Ogni giorno “Campo Sud”, così come i quotidiani storici della città, é costretto a riportare una sorta di “bollettino di guerra” degli accadimenti più cruenti di criminalità che si verificano in città, in un crescendo intollerabile e minaccioso, ormai ovunque. Non c’é quartiere che si salvi. Non c’é zona di Napoli che possa dirsi sicura dallo strapotere di bande di malavitosi che agiscono indisturbate e senza un adeguato ed auspicabile intervento delle Forze dell’Ordine sempre più inconsistenti, rassegnate, abbandonate dalle Istituzioni e perciò stesso incolpevoli.
La vicenda triste di sabato notte, con ben 5 Agenti di Polizia Locale aggrediti al Vasto da oltre un centinaio di extra comunitari, per aver tentato di impedire la vendita di generi alimentari cucinati per strada e in condizioni igienico-sanitarie fortemente precarie, la dice lunga sullo stato di totale perdita di controllo di porzioni sempre più ampie di città. E parliamo di Piazza Garibaldi, con la Stazione centrale delle FFSS. La porta di accesso di Napoli con centinaia di migliaia di viaggiatori in transito giorno e notte. Con strutture ricettive appena realizzate e già fortemente vandalizzate. Uno scempio sotto gli occhi di tutti. Ma quel che più scandalizza e che produce rabbia sfusa e a pacchetti é certamente l’esito di una notte d’inferno per i poveri e malcapitati “Caschi Bianchi” della Municipale: nessun Nigeriano arrestato. La sola donna che confezionava alimenti etnici per strada e in condizioni che definire precarie é un vero eufemismo, é stata denunciata a piede libero ma rilasciata immediatamente. Nonostante abbia lanciato acqua bollente all’indirizzo degli Agenti e causato loro ustioni. Naturalmente prima che i Vigili fossero ulteriormente aggrediti da centinaia di nigeriani giunti in soccorso della improbabile “locandiera”.
Storie di ordinaria follia che a Napoli ormai rappresentano, per l’appunto, la ordinarietà più squallida e minacciosa. Ma forse, domani, sarà già tutto archiviato e digerito da una opinione pubblica ormai allo stremo, impaurita e rassegnata.
Al contrario, é giunto il momento di reagire e di pretendere condizioni di sicurezza e di vivibilità degne di una città civile. Ragionevolmente non si può pretendere dall’Amministrazione Comunale che questioni di ordine pubblico siano affrontate solo dal Corpo dei Vigili Urbani. Anche un banale controllo sulla salubrità degli alimenti venduti per strada può generare tumulti e aggressioni gravi, se condotte in zone particolarmente sensibili e a rischio, senza il supporto e la condivisione degli interventi con Polizia e Carabinieri. La situazione della città é ai limiti della ingovernabilità sul fronte dell’Ordine Pubblico. Occorrono provvedimenti urgenti e non chiacchiere da salotto.
E’ necessario sì, provvedere a riempire i vuoti di organico delle Forze dell’Ordine, magari oggi, piuttosto che domani. Ma é altrettanto necessario, se non prioritario e urgente, che il Ministero degli Interni e il Governo trasferiscano in città, per il tempo necessario, reparti speciali dei Carabinieri o della Polizia di Stato specializzati nella lotta senza quartiere alla criminalità, per una doverosa e non più differibile attività di riappropriazione graduale e sistematica della normalità. In una parola, per riconquistare la legalità e la vivibilità urbana negata da troppo tempo alla cittadinanza. Pensiamo ai reparti speciali dei cosiddetti baschi rossi dei Carabinieri. I famosi “Cacciatori di Calabria”, appositamente addestrati e abituati a questo genere di missioni in scenari altrettanto caldi del nostro mezzogiorno. Non é più sufficiente, per quanto tuttavia utilissimi sino a questo momento, potersi avvalere soltanto dell’impiego dei militari dell’Esercito con le loro missioni “Città sicure”, quale supporto delle forze dell’Ordine nel controllo del territorio. Le loro regole di “ingaggio”, purtroppo, non consentono oltre la cosiddetta deterrenza. Cioè a dire: “noi siamo qui, fate i buoni”! E questo perché i militari non sono Agenti di Polizia Giudiziaria e in caso di atti criminosi possono solo chiedere l’intervento e il necessario supporto di Polizia e Carabinieri. Con ciò vanificando ogni sforzo di impiego in termini di celerità e operatività.
Non si tratta di militarizzare la città attraverso l’impiego dei “Cacciatori di Calabria” o Corpo similare. Ma, piuttosto, di contrastare per il tempo necessario e più efficacemente una criminalità sempre più minacciosa e arrembante. Pericolosa e arrogante. Una criminalità che é divenuta tale proprio per il lassismo delle Istituzioni e per gli spazi di tolleranza che sono stati lasciati sul campo; tanto per la continua sottovalutazione della politica in ordine ai fenomeni criminosi, ritenuti erroneamente e colposamente fisiologici; quanto per il progressivo depauperamento degli effettivi delle forze dell’Ordine in servizio a Napoli e Provincia.
Il Governo non può parlare a sproposito di grandi progetti e nuove opportunità di investimenti per il Mezzogiorno, che dovrebbero essere garantiti dal cosiddetto PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), se non esistono condizioni di sicurezza sul territorio. Non si può affermare a cuor leggero che le imprese impegnate in opere pubbliche nel mezzogiorno sono condizionate e minacciate dalla criminalità e poi non intervenire drasticamente contro le organizzazioni malavitose che imperversano nelle città del Sud Italia. Attribuendo, in maniera farisea, la responsabilità del GAP infrastrutturale tra Sud e Nord del Paese a questi fenomeni di mero Ordine Pubblico.
Compito primario dello Stato é la sicurezza dei propri cittadini. A partire dalle aree metropolitane dove maggiore é lo stato di sofferenza economica e sociale delle popolazioni e maggiormente tangibile l’offensiva della criminalità.
Occorre che lo Stato crei le pre-condizioni di sicurezza sociale nel mezzogiorno e, segnatamente, nelle aree urbane più degradate del Sud Italia, Napoli in testa. Diversamente, anche la speranza degli interventi programmati del PNRR rimarranno sulla carta o falliti miseramente per lo strapotere e l’invadenza minacciosa della criminalità.