sabato, Novembre 23, 2024
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IL CASO GRILLO : UNA NUOVA E INTRIGANTE IPOTESI DI LETTURA DELL’INCOMPRENSIBILE VIDEO DEL COMICO GENOVESE!!

Dal dr. PIER FRANCESCO DEL MERCATO RICEVIAMO QUESTO PEZZO INTERESSANTISSIMO SULLA VICENDA, ANCORA PER TROPPI VERSI OSCURA E INTRADUCIBILE, DELLE IMPROVVISE ESTERNAZIONI VIDEO DI BEPPE GRILLO. RIFLESSIONI ORIGINALI E ARGUTE DELL’AUTORE CHE “CAMPO SUD” PUBBLICA CON AUTENTICO PIACERE, CON LA CERTEZZA CHE, PROPRIO A PARTIRE DA QUESTO ARTICOLO DI DEL MERCATO, POSSA SVILUPPARSI UN DIBATTITO PIU’ AMPIO TRA I LETTORI DEL QUOTIDIANO SU UNA VICENDA, A NOSTRO AVVISO, NIENT’AFFATTO ESAURITA E DAI RIFLESSI ANCORA IN TOTALE EVOLUZIONE.

COGLIAMO L’OCCASIONE PER RINGRAZIARE PIERFRANCESCO DEL MERCATO PER LA GENTILE  COLLABORAZIONE.

Il Comitato di Redazione di “CAMPO SUD QUOTIDIANO”.

 

DI Pierfrancesco del Mercato

Gli italiani erano abituati alla satira, da Alighiero Noschese i politici avevano imparato a sorridere delle verità scomode che servivano a far sorridere dei guai e degli imbrogli di una politica di basso livello.

E così Grillo cominciò a parlare, forte dell’impunità garantita dallo schermo. E parlando parlando gli spettatori presero parte allo spettacolo. La denunzia piaceva, piacevano le facce nuove, i volti ingenui di cittadini qualunque, ignoti alla politica, ai suoi ricatti, ai suoi maneggi. Al popolo italiano piacquero questi volti nuovi che non potevano essere associati a vecchi imbrogli o eterni compromessi.

A Grillo, abituato a suscitare il riso piuttosto che il ragionamento ed il giudizio, non servivano prove, gli bastava denunziare perché tutti gli credessero, perché tutti ormai sapevano che la realtà della politica e dei politici non poteva che essere peggiore di quanto lui stesso diceva e il vaffa famoso non era che il desiderio nascosto di tutti.

Arrivati ad avere la maggioranza relativa lo scenario è cambiato. Il buon Di Maio proseguendo nella logica dello scontro e della denunzia iniziò minacciando Mattarella di “messa in stato d’accusa”. Forse ne avrebbe avuto anche l’opportunità, ma fece prontamente macchina indietro.

E i grillini, anche se inesperti o ingenui, erano sostanzialmente onesti e quindi inattaccabili dalla magistratura che avrebbe gradito forse un’operazione alla Lonardo-Mastella, ma non ce n’erano i pretesti, veri o fasulli, né vi erano contro gli uomini della lega i cui capi, dopo l’affare Bossi, si sono mantenuti puliti.

Poi, finalmente, nasce il caso Ciro Grillo. Non interessa in questa sede fare il processo o accertare se era innocente o colpevole o colpevole in parte. Interessa che era l’occasione per colpire il governo grillini-lega.

Luglio 2019 siamo in pieno governo Lega-5stelle. La campagna anti immigrazione funziona, gli stati europei sono costretti ad intervenire sul riparto degli immigrati. Il ponte di Genova si ricostruisce dando un esempio di quello che sarebbe potuto essere un modello per le grandi opere.

Il 16 luglio avviene lo stupro. Il 7 agosto Salvini fa le dichiarazioni del Papete. Poteva Salvini non sapere che 20 giorni prima,  vi era stato uno stupro e da due settimane vi erano indagini in corso? Poteva il Ministro degli interni non sapere ancora nulla?

E se le dichiarazioni che diedero il via alla crisi di governo fossero state determinate proprio dall’idea che in questa situazione, con questa tegola giudiziaria i 5stelle avrebbero dovuto cedere alle istanze di iperattivismo di Salvini? Ma la magistratura, non parliamo di altri poteri dello stato comunque afferenti alla sinistra, che ruolo poteva svolgere? Poteva essere determinante come lo era stata in altre situazioni?

Vengono alla memoria altri due casi:

Caso Montesi. Siamo nel 1953 il figlio del ministro democristiano Piccioni è coinvolto nell’omicidio Montesi. Si perde tempo, si arriva ad una verità processuale che non soddisfa nessuno arrivando anche all’ipotesi che le mutandine della vittima fossero rotte perché così la poveretta le aveva indossate prima di andare al festino con il figlio di Piccioni. Tutto viene insabbiato, d’altra parte il corpo era stato trovato sulla spiaggia.

Caso Donat Cattin. Questi era un leader sindacalista esponente storico della corrente dell’estrema sinistra democristiana. Un giorno, all’improvviso, i giornali riportano che era passato nella corrente di destra dc. Trasformismo affaristico? Giochi di corrente o di potere? Un pentimento sulla via di Damasco? Anni dopo si si scopre che il figlio, Marco, era un esponente delle Brigate Rosse, autore di rapine per finanziare il movimento, con qualche morto sulla coscienza. La circostanza era nota ai servizi ma non era emersa mai.

La connessione tra poteri occulti, servi segreti e politica c’è sempre stata La si conosce solo dopo, a volte, a distanza di tempo, spesso per caso. C’è stato un ruolo dei servizi segreti e della magistratura nel caso di Ciro Grillo?

Non lo sappiamo e non ce lo verranno a dire.

Ma seguiamo la logica dei fatti.

Dopo una denunzia di stupro, fornita da riscontri oggettivi, e sappiamo che nel caso Ciro Grillo ci sono stati, scatta l’arresto, dovuto, in questo caso più che in altri, per evitare l’inquinamento delle prove. E difatti nel caso milanese di Genovese questi sta in carcere da 5 mesi.

Come mai Ciro Grillo invece rimane libero? L’ordine di carcerazione si sarebbe dovuto avere proprio contemporaneamente alla crisi di governo, quella che portò al Conte bis.

Dopo di questo il silenzio. Un episodio clamoroso quanto quello berlusconesco di Rubi rimane sotto silenzio. Nessuno ne parla più per 2 anni anzi, per tutto il governo Conte bis. Viene il governo Draghi e neppure se ne parla, poi, a ciel sereno la bomba. Il video di Beppe Grillo. Video che è un vero rompicapo. Grillo è uomo di spettacolo, conosce l’impatto mediatico, sa arrabbiarsi o tacere a comando. Che si proponeva con quell’uscita?

È una difesa del figlio? No, non porta nessun elemento nuovo sui fatti. Dice due cose: la denunzia fu fatta dopo otto giorni il che è irrilevante e dice che il figlio non è stato arrestato come avrebbe dovuto. Perché si lamenta di una condizione di favore? Perché contesta un beneficio?

La sua ira è troppo travolgente per essere spontanea, è troppo improvvisa. Cosa l’ha determinata per essere così furibonda? Il figlio non ha avuto il rinvio a giudizio, non è stato arrestato, non ci sono novità evidenti. Che è successo?

Uno solo può essere il motivo di questa sceneggiata, in sintesi: se non rispettate i patti mi incazzo e dico tutto. Sono esasperato per mio figlio. Se mi volete colpire, colpendo lui, allora colpite direttamente me, arrestatemi. Ma quali potevano essere i “patti”, gli accordi segreti che potevano garantire il figlio di Grillo dal processo per stupro? La risposta è evidente, il passaggio dal governo Conte al Conte bis. Ed ora che c’è il governo Draghi, con una maggioranza più ampia, il voto dei grillini non serve più, anzi, se li si toglie di mezzo, molto meglio. Sono tutti elettori che andranno a sinistra.

Grillo allora s’incazza e fa capire chiaramente: se non rispettate i patti parlo, e, dopo lo scandalo Palamara, un’ingerenza di questo genere della magistratura nella vita politica non sarebbe sopportabile. Intanto allo scandalo Palamara si aggiunge lo scandalo della loggia Ungheria, dalla corruzione di un singolo ad una organizzazione di corrotti. Cosa c’è di vero? È possibile che in questa congerie di legami occulti e di interferenze finalizzate al controllo della politica e delle istituzioni nessuno si sia interessato a Grillo, padre e figlio? È solo una ricostruzione fantasiosa o c’è del vero? Come mai, dopo la sfuriata, Grillo si è improvvisamente calmato e tace? Perché ha ormai esternato tutto quello che voleva dire?

La persona informata dei fatti quando non parla è un testimone reticente. Ma raccontare tutto, il ricatto dietro il voltafaccia del governo Conte due e l’adesione al governo Draghi sarebbe il tracollo finale per i 5stelle e la condanna inevitabile per il figlio. 

La sfuriata di Grillo è forse  “il ricatto ai ricattatori” ??

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