Con voto unanime la Camera ha approvato in via definitiva la norma
che inserisce lo Sport nella nostra Carta Costituzionale.
Il testo aggiunge, all’articolo 33, dove si parla di arte e scienza, la frase
” La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del
benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”
Importante il rilievo dato al valore educativo, fondamentale per lo
sviluppo e la formazione del cittadino.
Importante anche il valore sociale della attività sportiva.
Lo sport è un fattore determinante di aggregazione e di inclusione.
E’ un campo nel quale l’impegno delle forze politiche era notevole nel
passato. Ricordiamo i gruppi sportivi Libertas, il Centro Nazionale Sportivo Fiamma, l’Uisp.
Non c’era formazione politica che non si impegnasse nella formazione
fisica, sportiva ed aggregativa dei giovani.
Poi c’è stata un calo netto dell’impegno.
Ed il testimone è passato ai militari, nelle loro varie accezioni.
Basti ricordare gli atleti delle Fiamme Gialle, delle Fiamme Oro, delle
Fiamme Rosse ( Gruppi sportivi dei Vigili del fuoco), delle Fiamme Azzurre, dei Gruppi Sportivi Esercito e via discorrendo. Senza dimenticare l’impegno delle Forze Armate nel “reclutamento” e nella preparazione psico-fisica e agonistica degli atleti diversamente abili che tanto lustro regalano al nostro Paese nelle competizioni olimpiche riservate a queste categorie di atleti.
Con l’inserimento nella Carta Costituzionale dobbiamo sperare in un
maggior incremento della cultura sportiva.
Ovvio che essa debba riguardare quelli che vengono definiti sport poveri,
poveri non di passione e di sacrificio ma poveri perché non inseriti in una
logica di grossi guadagni milionari.
I sogni dei guadagni milionari lasciamoli a quei genitori che, iscrivendo il
proprio figlio in una scuola calcio, sperano di aver trovato la gallina dalle
uova d’oro.
Pensiamo invece a quegli sport che insegnano sano agonismo, sana
competizione, rispetto per l‘avversario.
Un esempio su tutti il rugby, dove i giocatori che si sono anche
duramente battuti in campo, celebrano il cosiddetto terzo tempo andando tutti
insieme a cenare o a farsi una bevuta.
Ma pensiamo anche ai sacrifici di gente come i fratelli Maddaloni che in
un quartiere difficile come Scampia, con una loro palestra, tenuta con
enormi sacrifici anche economici, strappano tanti giovani alla strada.
E’ l’esempio dei fratelli Maddaloni a spingerci a chiedere a chi di dovere di
trovare i sistemi per aiutare queste meritorie iniziative.
Non vogliamo più leggere della minaccia rivolta ai fratelli Maddaloni di
sfratto per mancato pagamento di pigioni.
Speriamo inoltre che questa norma inserita nella Costituzione sia di
stimolo, per esempio, per accelerare i lavori di riattamento di una
palestra dismessa nel parco Verde di Caivano. E come Caivano, in tutte le realtà urbane della nostra Italia ove rimangono troppo spesso abbandonate strutture sportive per mancanza di fondi o per semplice incuria delle Amministrazioni. Noi ci auguriamo che la norma Costituzionale appena integrata dal Parlamento, restituisca una nuova e più proficua attenzione per i luoghi dedicati allo sport su tutto il territorio nazionale. E che ai nostri giovani siano offerte sempre più strutture sportive adeguate e funzionali, strappandoli efficacemente dalla strada e dai suoi pericoli sempre crescenti.
Solo intervenendo concretamente si potrà dare piena attuazione al
dettato costituzionale e non lasciarlo come pura lettera morta.