Ce ne siamo occupati soltanto lo scorso 10 gennaio, con un articolo del nostro Direttore dal titolo “Sanità in Campania: anno nuovo, disastri vecchi”.
Ci riferivamo anche alla vicenda improvvisa, ma non certo inaspettata, della enorme voragine apertasi nel vasto parcheggio dell’Ospedale del Mare in Ponticelli. Una situazione di pericolo fin troppo evidente manifestatasi nel tempo con scricchiolii nel sottosuolo e avvallamenti in superficie che, per fortuna o intervento Divino, non si é trasformata nell’ennesima disgrazia annunciata!
Ricorderete la notevole ampiezza e la profondità della voragine che inghiottì diverse auto in sosta e parte di un fabbricato adibito a deposito di attrezzature e apparecchiature medicali. Tutto questo nel medesimo parcheggio che ospita le strutture prefabbricate del Covid Center dell’Ospedale del Mare con tutti i suoi interrogativi legittimi sul funzionamento e la sua effettiva utilità nel contrasto della pandemia.
Ricorderete anche che la Procura della Repubblica di Napoli pose immediatamente sotto sequestro l’intera area della voragine e aprì contestualmente un procedimento giudiziario a carico di ignoti con la ipotesi di reato di “disastro colposo”. Ebbene dopo tre mesi di indagini, rilievi tecnici e acquisizione di reperti, finalmente in queste ore viene conclusa una prima fase del procedimento giudiziario con gli “Avvisi di Garanzia” notificati a ventuno persone, tutte rientranti nelle categorie dei tecnici, a vario titolo coinvolte nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione del complesso ospedaliero cittadino: dai progettisti agli ingegneri strutturisti; dai direttori dei lavori ai collaudatori; dai responsabili di procedimento ai titolari o responsabili tecnici delle diverse aziende edili che si sono succedute negli anni nella realizzazione dell’Ospedale del Mare.
La fase successiva della procedura giudiziaria prevede, a questo punto, il conferimento di incarico da parte del giudice titolare dell’indagine, di una perizia tecnica giurata ad almeno due tecnici esperti della materia (CTU), per lo studio di tutti gli elementi necessari alla eventuale individuazione di responsabilità dirette o indirette nel crollo dell’area di parcheggio o, più in generale, nella individuazione di eventuali errori o omissioni gravi nella fase di costruzione dell’intero ospedale o, ancora, nello studio dei materiali impiegati nella realizzazione degli edifici e la qualità dei medesimi. Una fase e un impegno particolarmente gravoso e complesso quella affidata ai periti giudiziari, che richiede un periodo di studio, analisi e valutazione di tutti gli elementi sin qui acquisiti nell’indagine, oltre a quelli che sarà ancora necessario acquisire ex novo e che, presumibilmente, non lasciano presagire una rapida conclusione delle attività peritali.
La speranza che nutriamo come cittadini ed utenti del Servizio Sanitario Nazionale della Regione Campania, é al contrario che queste indagini e gli approfondimenti tecnici necessari affidati ai periti giudiziari, sia breve ed esaustiva. E che possano essere individuate in via definitiva e certa le responsabilità di tali inconcepibili accadimenti. Soprattutto in questa fase particolarmente dolorosa in cui, oltre alle lacune croniche della sanità campana evidenziate nella circostanza dell’epidemia di Covid 19, é trapelata anche la notizia della probabile conclusione del processo aperto oltre 10 anni or sono dinanzi al Tribunale di Napoli, per lo sperpero di danaro pubblico e per le lungaggini premeditate e colpose nei lavori di costruzione proprio dell’Ospedale del Mare. Un processo che, tra rinvii e mille altri cavilli, si sarebbe concluso con la richiesta avanzata dalla Procura di Napoli di assoluzione per tutti gli imputati, per sopraggiunta prescrizione dei reati a suo tempo contestati. Una assoluzione che lascia troppe ombre e che il crollo del parcheggio dell’Ospedale cittadino, di pochi mesi or sono, ripropone e mette in evidenza in tutta la sua drammaticità. Una assoluzione per prescrizione che non cambia il giudizio e la valutazione sulle ruberie, sullo sperpero di pubblico denaro, sui lavori progettati male ed eseguiti peggio, sulle collusioni tra soggetti appaltanti ed imprese appaltatrici sempre nuove, sempre diverse. Ma per lo stesso lavoro, mai terminato, o almeno in via di completamento.
La nostra speranza di cittadini onesti resta affidata a questa nuova indagine sul crollo “annunciato” del parcheggio dell’Ospedale del Mare. Perché da questo evento si possa risalire agli errori di costruzione del nosocomio di Ponticelli. Ai materiali scadenti utilizzati, ai preventivi gonfiati, agli anni occorsi per terminare l’opera pubblica e le mille altre contraddizioni che hanno accompagnato nel tempo la costruzione, ancora in corso, del nuovo ospedale.
Fallito un procedimento giudiziario, grazie ai ritardi incredibili delle fasi processuali e alla conseguente prescrizione, si riparte con l’ennesima indagine scaturita da una voragine. Ancora una volta nell’Ospedale del Mare. L’ospedale di cartone costruito in zona rossa. Cioè a dire sotto al Vesuvio! Con la speranza che questa volta emergano verità nascoste, collusioni fin troppo evidenti e nefandezze di antica conoscenza!