Non passa giorno senza che tutti gli organi di informazione non parlino delle difficoltà incontrate dall’esercito russo in Ucraina e delle sanzioni adottate dall’Unione Europea per danneggiare l’economia di Mosca.
Sulle oggettive difficoltà dell’esercito di Putin di avanzare o, quanto meno, di mantenere le posizioni raggiunte non v’è dubbio che al di là della propaganda dell’una e dell’altra parte ci siano notizie molto vicine alla verità.
Manca invece, troppo spesso, una analisi sulle conseguenze delle sanzioni, presentate come la chiave per far crollare l’economia russa e quindi il potere di Putin.
È necessario allora fare un po’ di chiarezza citando dati che possono essere rilevati da siti ed organi non allineati.
Prendiamo allora in esame il problema delle valute.
Incominciamo con il cambio rublo/euro. Agli inizi dell’anno occorrevano 84 rubli per ricevere un euro; il 7 marzo ne occorrevano ben 148 e tutti scommettevano sul crollo del rublo. Poi, i giorni sono passati ed il rapporto tra rublo ed euro è crollato alla cifra di 70. Si, avete capito bene: a gennaio ci volevano 84 rubli per un euro, ora ne servono di meno, 70!
Ed allora? Se questo è l’effetto delle sanzioni qualcuno , dalla Von der Leyen ai vari leader europei dovrebbe incominciare a meditare.
Ma c’è un altro dato che fa pensare. La tendenza al rafforzamento del rublo sull’euro è simile a quella del rafforzamento del dollaro sullo stesso euro. Due cifre: 24 febbraio per un euro servono 1,13 dollari; il 6 maggio ne servono 1,05.
Questi dati testimoniano che i due veri contendenti, americani e russi, rafforzano a dispetto delle tanto decantate sanzioni, le proprie valute.
E l’Europa? Paga solo le conseguenze!
A proposito del conflitto Russo Ucraino: CIO’ CHE I GIORNALI ALLINEATI NON DICONO!
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