Giuseppe Puttini é un noto Dottore Commercialista napoletano, esperto in materia di fondi immobiliari. Specializzato nella gestione di patrimoni; nell’analisi dei bilanci societari. Consulente societario e commerciale, Consulente di Direzione con oltre 25 anni di esperienza e specializzazione professionale, ha collaborato con il Ministero dello Sviluppo Economico quale componente dei Nuclei di Valutazione dei progetti ex Legge 212/92 per la internazionalizzazione delle Imprese e per i progetti “PIA Innovazione”. Giuseppe Puttini é stato anche Presidente della Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della provincia di Napoli.
D: Napoli attualmente, dopo molti anni di assenza, può contare su numerosi suoi cittadini che ricoprono incarichi ministeriali ed istituzionali.
Quali sono stati i risultati e quali le aspettative.
R: Napoli ha espresso, anche in passato, personalità politiche o di rango istituzionale elevato.
Purtroppo, i nostri concittadini attualmente prestati alla politica o alle istituzioni risultano “non pervenuti”,
data anche la scarsa propensione a interpretare la res publica con una visione ampia o di spessore. Non
basta essere per bene per saper far bene e solo l’esperienza e la capacità consentono di rappresentare
appieno i bisogni reali del territorio.
D: Quale Piano di Sviluppo ritiene sostenibile per Bagnoli, Area Portuale e Napoli Est.
R: Per Bagnoli la vocazione naturale è, con evidenza e senza ombra di dubbio, quella turistica e non bisogna
vergognarsi di questo. Personalmente vedrei bene l’affiancamento con un polo di sviluppo per la green
economy ed un incubatore di imprese che attiri giovani e idee giovani. Se poi c’è un campo da golf nei
paraggi non vuol dire che è prevalso il becero capitalismo sui reali interessi del popolo.
Per l’Area Portuale basterebbe realizzare alcuni progetti di rilancio già valutati in passato, migliorando poi la
logistica dello scalo passeggeri con quelle opere di dragaggio che consentano finalmente l’approdo a tutte le
nuove e grandi navi, che oggi non trovano spazio.
Per Napoli Est punterei sulla quella Zona Franca, che pure pare abortita di recente, per rilanciare le attività
economiche di base come la piccola industria manifatturiera e le reti integrate di società di servizi, naturale
sviluppo di quelle attività che sono state incubate o che hanno visto la nascita, come ipotizzato, su Bagnoli.
D: Come combattere nelle periferie emarginazione ed emergenza sociale.
R: Con regole ferme e con il lavoro vero e non solo promesso. Assistenza a chi ha bisogno Campo Sud intervista ma anche lavoro
sociale effettivo e non solo “utile” e calli alle mani per chi viene aiutato a recuperare la sua dignità.
D: Come rilanciare e coordinare il ruolo della Città Metropolitana.
R: La Città Metropolitana è un ibrido che ha però grandi potenzialità: coordinamento istituzionale, logistica intermodale nei
trasporti locali, turismo diffuso che si allarghi da Napoli a tutte le zone limitrofe, sviluppo orizzontale della
città con nuovi strumenti urbanistici e rilancio dell’edilizia sostenibile, delega al riordino ed alla tutela del
paesaggio.
D: Quale eredità De Magistris lascia alla città dopo 10 anni di governo
R: Nessuna. Se non la conferma che ” Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’è femmene belle” e lui non
ha capito che Napoli è come una bella donna che fa soffrire ma che si può solo amare.
Fuor di metafora, DeMa consegnerà al successore i conti disastrati di un azienda/città praticamente fallita e
con i numeri palesemente falsati da previsioni insostenibili o, ancora peggio, inverosimili.