Nautica da diporto: Gianni Lepre, “un settore che a Napoli va rilanciato e promosso”
Un allarme lanciato già durante la stagione estiva, ma mai raccolto da politica e istituzioni. Al cambio dell’esecutivo nazionale il prof. Gianni Lepre torna a proporre il rilancio di un settore chiave dell’economia campana e napoletana in maniera particolare: la nautica da diporto. “Siamo coscienti che i problemi sono ben altri – esordisce Gianni lepre, opinionista economico del Tg2 e di Italpress e agenzia Stampa Italia – ma torniamo nuovamente a sottolineare che nella culla della nautica da diporto mancano ancora 600 posti barca”. Stiamo parlando un un settore strategico per l’economia generata dal mare, e per una regione come la Campania a forte vocazione diportistica. Su questa linea Lepre ha poi continuato: “La Napoli del mare spera in una considerazione diversa da parte del nuovo governo che oltre alle emergenze nazionali sappia dare impulso anche alle grandi tradizioni e alle eccellenze del made in Italy. Una di queste è sicuramente il settore nautico, dove Napoli e la Campania rappresentano una fetta considerevole del mercato, visti i numeri. Per questo vorrei sottolineare il danno enorme all’economia, considerando anche indotto e mercato del lavoro ad esso collegato”. Il noto economista è poi entrato nel merito della questione: “La penuria di posti barca nel golfo più bello del mondo si è trasformato in un vero e proprio handicap, basti pensare che su 10 potenziali barche prodotte, 5 di esse non troveranno ormeggio nei porti turistici cittadini. In questo caso, calcolare i danni è una semplice operazione matematica se consideriamo che una stagione, che in genere dura sei mesi, costa per un’imbarcazione media tra i 12 e i 15 mila euro. Ma in questa stagione 2022 le cose sono andate anche oltre le previsioni vista l’invasione turistica da terra, aria e mare. I dati parlano chiaro: mancano all’appello circa 600 posti barca, ciò significa in soldoni 300 mln di mancate commesse; 6 mln di mancati incassi per rimessaggio; 8mln il danno per la carenza di ormeggi, con 11 mln di euro di mancati incassi sull’indotto del settore, soldi questi sottratti alla città, all’economia di una delle più acclamate capitali del mediterraneo. Su questo versante poi sono drammatici i numeri che riguardano l’occupazione: ammontano a 6mila i posti di lavoro persi per mancate commesse legate ai posti barca; 100 invece i posti derivanti dalla filiera , ed un altro centinaio quelli relativi al personale di bordo, per un totale complessivo di oltre 6300 posti di lavoro bruciati, insieme a 126 mln di mancate retribuzioni che, in un comparto del genere, non son affatto “bruscolini”.
Il prof. Lepre ha poi concluso: “Lanciamo un ennesimo accorato appello al governo Meloni, al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini come a quello dello Sviluppo Economico Adolfo Urso affinché nella liquidità del Pnrr venga individuata una trance di fondi che possa sanare questa ingiustizia nei confronti di Napoli, del suo mare e di tutti gli appassionati del settore. L’individuazione delle location dove accreditare gli ormeggi è semplice da decidere in maniera sinergica tra Comune e Associazioni dedicate, il problema è la destinazione delle risorse che appare tradizionalmente macchinosa e pesantemente imbrigliata da paletti e modalità che ne rallentano fattibilità e operatività. Le infrastrutture necessarie alla nautica da diporto napoletana servirebbero a rendere il settore maggiormente competitivo, e soprattutto a rendere Napoli fruibile al 100% anche dal mare, e vi assicuro che non è poco”.