Ancora una volta la Direzione Sanitaria e i Responsabili medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli sono stati costretti a chiudere l’accesso alle strutture sanitarie di emergenza per eccessivo sovraffollamento di pazienti in attesa di cure urgenti.
E’ la seconda volta in un mese che questa circostanza si determina, malgrado gli sforzi sovraumani che il personale del reparto di emergenza compie ogni giorno dell’anno per evitare il blocco dei ricoveri e garantire la continuità assistenziale che, come sappiamo, questo ospedale assicura storicamente ai cittadini napoletani e della sua provincia in maniera più che soddisfacente.
Una situazione davvero esplosiva della quale “Campo Sud Quotidiano” si é occupato più volte e che ha origini molto remote e individuabili nella carenza di personale medico e infermieristico specializzato nelle emergenze, oltre all’assenza cronica in città e in provincia, di ospedali che siano adeguati e attrezzati per gli interventi di massima urgenza e che siano dotati di pronto soccorso degni di questo nome, con attrezzature e presidi sanitari che li rendano autonomi ed autosufficienti ad assicurare cure adeguate e prestazioni sanitarie di emergenza. Tanto per evitare che i pazienti ricoverati in Pronto Soccorso siano poi, successivamente, trasferiti sempre e comunque al Cardarelli per carenza di attrezzature del precedente ospedale. E’ una vecchia storia che si trascina da anni e che in questo momento, complice anche l’epidemia di Covid, é giunta ad un punto di non ritorno.
Arrivare al punto di sospendere anche temporaneamente i ricoveri di pronto soccorso di un grande ospedale civile, implica responsabilità non di poco conto. Anche dal punto di vista penale per coloro che assumono tale decisione. E questo la dice lunga sullo stato di salute, sulle condizioni psicologiche, sullo stato di stress continuato cui é costretto a lavorare il personale sanitario del Cardarelli. In una parola, sull’angoscia e la disperazione di uomini e donne ormai allo stremo delle proprie capacità fisiche e professionali.
Da pochi giorni il Presidente della Regione De Luca ha proceduto alla nomina di un nuovo Direttore Generale dell’Ospedale Cardarelli. Ci auguriamo che quest’ultimo sappia affrontare e finalmente risolvere queste problematiche che investono la salute e la sicurezza del personale del più grande Ospedale d’Italia (e forse d’Europa), ma soprattutto che non si arrivi più a misure drastiche come la sospensione dei ricoveri in pronto soccorso che disorientano non poco gli ammalati e i propri familiari e che creano grandi disagi e forti preoccupazioni in quanti necessitano di cure immediate. Tanto e soprattutto perché, come abbiamo detto, non esistono al momento alternative valide di ricovero e assistenza adeguata di pronto soccorso e rianimazione in tutta la provincia.
Pertanto, più che sperare nelle qualità professionali del nuovo Direttore del Cardarelli e nelle sue capacità manageriali, Campo Sud si permette di suggerire a quest’ultimo di esercitare tutte le pressioni possibili nei confronti della Presidenza della Giunta Regionale, magari senza reticenze o condizionamenti psicologici, e far presente a questi soloni della sanità regionale che il problema del Cardarelli (e dell’assistenza ospedaliera di emergenza a Napoli e provincia) si risolve solo e soltanto adeguando e rimpinguando il personale medico e infermieristico del nosocomio collinare, ma soprattutto, creando una rete di Pronto Soccorso autosufficienti ed adeguatamente attrezzati nelle cittadine della provincia che ne sono sprovvisti; potenziare i reparti di emergenza di taluni ospedali cittadini (in primis Loreto mare, S. Giovanni Bosco e San Paolo, tanto per coprire adeguatamente il territorio urbano); disporre nell’immediato l’apertura del Pronto Soccorso del Policlinico Universitario. Argomento delicato e di fondamentale importanza per la qualità dell’assistenza in emergenza e che sta assumendo, al contrario, sempre più le caratteristiche di una divertente barzelletta o, se volete di una favola metropolitana.
Se il nuovo manager, di fresca nomina, riuscirà ad ottenere questi risultati, adoperando le giuste pressioni e i convincimenti necessari da inculcare in “teste” piuttosto dure e poco reattive che popolano il Palazzo di Santa Lucia, avrà acquisito in un solo colpo l’autorevolezza necessaria per guidare un grande ospedale e il merito di aver suggerito (o più efficacemente, imposto) scelte indispensabili per uscire da una crisi di “sistema” interminabile.
Se, al contrario, queste priorità della sanità campana e, segnatamente, dell’Ospedale Cardarelli non saranno affrontate in questa logica complessiva e strutturale, imprimendo un cambio di rotta definitivo e profondo e abbandonando gli anni di lassismo, strafottenza e incapacità cronica del management sanitario della nostra regione, il nostro giudizio di “Osservatori delle umane vicende” non potrà che essere negativo. E la valutazione dell’operato del nuovo manager del Cardarelli, ovviamente, risulterà “non pervenuta”!!