Domenica 23 aprile 2023 il Napoli è ospite della Juventus, per la prima delle sfide verso il traguardo del terzo scudetto, senza altri pensieri nella testa.
La Champions League è andata, il primo obiettivo si può dire raggiunto, i quarti di finale sono un risultato storico per la compagine partenopea, mentre manca un solo punto alla matematica certezza del ritorno nel torneo della coppa dalle grandi orecchie.
L’allenatore del Manchester City, Pep Guardiola, è stato prodigo di complimenti. Ha messo tutti in riga ricordando il grande percorso fin qui compiuto dal Napoli sia in Europa che in Italia.
Un monito per il gran numero di tifosi, di addetti ai lavori e media locali e nazionali, che quasi storcono il naso (di soddisfazione!) nei confronti dell’eliminazione della squadra azzurra, da parte del Milan.
Aggiungerei che gli azzurri non erano tra i favoriti in Italia e che gli esperti del pallone li relegavano in lotta per il quarto posto ma nulla più.
I più hanno dimenticato che dopo gli addii di Mertens, Insigne, Koulibaly e Ospina, ci fu una grande contestazione, tra gli inviti più o meno garbati rivolti al Presidente, di prendere la A16 (Autostrada Napoli Bari), abbandonando la città definitivamente. E poi l’ ironia sull’acquisto di Kim, giocando sul suo nome e una nota marca di sigarette.
I più davano per scontato che i ventidue punti di distacco dal Milan dessero per certa la qualificazione per la finale di Champions, quasi fossimo al Monopoli e avessimo raccolto una carta dal mazzo delle probabilità che ci invitava a recarci a Istanbul come fosse una passeggiata turistica. Facendo i conti senza l’oste e immaginando che il Milan si superasse ad occhi chiusi. Quasi una partita inutile da giocare, quella con i meneghini. Ma il calcio é così e non é affatto una scienza esatta.
E mentre tabelle e tabelline spuntano da più parti in Italia, la prima da Torino, ma è abortita sul nascere, quella sponda biancoazzurra di Roma, fresca di conio, si prepara al tour de force che ci porterà, senza nessun braccino corto, a festeggiare il tricolore. E lasciamo perdere le diatribe tra cafoni, sindaci e presidenti di regione, che si battono per le varie feste da organizzare in giro per la provincia di Napoli. La vera esplosione di gioia sarà spontanea ed esagerata come da sempre accade da queste parti, per un popolo condannato, sempre a riconfermare i soliti stereotipi.