Cosa sta per accadere al Consiglio comunale di Napoli?
Si avvicina la fine della sindacatura de Magistris. Il sindaco, al suo secondo mandato, ha la necessità di candidarsi in una delle prossime elezioni, politiche o regionali, per non trovarsi disoccupato nella primavera del 2021, quando non potrà correre per il rinnovo del consesso cittadino.
È evidente che la scelta più logica per de Magistris dovrebbe essere quella di candidarsi per le regionali, ma il sistema elettorale non gli dà grosse possibilità, atteso che il PD mai potrebbe accettare di candidarlo al posto di De Luca, né è ipotizzabile che si presenti a capo di una coalizione con i cinque stelle, né che possa guidarne una propria e, comunque, per il sistema elettorale regionale, solo il candidato presidente della coalizione che arriva seconda ha garantito il seggio regionale. Troppi rischi.
Diverso il discorso per le politiche. Il sistema elettorale prevede collegi uninominali e collegi proporzionali. Il Sindaco potrebbe proporre una propria lista in una coalizione, magari proprio in quella dove vi sarà il PD. Zingaretti, infatti, cerca di allargare a sinistra e cerca alleati. In una coalizione del genere, il sindaco potrebbe ottenere un collegio ritenuto sicuro, oltre che giocarsi la carta del proporzionale.
Queste sono ragioni che indubbiamente sono state valutate da de Magistris, oltre quelle più “nobili” dichiarate alla stampa di scendere in campo per contrapporsi in prima persona all’avanzare delle destre.
Sicuramente quindi, appena le Camere saranno sciolte, ai sensi dell’art. 7 del DPR n.361/1957, entro sette giorni dovrà dimettersi per potersi candidare.
Le dimissioni comportano lo scioglimento del Consiglio e le elezioni per il suo rinnovo verrebbero programmate per la prossima primavera.
Sinceramente non comprendiamo, vista la chiarezza della norma richiamata, come a Palazzo San Giacomo sperino di far dichiarare decaduto il Sindaco e quindi consentire il prosieguo della consiliatura con il vicesindaco. Bisogna vigilare per impedire interpretazione “creative”.
Dei casi di dichiarazione di decadenza, ci sono stati a seguito di una sentenza della Corte costituzionale del 2013 che dichiarava illegittima la mancata previsione della incompatibilità tra la carica di parlamentare e di sindaco e presidente di provincia (vedi Cesaro alla Provincia di Napoli), ma in quei casi si trattava di incompatibilità sopravvenuta, adesso, al contrario, parliamo di causa di ineleggibilità, che deve essere rimossa prima per consentire la candidatura.
Ci potremmo ritrovare quindi, nella prossima primavera, ad affrontare sia le elezioni comunali a Napoli sia le elezioni regionali.
Si troverà pronto il centrodestra?