Nove anni fa ci lasciava Antonio Parlato.
Pochi giorni prima mi aveva chiesto di raggiungerlo al suo studio per parlare un po’ come da antica consuetudine.
Solo qualche giorno dopo compresi, con grande emozione, che quell’incontro, nel corso del quale discutemmo di tante cose, ma nulla di importante e di urgente, fu il suo modo gentile di accomiatarsi, di salutarmi, di darmi l’addio, con il suo dolce sorriso, appena velato dalle sofferenze indicibili che il male gli provocava.
Conoscemmo Antonio quando eletto consigliere comunale di Napoli iniziò sin da subito a distinguersi per la sua capacità di vedere e di affrontare i temi della Città con una visione ampia e progettuale che, qualche anno dopo ,da segretario della federazione del MSI, lo portò a concepire il “Progetto a cinque dimensioni per Napoli Capitale” che per oltre vent’anni fu il cavallo di battaglia della destra sociale e popolare nelle Istituzioni e nelle Comunità locali e che conserva intatta la sua visione della funzione e dello sviluppo dell’area metropolitana di Napoli e più in generale del Mezzogiorno.
Insieme aderimmo a Linea Futura la componente di Pino Rauti, di cui ben presto divenne il numero due, per la sua immensa capacità e qualità di lavoro.
I GRE (Gruppi di Ricerca Ecologica), i Campi Hobbit, Presenza, il Secolo, le decine di pubblicazioni di area, i festival del Secolo e le feste tricolori, si avvalsero della partecipazione appassionata, delle iniziative, dei suggerimenti, delle linee d’indirizzo, dell’infaticabile Parlato le cui giornate di lavoro politico in qualche caso sfioravano le 24 ore ( nonostante gli affettuosi e preoccupati, quanto inascoltati, inviti degli amici, di riguardarsi una salute sia pure di ferro ma messa a dura prova dalla pesantezza degli impegni , ed anche dalle 80 sigarette al giorno).
In un’Assemblea cittadina nella quale si affrontavano grandi personalità, da Valenzi a Geremicca, da de Lorenzo a Pomicino ed a tanti altri ancora, imponeva la sua presenza con i suoi interventi, sempre ascoltati con attenzione e rigoroso silenzio, con proposte di deliberazioni con centinaia di ODG sui più svariati temi ed istanze della Città approvati all’unanimità.
E poi la sua indefessa ed indomita attività di deputato con decine di migliaia di proposte di legge, di interrogazioni, d’interpellanze, di mozioni, odg, che determinarono l’apertura di inchieste e sostennero e supportarono l’attività di centinaia di consiglieri comunali in Campania ed in tutta Italia.
Parlato fu segretario federale del MSI di Napoli. La sua gestione fu una vera rivoluzione copernicana, una ventata di modernità, di attivismo, di formazione di classe dirigente , di proposta politica.
Un grande motore organizzativo anche per la componente rautiana e poi a capo dell’Organizzazione del MSI durante la breve ma intensa segreteria di Pino Rauti.
E che dire degli impegni istituzionali, sottosegretario di Stato del primo Governo Berlusconi, ma anche poi alla presidenza dell’INAIL e poi dell’IPSEMA, dove ha lasciato tracce significative e indelebili della sua direzione e delle sue scelte, sempre orientate in assoluta coerenza con la sua visione ideale e politica, sia che si trattasse del coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle imprese, che dell’approvazione del Codice Etico, che del Bilancio Sociale e così via, coniugando sempre l’efficienza al sociale.
Sono passati nove anni ma Antonio Parlato è qui con noi, nei nostri cuori, nelle nostre menti, nei nostri progetti, nelle nostre speranze.