DALL’AMICO E COLLEGA PAOLO SANTANELLI RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO UNA RIFLESSIONE APPARSA SUL SUO BLOG SABATO SCORSO, IN OCCASIONE DI UNA MANIFESTAZIONE DI BENEFICENZA ORGANIZZATA DALLA FONDAZIONE BAMBIN GESU’ ONLUS, PRESENTATA DA FIORELLO.
Sabato sera in occasione del concerto solidale organizzato dalla Fondazione Bambino Gesù onlus e dal CONI, sono rimasto basito nell’assistere al siparietto che si è venuto a creare fra Fiorello e Guido Crosetto, quando quest’ultimo ha ingenuamente abboccato all’invito dello showman di cantare “Bella Ciao”. Performance canora di meritevole di censura se non altro in considerazione del suo ruolo istituzionale di Ministro della difesa e del successivo sfottò di Fiorello all’indirizzo di Ignazio Larussa che ricordo non essere un politico qualunque ma il Presidente del Senato ossia la seconda carica dello Stato italiano.
Alla stessa maniera non ho trovato poi, nemmeno tanto idonea la giustificazione del conduttore nel definire “Bella Ciao” come un semplice canto di liberazione, quando invece è risaputa essere la canzone più “rossa” e di sinistra che c’è e quindi vessillo ideologico soprattutto di quella parte estremista della sinistra italiana, il cui solo intento è quello di combattere a tutti i costi la destra di governo alla quale lo stesso Crosetto appartiene. Sinceramente, da una persona come lui mi sarei aspettato altro per districarsi da quella imbarazzante richiesta canora, strumentalmente creata ad hoc da Fiorello per mettere lui e tutta la componente di Governo di Fratelli d’Italia di cui è cofondatore, in imbarazzo nei confronti del proprio elettorato, la cui stragrande maggioranza ben lungi dall’essere filo-fascista, è sicuramente anti-comunista.
Lo stesso Fiorello andrebbe poi, fortemente redarguito per aver colorato di ideologia uno spettacolo benefico che tutto doveva essere ma sicuramente non l’ennesimo format antigovernativo, soprattutto in un momento in cui la stessa Meloni ha promesso grande attenzione sulla RAI, di cui Fiorello, neanche a farlo apposta, fa parte.
Il tutto sarebbe comunque potuto passare anche sott’ordine se solo Fiorello avesse dato seguito ad una prerogativa propria della sinistra italiana e da sempre invocata nei momenti del bisogno, rappresentata dalla “par conditio“, cercando quanto meno, di fare intonare a Crosetto come contraltare, qualche nota di “Faccetta Nera“. Ma si sa che quella musica non si può assolutamente intonare neanche per scherzo. Con il forte rischio di incorrere nelle maglie di vetuste e oramai inutili leggi Scelba/Mancini/e tutto quanto successivamente “prodotto” in termini legislativi.
Da questo blog non posso allora che auspicare una tirata d’orecchie a Crosetto e a Fiorello, ricordando però a quest’ultimo e a tutti gli show men come lui, che al di là di qualsiasi necessità di spettacolo, ci sono figure che rappresentano agli occhi dell’Europa e del mondo, la credibilità stessa della nostra nazione. Ridicolizzare queste figure istituzionali anche solo “per far spettacolo” risulta sconveniente e privo di qualsiasi logica. E offende oltremodo la pluralità del pensiero degli spettatori che vanno trattati sempre come tali e non da sudditi beoti!
Paolo Santanelli