Dovrà impegnare un bel po’ la scrittura della legge ad personam che dovrebbe permettere a De Luca di candidarsi per la terza volta consecutiva, trasformando così un suo capriccio in realtà e tragedia per tanti campani, se ormai è così preso da non riuscire più nemmeno a guardare ad un palmo dal naso.
Più volte dalle colonne di questo giornale abbiamo dato notizia dei numerosi esposti presentati nelle sedi opportune per denunciare le malefatte dello Sceriffo, fino a fare di questo giornale il polso della (di)gestione sanitaria (nel senso di “servizio igienico”) De Luca.
L’ultimo caso riguardava le condizioni in cui versa il più grande ospedale dell’intero meridione, il Cardarelli (https://www.camposud.it/ lospedale-cardarelli-e-nel- caos-ma-per-il-governatore-de- luca-va-tutto-bene/marcello- taglialatela/) che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello del “sistema De Luca”. Almeno a suo dire.
E, invece, le ultime deluchiate si consumano proprio nella “sua” amata Salerno, sempre più ombelico del mondo. Se finora la mannaia dello Sceriffo si era abbattuta sul Cilento, dove era possibile trovare le ambulanze senza personale medico a bordo – una sorta di noleggio di furgone con conducente che saremmo lieti Vicienzo spiegasse quale funzione emergenziale, sociale, utile possa avere – o anche il divieto di ricoveri presso l’ospedale di Eboli (SA), probabilmente il capolavoro non era compiuto. Serviva qualcosa in più, la ciliegina sulla torta. Non c’è due senza tre. Ed ecco servito quello che dovrebbe essere un nuovo scandalo, ma che in Campania e per chi conosce De Luca e il suo modus (non) operandi non meraviglia affatto: dal primo settembre di quest’anno, infatti, il nosocomio di Mercato San Severino non eseguirà più interventi chirurgici. Il motivo? La penuria di medici rianimatori. E non è tutto! Già, perché come se non bastasse già tutto questo, l’ospedale Gaetano Fucito non eseguirà nemmeno gli interventi chirurgici già prenotati. Magari da mesi, forse anche dall’anno, viste le liste di attesa della Sanità campana. Ma non potrebbe essere diversamente, altrimenti che razza di pazienti sarebbero!
È vergognoso che la distruzione del sistema sanitario pubblico – quasi pubico – si consumi in un territorio di vastissime dimensioni, di distanze spesso chilometriche che dividono due ospedali e in una dei posti più belli d’Italia, dove proprio questo (naturale) valore aggiunto fa sì che si riversi una grandissima percentuale di turisti e visitatori, aumentando esponenzialmente, in piena estate, la necessità di ricorrere alle cure mediche. Necessità non assolta e non assolvibile. Ma non si conosce il motivo.
Così oltre alle ambulanze senza medici, agli ospedali “a numero chiuso”, abbiamo pure gli ospedali che, potremmo definire, “politici”, ovvero che promettono e non mantengono gli impegni presi. E pensare che l’attuale Presidente della Regione Campania non ha mai voluto mollare ad altri la delega alla Sanità, alla stessa maniera in cui non vuol mollare lo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia (guardaci Tu! Anche se da lui dovremmo guardarci noi).
Dove l’ha riportato una sciagura pandemica come quella appena vissuta e che, nonostante un’emergenza di tre anni che lui stesso avrebbe voluto prolungare in aeternum, non basta a giustificare, anche solo demagogicamente, lo stato dei luoghi che dovrebbero essere il fiore all’occhiello in una pandemia e la relativa e correlata penuria di medici e personale paramedico, nonostante il mega concorso, alle soglie delle elezioni, non fu congelato quando l’intero territorio campano veniva dichiarato zona rossa.
Ma un decennio è un tempo largamente sufficiente per fare ricredere anche il più sanfedista degli ingordi beneficiati dal “sistema Salerno”, il più bel manifesto dell’amministrazione dello Sceriffo da sciorinare in campagna elettorale: la verità sta nei fatti!
Più volte dalle colonne di questo giornale abbiamo dato notizia dei numerosi esposti presentati nelle sedi opportune per denunciare le malefatte dello Sceriffo, fino a fare di questo giornale il polso della (di)gestione sanitaria (nel senso di “servizio igienico”) De Luca.
L’ultimo caso riguardava le condizioni in cui versa il più grande ospedale dell’intero meridione, il Cardarelli (https://www.camposud.it/
E, invece, le ultime deluchiate si consumano proprio nella “sua” amata Salerno, sempre più ombelico del mondo. Se finora la mannaia dello Sceriffo si era abbattuta sul Cilento, dove era possibile trovare le ambulanze senza personale medico a bordo – una sorta di noleggio di furgone con conducente che saremmo lieti Vicienzo spiegasse quale funzione emergenziale, sociale, utile possa avere – o anche il divieto di ricoveri presso l’ospedale di Eboli (SA), probabilmente il capolavoro non era compiuto. Serviva qualcosa in più, la ciliegina sulla torta. Non c’è due senza tre. Ed ecco servito quello che dovrebbe essere un nuovo scandalo, ma che in Campania e per chi conosce De Luca e il suo modus (non) operandi non meraviglia affatto: dal primo settembre di quest’anno, infatti, il nosocomio di Mercato San Severino non eseguirà più interventi chirurgici. Il motivo? La penuria di medici rianimatori. E non è tutto! Già, perché come se non bastasse già tutto questo, l’ospedale Gaetano Fucito non eseguirà nemmeno gli interventi chirurgici già prenotati. Magari da mesi, forse anche dall’anno, viste le liste di attesa della Sanità campana. Ma non potrebbe essere diversamente, altrimenti che razza di pazienti sarebbero!
È vergognoso che la distruzione del sistema sanitario pubblico – quasi pubico – si consumi in un territorio di vastissime dimensioni, di distanze spesso chilometriche che dividono due ospedali e in una dei posti più belli d’Italia, dove proprio questo (naturale) valore aggiunto fa sì che si riversi una grandissima percentuale di turisti e visitatori, aumentando esponenzialmente, in piena estate, la necessità di ricorrere alle cure mediche. Necessità non assolta e non assolvibile. Ma non si conosce il motivo.
Così oltre alle ambulanze senza medici, agli ospedali “a numero chiuso”, abbiamo pure gli ospedali che, potremmo definire, “politici”, ovvero che promettono e non mantengono gli impegni presi. E pensare che l’attuale Presidente della Regione Campania non ha mai voluto mollare ad altri la delega alla Sanità, alla stessa maniera in cui non vuol mollare lo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia (guardaci Tu! Anche se da lui dovremmo guardarci noi).
Dove l’ha riportato una sciagura pandemica come quella appena vissuta e che, nonostante un’emergenza di tre anni che lui stesso avrebbe voluto prolungare in aeternum, non basta a giustificare, anche solo demagogicamente, lo stato dei luoghi che dovrebbero essere il fiore all’occhiello in una pandemia e la relativa e correlata penuria di medici e personale paramedico, nonostante il mega concorso, alle soglie delle elezioni, non fu congelato quando l’intero territorio campano veniva dichiarato zona rossa.
Ma un decennio è un tempo largamente sufficiente per fare ricredere anche il più sanfedista degli ingordi beneficiati dal “sistema Salerno”, il più bel manifesto dell’amministrazione dello Sceriffo da sciorinare in campagna elettorale: la verità sta nei fatti!