Esprimo la mia personale solidarietà ad ENRICO MONTESANO, attore comico fra i più brillanti del nostro Teatro e della televisione degli ultimi 40 anni. Un uomo di spettacolo che ha attraversato anche diverse esperienze politiche passando dalle simpatie per il Partito Socialista Italiano di Pietro Nenni, alla elezione nel PDS di Achille Occhetto quale Consigliere Comunale di Roma, sino a conquistare un seggio, con i DS, di Parlamentare Europeo nella 4^ Legislatura (1994) e riportando, tra l’altro, un lusinghiero successo personale con oltre 144 mila preferenze. Una carriera fatta di successi professionali e anche politici che, tuttavia, non é stata sufficiente per evitare di essere coinvolto, come uno sprovveduto “attor giovane”, nelle maglie soffocanti e “intransigenti” “dell’antifascismo militante” dei suoi amici o ex amici sinistrorsi. I quali, con tempismo e cinismo tipico di quel versante politico, lo hanno colto con le mani nella marmellata, o meglio, con la marmellata rovesciata sulla sua magliettina nera (o T-shirt, come si dice oggi) con il logo della Decima MAS, mentre si allenava nell’ultimo suo impegno professionale di ballerino della trasmissione RAI, “Ballando con le Stelle”. Uno scivolone imperdonabile. Una “offesa” oltre ogni misura al famelico e irreprensibile popolo della sinistra che ha inteso “impalare” anche uno dei “suoi” e sacrificarlo sull’altare sempre “caldo” dell’antifascismo più strumentale, costringendolo al ritiro dal varietà del Sabato sera del palinsesto RAI, con l’accusa di aver dato risalto mediatico ad una presunta “organizzazione paramilitare di stampo fascista”, con tanto di motto guerrafondaio.
Chissà se la sinistra non abbia piuttosto inteso vendicarsi delle recenti simpatie di Montesano per il movimento no vax e per le sue notorie posizioni contrarie ai vaccini anti covid. Ma questi sono fatti loro e incidono poco su quanto é accaduto e, soprattutto, non aggiungono nulla in più di quanto già non si conosca dei metodi strumentali ed arroganti della sinistra italiota.
Solidarietà a Montesano dunque e, contestualmente, esprimiamo tutto lo sdegno per quei giornalisti prezzolati, arroganti e profondamente ignoranti e che, per l’appunto, ignorano che quella locuzione in lingua latina da loro contestata (MEMENTO AUDERE SEMPER) e messa alla gogna insieme a Montesano é, al contrario e più propriamente, un motto di Gabriele D’Annunzio. Coniato dal “Vate” nel Febbraio del 1918 in onore dei Marinai d’Italia resisi protagonisti di una impresa senza precedenti, con tanto di audace violazione di un porto munitissimo e impenetrabile della costa Dalmata, fino in fondo ad una enorme gola naturale che nascondeva un sorvegliatissimo e sicuro porto per l’attracco delle navi della Marina austroungarica. Ignara, quest’ultima, dell’ardimento e la sfrontatezza degli incursori in tricolore e ritenendosi al riparo da qualsivoglia attacco dal mare. Quella spregiudicata e imprevedibile missione degli incursori della Regia Marina nel porto di Buccari era guidata dal Capitano di Fregata Costanzo Ciano, coadiuvato dal Tenente di Vascello Luigi Rizzo, oltre ad un Ufficiale di Cavalleria in veste di Volontario, notoriamente attivo e presente in ogni teatro di guerra del primo conflitto mondiale: Si trattava di Gabriele d’Annunzio, il Poeta Soldato, desideroso di partecipare a “missioni impossibili” contro il nemico austriaco.
Partirono dal Porto di Ancona attraversando l’Adriatico da sponda a sponda ed entrarono nottetempo nella profonda e riparata Baia di Buccari con tre barchini velocissimi armati di siluri. Si trattava dei primi MAS (Motoscafi armati siluranti o Motoscafi anti sommergibili) imbarcazioni agilissime e veloci che ben presto assunsero l’acronimo Dannunziano “Memento Audere Semper” in onore di quella missione e dell’Ufficiale di Cavalleria che vi partecipò volontariamente.
Scaricato nella oscurità il loro bagaglio esplodente che procurò seri danni alle imbarcazioni nemiche in rada, i tre motoscafi fecero ritorno in mare aperto, giungendo senza perdite nel porto di Ancona, ove furono acclamati come autentici Eroi dalla popolazione e dai tanti militari ancora impegnati nel conflitto. Ma d’Annunzio completata la missione e prima di rientrare in Patria, trovò il tempo di indirizzare 3 messaggi agli Austriaci, affidati a 3 bottiglie di vetro lanciate in mare, con i quali volle ribadire al nemico “l’audacia dei Marinai italiani e il loro sprezzo del pericolo di fronte a rifugi naturali apparentemente inaccessibili e fortemente difesi. Quei marinai italiani che ridono beffardi delle difese subacquee, degli sbarramenti e dei cannoni puntati, sempre pronti ad osare l’inosabile per la grandezza d’Italia”.
La X^ Flottiglia MAS é dunque il nome di un reparto di incursori della Regia Marina che nella Seconda Guerra Mondiale si costituì per emulare gli atti di eroismo e di abnegazione dei loro padri nella Grande Guerra, adoperando il medesimo motto d’Annunziano: MEMENTO AUDERE SEMPER (MAS). Per altro aggiungendo Gloria alla Gloria militare per la nostra Marina che, grazie a quei giovani e valorosi incursori, vide scrivere le pagine più fulgide della marineria italiana nel secondo conflitto mondiale.
Tirare in ballo il malcapitato Montesano in una polemica strumentale e fuorviante sul fascismo, oltre ad evidenziare la ignoranza più totale di chi l’ha artatamente sollevata e resa pubblica, sottolinea solo e soltanto la palese finalità di agitare le acque della polemica politica attraverso la cassa di risonanza di un personaggio noto, in una trasmissione dai grandi ascolti. Un tentativo meschino di una sinistra ancora cloroformizzata e pressoché “distrutta” dalla sconfitta elettorale di Settembre scorso.
Sconfitta netta, frutto della volontà popolare degli italiani, ancora non sufficientemente digerita da gente abituata ad occupare “posti di comando” nelle Istituzioni del nostro Paese (RAI COMPRESA) senza alcun mandato popolare e in spregio a qualsivoglia regola democratica.
Noi ci auguriamo che gli intellettuali italiani, gli storici e i cultori della Letteratura del Bel Paese, ancora e autenticamente liberi, sappiano restituire verità storica a questa vicenda miserevole e il giusto riconoscimento tanto a Gabriele d’Annunzio e alla sua opera immortale, quanto ai valorosi combattenti della nostra Marina Militare che, sotto i vessilli dei loro reparti in armi (la decima mas, tra i tanti), hanno scritto le pagine più gloriose della storia militare d’Italia. In molti casi sino al supremo sacrificio della propria vita. E ciò esclusivamente per senso del dovere in uno con l’amor di Patria. Non certo per partigianeria politica spicciola, come qualche barbaro ignorante tenta vergognosamente di contrabbandare.