Notizia di queste ore è l’arresto della moglie e della suocera del deputato di Sinistra
Indipendente Aboubakar Soumahoro . Le due donne amministravano cooperative
che si occupavano di gestire migranti e minori non accompagnati.
Gli ospiti vivevano in condizioni disumane mentre le due donne facevano sfoggio di
lusso.
Il parlamentare Soumahoro, per chi non lo ricorda, è quello che si presentò alla
prima seduta del Parlamento con degli stivali sporchi di fango dicendo che erano
quelli che usava per il lavoro nei campi, ma fu poi immediatamente sbugiardato.
Successivamente, con aria contrita dichiarò di essere all’oscuro degli affari di moglie
e suocera che avevano però, secondo lui, il diritto al lusso.
Una considerazione sorge spontanea. Ma quest’uomo non si accorgeva di quello che
facevano i suoi congiunti? Perché i casi sono due: o se ne accorgeva ed allora era
complice e partecipe, per cui meriterebbe anche lui il carcere, o non se ne
accorgeva, allora è un povero incapace (troppo furbo e falsamente ingenuo che si difende dalle accuse piangendo in tv) che non potrebbe affatto svolgere l’attività di Parlamentare della Repubblica Italiana.
Oggi, dopo tante indagini della guardia di finanza, alle cooperative rette dalla due
donne sono stati sequestrati quasi due milioni di euro.
Ed ancora una volta il parlamentare ribadisce la sua totale estraneità, rispetto a queste condotte criminose delle due donne.
Non ha mai usato una parola che, tra l’altro, è poco diffusa nel mondo politico
italiano: la parola “dimissioni”.
E’ troppo comodo continuare ad usufruire del ricco stipendio di parlamentare.
Ma assordante è il silenzio dei dirigenti del partito di sinistra che hanno messo in
lista un simile personaggio.
Un’altra annotazione sembra opportuno farla anche se spetta agli esperti di diritto
valutarla.
Le due donne sono state messe ai domiciliari, con l’accusa di bancarotta fraudolenta e auto riciclaggio di denaro pubblico.
Traduco: invece di essere ristrette nelle patrie galere dove meriterebbero di stare,
continueranno a vivere nei loro lussuosi appartamenti acquistati ed arredati con i frutti delle loro truffe a spese dei poveri migranti affidati loro incautamente da una normativa che fa acqua da tutte le parti e che produce danni irreparabili (e irrecuperabili) alle casse dello Stato.
E magari, la Signora Soumahoro per passare il tempo, riprendere a farsi fotografare in pose allegre e succinte senza pagare nemmeno il fotografo come già avvenuto qualche anno addietro.
Mi si consenta poi una ultima considerazione: perché, quando si parla della moglie
del parlamentare si fa precedere il nome dall’appellativo “lady”?
Lady, una persona truffatrice? Ma per carità, le ladies sono ben altre!