E’ successo tutto all’improvviso, Domenica scorsa. Don Patriciello era nella Parrocchia intento alle sue attività. Fuori la chiesa e all’interno, seduti tra i banchi, si erano distribuiti i suoi “Angeli” della scorta di polizia. D’un tratto entra in Chiesa un uomo anziano e si dirige verso il “prete anticamorra”. Ha in tasca un coltello di grosse dimensioni che fa fatica a nascondere. La scorta intuisce prontamente il pericolo e blocca l’uomo armato prima che abbia raggiunto la sua vittima predestinata. Si tratta di un 74 enne, tal Vittorio De Luca, prontamente immobilizzato dai poliziotti di scorta, che risulta essere il suocero del Boss della malavita locale, Domenico Ciccarelli; attualmente in stato di fermo di polizia per le ripetute minacce proprio contro il Parroco del Parco Verde.
Patriciello quasi non si accorge dell’accaduto per la grande rapidità in cui si é consumato il tentativo di aggressione all’interno della parrocchia di San Paolo Apostolo.
Il Parroco resta tuttavia sereno perché consapevole che lo stato non lo abbandona. Piuttosto lo protegge efficacemente in ogni momento della sua giornata.
Malgrado lo scampato pericolo, la situazione é molto inquietante. La Prefettura di Napoli e il Prefetto dr. Michele Di Bari, seguono costantemente l’evoluzione della grave problematica di ordine pubblico, tant’é che si sta valutando l’ipotesi di disporre un rafforzamento della protezione di polizia per Don Patriciello.
Questo elemento sembra diventare necessario, anche alla luce di quest’ultimo episodio fortunatamente sventato ma, soprattutto, a seguito delle recenti “esternazioni deliranti” del Presidente della Giunta Regionale della Campania, De Luca, che aveva avuto parole poco dignitose e sferzanti all’indirizzo di Don Patriciello, paragonandolo pubblicamente a Pippo Baudo per il suo “presenzialismo” nelle vicende di Caivano e per gli atteggiamenti a suo dire “compiacenti” nei confronti della Premier, per quanto il Governo stava realizzando nel Parco Verde. Facendo finta di dimenticare che era stata proprio una iniziativa del prelato, quella di rappresentare e denunciare lo scorso Agosto alla Premier Meloni la situazione drammatica vissuta nel Parco Verde e a dar luogo a tutte le iniziative successive di recupero e ristrutturazione del complesso sportivo e quant’altro vandalizzato e reso inagibile nel comprensorio di case popolari di Caivano.
Altro che Pippo Baudo con tanto di frangetta, il buon Parroco faceva in un’ora ciò che il Presidente della Regione non é riuscito o non ha inteso fare in quasi dieci anni di suo governo della Campania. Ma facendo molto di più: arrivando con livore inconcepibile a “rosicare” contro il Parroco in maniera volgare e pericolosa e contro la Premier Meloni che, al contrario ed efficacemente, ha inteso immediatamente intervenire, ponendo fine al disinteresse anzi, alla più totale strafottenza di chi avrebbe potuto e dovuto far qualcosa…..e non lo ha fatto!
E fin qui la questione si pone in termini politici per il disinteresse delle Istituzioni locali rispetto ad una vicenda fin troppo grave, con preoccupanti rigurgiti criminali, lasciata inopinatamente incancrenire per troppo tempo, malgrado i ripetuti e accorati appelli del parroco anti-camorra.
Ma le accuse a Don Patriciello e gli sfottò, piovuti sul prelato da un esponente di primo piano delle Istituzioni regionali, rappresentano un episodio gravissimo che non può non essere stigmatizzato e condannato con fermezza. Offendere un uomo sottoposto a misure di tutela personale da parte dell’Autorità Giudiziaria a causa delle gravi e continuate minacce della criminalità organizzata alla sua incolumità personale, costituiscono una vigliaccheria gratuita e fuor di luogo. Oltre alla pericolosità di tali affermazioni, rivolte ad una persona, un sacerdote, che rischia ogni giorno la sua vita nell’impresa titanica di ostacolare i mille volti e i tentacoli della criminalità organizzata.
Ma questo a De Luca pare proprio non importare. Non a caso il “nostro” é universalmente riconosciuto come “lo Sceriffo” e nessuno può pensare di mettere in discussione la sua autorità. E tanto meno le sue dichiarazioni televisive o le esternazioni urbi et orbi.