Vincenzo De Luca non fa frequentare la scuola e ad essere bocciato è proprio lui. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per il cosiddetto “sistema Salerno”, ovvero la piovra attraverso cui lo sceriffo lucano elargiva appalti e distribuiva voti per sé e per i suoi, dispensando vita, morte e miracoli ai soliti noti, un’altra doccia gelata arriva dal TAR all’indirizzo dell’agitatore del lanciafiamme.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha, infatti, accolto il ricorso dei genitori contro la decisione del governator campano di chiudere le scuole. Vincenzino dominava il proscenio e con fare da super-uomo protagonista decretava la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. A partire dai nidi e finire alle sessioni di laurea universitaria.
Lo ricordate tronfio e borioso atteggiarsi a tuttologo e criticare il bambino allevato al latte col plutonio che voleva “solo” andare a scuola? Quel bambino, a vederla con gli occhi di un adulto, e De luca è più di un adulto, di occhi ne ha quattro e “proviene” pure da un partito che, almeno nella dicitura, si dice essere democratico, voleva solo esercitare un diritto. Ma l’inquilino di Palazzo Santa Lucia glielo aveva negato. Fottendosene della negazione del diritto allo studio. Tanto di violazioni ne aveva già commesse tante, una in più, una in meno…
Per fortuna – in questi tempi e temi “palamarizzati” si tratta davvero di una fortuna – numerosi TAR hanno accolto il ricorso di svariati genitori contro la chiusura delle scuole, ritenendola illegittima perché immotivata. Il tutto riferito ai periodi in cui in Campania vi erano zone gialle o al massimo arancione, ma a De Luca piaceva confinare tutti in casa. Bambini, adulti, anziani, “lavoratori non necessari” … così, per il suo delirio di onnipotenza, visto che né Governo centrale, né i sapientissimi del Comitato Tecnico Scientifico, né gli scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità, né tantomeno alcun organo di governo affiancato al governo chiamato a governare al suo posto si era mai pronunciato in merito o aveva chiesto simili restrizioni.
Vincenzino faceva il bello e il cattivo tempo e ordinava la chiusura delle scuole prima che lo facesse Gigino de Magistris per lo stato fatiscente delle strutture.
Chissà se il tuttologo lucano riparato a Salerno sa cosa può significare la privazione della scuola. Chissà se conosce i concetti e i relativi benefici della socializzazione, dell’apprendimento a parlare, a giocare, a socializzare, e di conseguenza, il relativo ritardo cognitivo e linguistico. Chissà se ha idea cosa significhi confinare in una stanza, magari davanti ad uno schermo, bambini e adolescenti per una anno – se andrà tutto bene – privandoli del contatto sociale e reale; dei disabili che regrediscono in maniera irrecuperabile, dei nonn,i confinati anch’essi, che non possono dare una mano ai loro figli costretti a lavorare – ma solo se hanno un’attività necessaria (vedi sopra) – in condizioni indicibili, con conseguenti malattie fisiche e psicologiche derivanti dall’astinenza alla frequentazioni di quei “piezz’ ‘e core” che sono mutati in pezzi di virus. Vairus per Gigino ‘o paesano.
Pronta la contromossa del canuto governatore che, per non smentirsi, è peggio del buco. Alle nuove minacce di chiusura degli impianti scolastici, quest’anno potrebbe concorrere la mancata vaccinazione a tappeto. Evidentemente De Luca, ma non solo lui, ignora che a non vaccinarsi non si corre in alcun reato, ma sic stantibus rebus ci viene da chiedere per quale ragione il nostro non abbia chiuso gli ospedali, ad esempio, ma solo fino a completa vaccinazione del personale impiegato. Ma meglio non chiedere perché, in realtà, De Luca gli ospedali li chiude eccome, ma non per motivi di salute pubblica (in questi ultimi giorni il fronte caldo è rappresentato dall’ospedale di Cava de’ Tirreni che, dopo i tagli già operati, rischia di essere accorpato definitivamente al Ruggi di Salerno). Chiudere la scuola non comporta perdite di PIL e invece la Sanità sanerebbe tante cose.
E se De luca parla e sparla, silenzio di tomba viene dal ministro dell’Istruzione Bianchi, il quale pare sia essere un accorto sostenitore della didattica in presenza quindi un “avversario” per gli occhi deluchiani. Non favella nemmeno il presidente del consiglio Draghi.
In un Paese normale De Luca sarebbe già stato destituito, ma a Palazzo non si sente nemmeno più la voce della “chiattona” (cit. De Luca) anticasta e anti-De Luca. E lui ha ancora stella e stivale con sperone. E a quanto pare ancora pure la licenza di uccidere.
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