giovedì, Novembre 21, 2024
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Camilleri: fiera dell’ipocrisia e dell’esagerazione

Tutti giornali e le TV quasi a reti unificate, si sono sprecate in un profluvio davvero insopportabile nel lutto per la morte di Camilleri.
Siamo i primi a voler parlare con il dovuto rispetto di quanti “vanno oltre” ma, riteniamo, anche a sostenere che la loro memoria vada difesa dalle esagerazioni ed in questo caso da una sorta di santificazione ovviamente “laica”, avendo tutte le reti tenuto a sottolineare che la salma verrà sepolta nel cimitero “non cattolico”, quasi come se questa fosse una scelta coraggiosa e trasgressiva cui fornire grande plauso.
“Andrea Camilleri -scrive Veneziani- era uno scrittore televisivo che vendeva libri, che intrigava con le sue trame e il suo linguaggio fantasiculo; che sapeva gigioneggiare dall’alto dei suoi novant’anni, recitando un ruolo ironico-profetico da oracolo televisivo che parodiava bene Fiorello. E poi, per compiacere la Ditta, Camilleri andava sul sicuro, faceva l’antifascista, seppure molto postumo, ieri antiberlusconiano, oggi antisalviniano ma sempre contro il Duce, a babbo morto. Una polizza per la gloria.
Era uno scrittore bravo, non un Grande Scrittore, come lo presentano. Non entra nella grande letteratura, non esagerate, ma rimane nella bestselleria corrente e nella personaggeria letterario-televisiva. Non rendetelo ridicolo, paragonandolo a Pirandello e Verga, e pure a Sciascia. Via, abbiate senso della misura. Non mettetegli pennacchi e aureole, abbiate rispetto di un morto”.
Appunto rispetto per il morto, rispetto per tutti i defunti qualsiasi cosa abbiano pensato, scritto, vissuto, purché lo abbiano fatto in buonafede e senza ledere le persone, senza commettere reati infamanti.
Giudizi invece si, anche severi, nei confronti di chi, attraversando un intero secolo, è stato sempre dalla parte dei vincitori e mai dei vinti, delle loro famiglie, dei loro sacrifici, dei loro lutti, delle loro sofferenze.
A Camilleri piaceva vincere sicuro.
Noi siamo di altra pasta, seguiamo le idee per vincere o perdere insieme ad esse.

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