I Superbonus edilizi hanno avuto un impatto devastante sul debito pubblico del nostro Paese e le conseguenze disastrose le sopporteremo anche nei prossimi anni. La più grande follia di finanza pubblica di sempre, l’hanno definita molti economisti.
Il secondo governo di Giuseppe Conte ha destinato l’intero beneficio ai privati, senza alcun limite di reddito, né di utilizzo dell’immobile. Abbiamo così visto ristrutturare a spese dello Stato anche case di villeggiatura.
Al 9 aprile 2024 – giorno della presentazione del Documento di economia e finanza – i crediti edilizi accumulati ammontano già a 219 miliardi di euro. Ma è un dato provvisorio. Negli ultimi quattro mesi la spesa è infatti aumentata di oltre 40 miliardi. È l’effetto dei procedimenti che via via vengono contabilizzati e diventano o diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico. Significa che ciascuna famiglia italiana ha oggi un nuovo debito di 8760 euro. Anche se non ha mai chiesto e ottenuto nulla dallo Stato.
I bonus edilizi ordinari, previsti dalla nostra legislazione da diversi anni, che consentono risparmi fiscali con percentuali minori e che da anni vengono rimborsati dallo Stato come credito d’imposta, hanno avuto il merito di far emergere parte dell’economia sommersa. Ma il Superbonus voluto dal Governo Giallo-rosso è stato letteralmente un finanziamento a pioggia, degno degli anni peggiori della Prima Repubblica.
I proponenti avrebbero dovuto prevedere (con maggior senso di responsabilità e lungimiranza) che il rimborso del 110 per cento del valore dell’intervento avrebbe avuto due effetti catastrofici sui conti pubblici. Il primo effetto: deresponsabilizzare i committenti dei lavori, cioè i proprietari degli immobili e gli amministratori di condominio, sul contenimento della spesa (tanto rimborsa lo Stato). Secondo: imprimere un ulteriore aumento dell’inflazione sul costo dei materiali.
Questa smisurata risorsa l’abbiamo invece letteralmente data in gestione ad amministratori e imprenditori edili e spalmata sulle facciate di una piccola minoranza di abitazioni con il seguente risultato: con i soldi del Superbonus è stato ristrutturato poco meno del 4 per cento degli edifici residenziali e circa il 6 per cento dei condomini.
Amministratori e imprese che hanno aderito ai Suberbonus hanno legalmente sfruttato le opportunità di una legge sostenuta da larga parte del Parlamento. Ma proprio la sua formulazione e l’insufficienza di controlli ha tra l’altro permesso irregolarità colpose e vere e proprie truffe ai danni dello Stato. Addirittura per lavori mai eseguiti. Senza contare il fatto che gran parte dei cappotti termici realizzati sono altamente combustibili. Abbiamo insomma qualche palazzo più efficiente, ma forse meno sicuro.
Proprio per questa distanza tra la scarsa qualità degli obiettivi raggiunti e le immani risorse impiegate – un debito che condizionerà l’Italia almeno per tutto il prossimo decennio e oltre – il Parlamento dovrebbe assumersi la responsabilità di fare chiarezza su quanto è accaduto e perché è accaduto. Dovrebbe spiegare agli italiani le ragioni di tanti, evidenti errori di previsione. E come mai si sia deciso di favorire così ampiamente il settore edilizio, il più esposto alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose e all’impiego di manovalanza irregolare, e non altri settori strategici della nostra economia.
L’istituzione di una commissione d’inchiesta diventa così necessaria, di fronte alle gravi conseguenze che ( smaltiti i fumi e le immancabili promesse della campagna elettorale in corso) tutti noi dovremo affrontare dal prossimo autunno per fronteggiare e limitare i danni per il bilancio dello Stato prodotti dalla iniziativa promossa e tutt’ora sostenuta (senza alcun pudore) in primis dal Movimento 5 Stelle.
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