Quando nel Marzo del 2011, a pochi mesi dallo scioglimento naturale del Consiglio Comunale di Napoli e del secondo mandato da Primo Cittadino di Rosetta Russo Iervolino, il Centro Destra napoletano, consapevole del disastro finanziario dell’Amministrazione comunale e dei paurosi buchi di bilancio prodotti da quella esperienza politico-amministrativa, raccolse 31 firme di Consiglieri di maggioranza e opposizione per interrompere prematuramente quella lenta agonia politica nella quale la Iervolino e i suoi “Sfrantummati” stavano trascinando l’intera città, lo schieramento di sinistra-centro che perdeva pezzi e fiducia ogni giorno, trovò la forza di accusare l’Opposizione di “avventurismo politico” e di essere interessati solo ad anticipare le elezioni per coglierne un evidente vantaggio elettorale.
Niente di più falso ed ipocrita! Quella maggioranza politica, a guida prevalentemente PD, si era progressivamente sfaldata e consumata sotto i colpi di continue indagini giudiziarie, a partire dal Global Service per la manutenzione di strade e palazzi di proprietà comunale, con arresti eccellenti di membri della Giunta e la conseguente tragedia del suicidio del povero Assessore Giorgio Nugnes del PD. Una Giunta comunale guidata da Rosa Russo Iervolino che fu bollata dallo stesso Sindaco con il termine dispregiativo di “Giunta di sfrantummati”. L’intenzione dei partiti di Centro Destra, con lo scioglimento anticipato della Giunta Iervolino era certamente più nobile e di natura squisitamente politica. Innanzitutto favorire un periodo di Commissariamento Prefettizio della città che avesse tempo ed opportunità di determinare in maniera asettica e corretta, dal punto di vista finanziario e contabile, l’esatta portata del deficit accumulato dall’Amministrazione civica. Tanto per avviare progressivamente un processo di risanamento complessivo della macchina economico-finanziaria dell’Ente Pubblico cittadino. Solo dopo si sarebbe potuto restituire la parola agli elettori per eleggere una nuova Amministrazione Comunale, libera da ricatti e rendite di posizione antiche e anacronistiche. Ma ancor più, risanata da buchi di bilancio, debiti crescenti e insopportabili, cronica mancanza di pagamento dei fornitori, blocco dei Servizi essenziali e degli investimenti in lavori pubblici (strade, scuole e asili comunali, verde pubblico) e quant’altro necessario.
Ma la storia andò diversamente. Con un blitz della Prefettura di Napoli (la Iervolino era stata anche Ministro degli Interni, nel corso della sua lunga carriera politica) due firme delle 31 necessarie, raccolte contemporaneamente e autenticate da un Notaio pubblicamente, furono ritenute non conformi alla procedura prevista dal Testo Unico vigente e la Iervolino fu rimessa in sella d’Autorità, 24 ore dopo essere stata dichiarata decaduta dal ruolo di Sindaco di Napoli.
Dopo tre mesi si celebrarono, nei tempi ordinari, le nuove elezioni Amministrative, con il rinnovo del Consiglio Comunale di Napoli. Quel buco di bilancio spaventoso, da tutte le forze politiche riconosciuto, ma non conosciuto nella sua reale portata ed entità (neanche Rosetta Iervolino poteva immaginare quanto fosse profondo !!), rimase congelato nei documenti contabili del Comune di Napoli. Pronto ad essere servito sul tavolo del nuovo Sindaco appena eletto e riprendere a governare con un fardello finanziario insopportabile sul groppone dell’intera città. La valutazione che i napoletani trassero dalla precedente giunta fu decisamente negativa. Crollò in maniera verticale il consenso del PD, partito guida della maggioranza di Iervolino. E non riuscì ad andare oltre il ballottaggio il candidato Sindaco proposto dalla coalizione di Centro Destra. Fu premiato, come tutti ricorderanno, il Sindaco Arancione. Quello che dichiarava pubblicamente e ripetutamente che avrebbe rivoltato la città come un calzino, risanando finanziariamente il bilancio comunale.
La verità é sotto gli occhi di tutti i napoletani!
E da allora (sono passati circa 10 anni), al di la delle dichiarazioni ipocrite e completamente fasulle di De Magistris, il risanamento del bilancio comunale non solo non si è mai avviato, ma piuttosto, si é incrementato paurosamente il deficit delle casse comunali.
Demagogia, istrionismo sterile e velleitario hanno caratterizzato i nove anni attuali della Giunta arancione, che ha ulteriormente portato ad oltre 80 milioni di Euro il disavanzo comunale. Con il sostanziale blocco di tutte le attività amministrative non legate alla ordinaria amministrazione ( di fatto si riesce a malapena ad onorare il pagamento degli stipendi del personale). I vertici Amministrativi prendono le distanze sempre più dal Sindaco, spaventati dalle personali responsabilità contabili emerse. Nel frattempo la Corte dei Conti ammonisce continuamente il Comune sull’uso improprio delle risorse destinate esclusivamente al pagamento dei debiti pregressi. E la Corte Costituzionale eleva un monito molto forte e indirizza una reprimenda senza scampo per la Giunta De Magistris, colpevole di aver prodotto, con artifici contabili, una spalmatura (differimento) dei debiti dell’Amministrazione nei bilanci dei prossimi 30 anni!
Dalla padella del PD, alla Brace degli Arancioni di DE.MA. Ed oggi, a meno di un anno dalle prossime elezioni comunali, con De Magistris fuori dai giochi per lo scranno di Sindaco, gli attori e gli autori del disastro economico-finanziario degli ultimi 30 anni stanno già organizzandosi per creare i presupposti di una nuova e più ampia coalizione di sinistra che coinvolga appassionatamente il pd (sempre presente ed egemone per natura e supponenza politica), il Movimento Arancione di De Magistris con il suo codazzo di centri sociali, il Movimento 5 Stelle che ormai ha capito che da solo non va lontano e i vari cespugli dell’ultra sinistra quale ruota di scorta, sempre utile in caso si resti appiedati.
Non c’é che dire : é veramente un futuro “luminoso” quello che attende questa città. A meno che un buon numero di napoletani stanchi di questo andazzo insopportabile non voglia aprire gli occhi e scuotersi dal torpore, dalla indifferenza e dalla rassegnazione che paralizza gran parte della cittadinanza. Napoli può ritornare a splendere. Ma spetta a noi adoperarci e muovere il primo passo.