Nel tardo pomeriggio di martedi, Beirut é stata improvvisamente e gravemente devastata da due diverse e micidiali esplosioni nell’area portuale della città. Coinvolti fabbricati, uffici pubblici, le strutture aeroportuali del vicino scalo aereo, centri commerciali, naviglio in rada nel porto. Uno scenario apocalittico é subito apparso ai soccorritori. Una prima stima dei feriti a seguito del ricovero presso gli ospedali cittadini, parlava di oltre 4 mila feriti. Ma i Vigili del fuoco erano ancora impegnati nello sgombero delle macerie di un fabbricato di tre piani, letteralmente sventrato dalle esplosioni. Il bilancio delle vittime supera certamente le 70 persone sin ora accertate. Tra i feriti non gravi c’é anche un militare del nostro Contingente di Pace in Libano, di cui però non si conosce ancora il nome. Le due esplosioni sembrano essere dolose e prodotte appiccando il fuoco ad un magazzino portuale ove era accantonato da diversi anni un carico di nitrato di ammonio, sostanza chimica altamente infiammabile usato in agricoltura come fertilizzante sino alla sua eliminazione dai mercati internazionali per tossicità e pericolosità del prodotto. I presunti responsabili di questo attentato probabilmente erano a conoscenza della presenza del materiale chimico altamente esplosivo tenuto sotto sequestro in appositi silos del porto, dando fuoco all’edificio per procurare le esplosioni devastanti che hanno messo in ginocchio un Paese già martoriato da anni gi guerre civili tra diverse etnie e confessioni religiose che riescono a malapena a convivere sul territorio libanese grazie alla presenza di forze armate internazionali (Tra cui un nostro contingente) sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Beirut a fuoco. Due esplosioni devastano il porto. Oltre 70 morti e 4mila feriti. Tra questi un nostro militare di stanza in Libano
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