La decisione della Corte d’Appello presso il Tribunale di Parigi di non concedere all’Italia l’estradizione dei dieci terroristi che vivono da oltre quarant’anni in Francia quali latitanti in “Servizio Permanente Effettivo”, crea dolore e sconcerto da parte italiana, poiché non si capisce in base a quale principio giuridico possa trovare fondamento e come possa determinarsi un ribaltamento così repentino del giudizio, dopo il recente pronunciamento favorevole di altra Sezione del medesimo Tribunale Parigino.
Si dice che sia ancora molto forte e addirittura imperante in Francia la cosiddetta “Dottrina Mitterand”, dal nome del Presidente della Repubblica socialista che durante il suo mandato fornì protezione in Francia ai militanti delle varie “bande armate” europee ed in particolar modo ai terroristi rossi italiani. Una sorta di immunità, o asilo dorato, sul presupposto di una persecuzione politica posta in essere ingiustamente dal nostro Paese contro dei suoi connazionali fuggiti all’estero. E consentendo a costoro, macchiatisi in Italia di orrendi omicidi o spregiudicate azioni terroristiche, di vivere liberamente sul territorio francese svolgendo anche attività economiche e professionali come un qualsiasi e onesto cittadino d’oltralpe.
Ma l’indignazione in Italia è fortissima e monta di ora in ora, perché ci riferiamo a persone che senza pietà e vigliaccamente hanno ucciso ma non si sono mai pentite. Hanno agito contro lo Stato e si sono fatti beffe di tutti noi e soprattutto delle loro vittime. Vivendo coccolati da una pseudo “intellighentia” marxista con ramificazioni e coperture internazionali che li ha resi anche celebri (oltre che ricchi) favorendo loro la pubblicazione di volumi sulla storia del terrorismo in Italia o sulle proprie “esperienze” di violenza terroristica e di latitanti “eccellenti”.
Ed é per questo che ci aspettiamo che il Governo Italiano, così sollecito in altre vicende a rompere relazioni diplomatiche, piuttosto che entrare di fatto in guerra per motivazioni che stentiamo a comprendere, su tematiche così drammatiche e cruente che hanno insanguinato le nostre strade, travolto le vite e gli affetti familiari di centinaia di innocenti, con una interminabile catena di lutti rimasti impuniti, voglia ribadire con forza la richiesta di estradizione alla Francia. Magari proponendo ulteriore appello ai Giudici francesi, affinché sia risolta e in tempi brevi la controversia giuridica tra i due Paesi.
A tal proposito abbiamo l’obbligo di rammentare ai nostri governanti e, segnatamente, ai Ministri della Giustizia e degli Affari Esteri, che le problematiche così complesse e farraginose in ordine all’Istituto della Estradizione, che hanno storicamente creato non poche difficoltà nei rapporti italo-francesi, hanno subito una automatica accelerazione, oltre che una sostanziale semplificazione, a partire dal mese di Novembre dello scorso anno, grazie alla stipula del cosiddetto “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una Cooperazione Bilaterale Rafforzata”.
Come i nostri lettori ricorderanno, il 26 Novembre dello scorso anno, nella prestigiosa cornice del Quirinale, in Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Presidente Francese Emmanuel Macron firmavano un Protocollo di collaborazione bilaterale, stringente ed operativo, tra i due Stati dell’Unione Europea. Incentrato sui temi più diversi e sensibili della vita politico- sociale e amministrativa dei due Paesi e finalizzato alla ottimizzazione delle relazioni tra Francia e Italia, nonché fornire un quadro di stabilizzazione e cooperazione in particolare nei settori della pubblica amministrazione, promuovendo altresì attività comuni e collaborazioni più efficaci nei settori industriali e culturali.
Ebbene, proprio il recente Trattato di Cooperazione Italo francese deve essere richiamato con forza dal nostro Governo nella vicenda della mancata Estradizione dei terroristi Italiani. In ragione di appositi articoli del richiamato trattato che si propongono proprio di affrontare e normare questioni di natura giuridica. In particolare l’Art. 4 del Trattato e segnatamente, il Comma 6: “I due Paesi si impegnano ad approfondire la cooperazione tra le rispettive amministrazioni giudiziarie, attraverso lo scambio di informazioni pertinenti nei settori penale, civile, della protezione dei minori, nell’organizzazione della giustizia”……..; il Comma 7: “Nel settore dell’assistenza giudiziaria e della consegna delle persone, le Parti assicurano un coordinamento costante…avvalendosi di Magistrati di collegamento presso i due Ministeri della Giustizia in Francia ed in Italia” ed il Comma 8: “Le parti programmano incontri a cadenza regolare tra Magistrati e operatori del Diritto al fine di analizzare e risolvere i casi particolarmente complessi o le questioni giuridiche di interesse comune….”.
Il Trattato bilaterale di Cooperazione Rafforzata tra Italia e Francia deve poter essere il naturale “grimaldello” per la risoluzione della problematica estradizione dei terroristi riparati in Francia. Ci aspettiamo, pertanto, che il nostro Governo sappia e voglia richiamare questo Trattato e restituire credibilità internazionale al nostro Paese. Oltre che a ristabilire la giustizia sin ora negata e il rispetto dovuto delle Leggi Italiane.