberate le Terapie intensive ed azzerata la mortalità e da qui la ripresa graduale e responsabile delle attività economiche.
Diversamente, con altri “stop and go” per accontentare salutisti ed aperturisti, l’inghilterra avrebbe visto morire altre centomila persone e non ci sarebbe stata alcuna ripresa perché intanto sarebbero definitivamente “saltate” gran parte delle attività produttive del Paese.
Analogamente e senza ulteriori esitazioni, il nostro Governo dovrebbe intervenire per contrastare efficacemente e definitivamente la pandemia da Coronavirus. Non più sterili discussioni sulle zone rosse, gialle e arancioni ormai diventate solo argomenti di scontro tra politici e ospiti di programmi televisivi, ma una veloce e robusta inversione di tendenza sulla campagna vaccinale in Italia. Solo dopo aver completato la vaccinazione dei soggetti tra i 70 e 80 anni, oltre alle fasce cosiddette fragili (con patologie pregresse ed importanti) e aver iniziato anche la vaccinazione per i nostri concittadini con 60 anni di età (statisticamente fasce più esposte al contagio e con possibilità di guarigione minori) potremo dire di aver superato anche quest’ultimo lunghissimo e buio tunnel del Covid 19. Solo allora vedremo svuotarsi gli ospedali e si potranno riaprire gradatamente e in sicurezza tutte le attività produttive, commerciali, turistiche e quante altre attività economiche che hanno sofferto il possibile e l’impossibile in questi mesi tragici. Si proceda dunque in questa direzione. Si concentrino tutti gli sforzi per questo indifferibile obiettivo e, soprattutto, poche chiacchiere a vuoto !!
Non è più tempo di girarsi e rigirarsi nel letto di agonia per provare refrigerio al male, ma di alzarsi e camminare (Julius Evola) .