De Luca fa, De Luca disfa. Vincenzo crea, Vicienzo distrugge. Non è certo l’onni (m)potente lui, ma è come se lo fosse. Perché lui si sente così. Lui non si discute. Lui è! Punto. Deve avere veramente un bel nulla da fare – o meglio d’affare – il Presidente plebiscitario della regione Campania per camuffare il nulla assoluto, il vuoto cosmico, per “ammacchiare” le macchie del suo “operato” divenendo macchietta egli stesso e finendo (in senso metaforico) per arricchire (e qui nessuna metafora è contemplata!) con sempre nuove genialate la sua infinita pièce teatrale.
E ieri, 7 settembre, lo sceriffo “ha fatto un altro piezzo”, inaugurando – dopo 36 anni di lavori – l’autostazione dei bus di Avellino. Che non è ancora completata. E magari pure ringraziarlo qualora i lavori dovessero continuare ancora per il mancato completamento delle commissioni. Cosa assolutamente possibile, al momento.
Non è certo una commedia, purtroppo è tutto vero, tanto che la nuova opera è stata subito ribattezzata “Godot”. Il teatro dell’assurdo. L’eterno divenire. L’infinita perifrastica. La situazione in cui si continua ad aspettare in eterno qualcosa che appare come imminente, (e abbiamo detto che sono trascorsi “solo” 36 anni dall’inizio dei lavori!!) senza fare nulla perché siano effettivamente ultimati i lavori o, almeno, ci si dia una smossa. Ed è proprio il caso dell’autostazione di Avellino (De Luca ha specificato che si tratta proprio di un’autostazione e non di un semplice terminal) che, però, manca di collaudo e di ogni altra diavoleria burocratica perché possa iniziare ad essere fruibile dall’utenza. “Le autorizzazioni necessarie ci sono”, ha subito precisato il manager di AIR, meglio “di area”, l’area e l’aria sua, quella di De Luca che a gestire l’azienda di autotrasporti irpina ci ha piazzato un manager salernitano! Giusto per dire che la visione “salernocentrica” è una concezione deluchiana che “non esiste”. È l’ennesima eccezione che conferma la regola.
Allora, se le autorizzazioni necessarie ci sono, non si capisce perché la messa in servizio avverrà, meglio, dovrebbe avvenire si spera, solo il 7 di ottobre. Speriamo dell’anno corrente. E se le autorizzazioni per il collaudo non ci sono, come si è potuto tenere una pubblica manifestazione per inaugurare qualcosa che non c’é o non funziona ancora?? Poniamo così, assurdo per assurdo: l’opera inizierà(?) la sua attività il 7 di ottobre, ma il 7 di ottobre è una data successiva al 25 di settembre, l’election day dove Pierino De Luca, progenie di Vincenzo il Grande, si giocherà il futuro della permanenza in Parlamento, seppur candidato al primo posto in un collegio blindato. Allora ci pensa papà. E papà inaugura l’autostazione Godot durante le elezioni. Nonostante il “trascurabile” dettaglio che da domani l’opera inaugurata resterà chiusa. Domani, infatti, le corse partiranno da dove sono partite in tutti questi anni. Nulla è cambiato. Nemmeno i parcheggi potranno funzionare. E chissà quando potranno vedere la luce gli oltre 300 posti di lavoro promessi da De Luca. Riuscirà in un mese esatto a reclutare, formare e condurre alla meta burocratica le 300 persone che nell’opera inaugurata dovrebbero trovare un’occupazione?
Ma quello andato in “oscena” ieri ad Avellino non è che l’ennesimo tassello di una strategia collaudata – questa sì! – e che funziona nel tempo: come non dimenticare i numerosissimi ospedali inaugurati da De Luca nel biennio ’20/’21 a.c. (anno covid) e mai entrati in funzione? Che altro non erano che i moduli arrivati scenicamente in città di notte su un tir per poi essere abbandonati all’incuria e diventare sede di graminacee ed erbacce dalla crescita incontrollata. Alcuni di quegli “ospedali” mai entrati in funzione furono inaugurati più e più volte! Su Campo Sud Quotidiano troverete tutto il dossier, corredata dalle denunce presentate agli organi competenti dall’on. Marcello Taglialatela, il solo che ha intrapreso questa battaglia contro il satrapo annidatosi in Regione e che hanno fruttato già numerose comparizioni davanti agli organi giudiziari competenti. Quella stessa sanità che gli ha dato la “Santità”, secondo Vicienzo: non c’è un solo ospedale campano che non sia in emergenza: per carenza di risorse umane, per bilancio insufficiente, per attrezzature e macchinari sanitari inesistenti. Il Moscati di Avellino è stato addirittura costretto a chiudere il pronto soccorso agli interventi che non fossero da codice rosso – ne abbiamo parlato qualche giorno fa sempre qui su campo Sud Quotidiano – interventi chirurgici saltati perché il personale – quello rimasto – è stato spostato per le emergenze e sottoposto a turni di lavoro massacranti. Emergenze che sono tali perché è stata congestionata l’affluenza presso i pochi ospedali risparmiati dai tagli, per nulla chirurgici, di Delucanossor, così come è stato ribattezzato nel besteller Terronia Felix, logica conseguenza e disagio già annunciato – non dai De Luca boys, però – presso i pochi ospedali che non hanno potuto fronteggiare l’emergenza. Ad arte creata. Così come “creati” sono stati di posti di degenza nelle terapie intensive: da posti effettivi siamo passati a quelli disponibili, poi a quelli utilizzati, poi a quelli… inventati! Così come le decine di posti in cardiologia presso l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi inaugurati – manco a dirlo – da De Luca in persona e chiusi dopo 10 giorni! Perché? Non si sa. Bisognerebbe chiedere a Pierino De Luca che dice, in “campania elettorale” di voler riaprire l’ospedale di Solofra, potenziare le attività di quello di Ariano Irpino, di aprire nuovi reparti a Benevento e a Napoli: chissà se sa che tutti i nosocomi di cui ciancia sono stati chiusi proprio dal suo papà. Pieri’, Vicienzo t’è padre a te! Non ci stupiremmo di certo nel vedere Vicienzo Godot chiudere ospedali interi per poi farli riaprire dal figlio. Magari questa sarà la prossima mossa utile (e idiota) per l’avvicendamento sullo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia, se col Parlamento dovesse andare male. Difficile, Pierino è capolista in un collegio blindato. Se proprio dovesse andare male, potrà sempre chiedere a papà Vicienzo un posto dei trecento all’autostazione “Godot” di Avellino. Altrimenti…. potrà sempre attaccarsi… al bus! Insieme al papà.