Negli ultimi giorni la Campania ha fatto registrare numeri da capogiro riguardo ai contagi da SARS-CoV 2 e, nonostante fosse cosa nota a tutti che con la ripresa dell’attività lavorativa completa e la riapertura delle scuole uno scenario simile fosse poco più che paventato, Vincenzo De Luca, prima e dopo, ha fatto poco o nulla per evitare che la Regione da lui amministrata fronteggiasse le criticità connesse a questa emergenza sanitaria, facendo correre a tutti noi un serio rischio da cui potrebbe non esserci ritorno.
Il coronavirus è stato la fortuna politica del governatore-sceriffo sempre più incline ad un uso politico scellerato di un’emergenza che, di fatto, ha certificato la sua incapacità, qualora ce ne fosse ancora bisogno di ribadirlo.
La teoria del lanciafiamme e del cinghialone è stata solo “fuffa” elettorale, buona a farsi votare da chi non conosceva il signor Vincenzo da Ruvo del Monte e che, alla prova dei fatti, si è dimostrata valere quanto il suo spacciatore.
Uno su tutti, pendolari ammassati su mezzi di trasporto insufficienti e degni di un carro bestiame, in barba all’assillo “distanziamento e mascherine”, settore su cui Ministro, Presidente della Regione e Sindaco sono stati concordi a non muovere un dito.
Così se in tanti ricorderanno i camion trasportare gli ospedali container, tutti oggi potranno constatare che quei cassoni sono serviti unicamente a offrire una processione all’inutilità, giacché quegli ospedali non sono mai entrati in funzione. Chiusi, a dire il vero, al loro utilizzo perché le porte di accesso della struttura prefabbricata sono vergognosamente aperte. Non forzati ma lasciati aperti. Con beffa delle più elementari norme di igiene e di sicurezza. Oltre che dello sperpero di denaro pubblico e della farsa della salute pubblica.
Ma De Luca è pur sempre il governat(t)ore dal sinistro pugno di acciaio e così, se prima delle elezioni si ergeva a salvatore – anche qui meglio salvat(t)ore – della più importante regione del Mezzogiorno, quasi che la sua riconferma fosse un premio all’immunità acquisita e dispensata, adesso, in piena preoccupazione dei contagi che toccano settecento al giorno, torna a tuonare proclami che sanno di delirio, ed echeggia l’immediata chiusura di tutto, qualora i contagi dovessero toccare quota ottocento con duecento guariti.
Mille! E chiudiamo. È il rilancio della follia!
Non ci vuole un esperto secolare per capire che, stando a questi i numeri ed analizzando la modalità del contagio, agli ottocento casi accertati in Campania, probabilmente, si giungerà prima che questo articolo sia concluso. Ma De Luca è amante della spettacolarità, anche se ciò comporta la derisione dei suoi corregionali, colpevoli per la diffusione della diffusione, e verso cui nessun dovere, e nemmeno riconoscenza per la fiducia accordatagli, sente di avere. Non ne parliamo dell’istinto di protezione.
Con i suoi modi da giullare torna a inveire contro la gente che ha la sola colpa di volere ritrovare un minimo di normalità, contro gli “scemi” che vogliono solo festeggiare un traguardo con sacrifici raggiunto, minacciandoli di serrarli in casa nuovamente. Come se la gente uscisse solo per divertirsi! Ma in casa, per colpa della sua incapace gestione, (che va dall’assenza di strutture ospedaliere chiuse per il business a favore delle case di cura private di cui egli stesso è da anni l’unico promotore, fino all’insufficienza di personale sanitario, dagli ospedali fatiscenti, fino al risibile numero di tamponi effettuati), rischia di restarci anche il ristoratore che campa grazie ai turisti cui l’inquilino di Palazzo Santa Lucia pensa di chiudere i confini. Rischiano di rimanerci anche numerose partite IVA, rischia di rimanerci il tassista e la guida turistica che fanno la loro parte nella conoscenza e quindi nello sviluppo dei nostri luoghi turistici. Rischia di rimanerci l’operaio cui il governo centrale si è già dimenticato di pagargli mesi di cassa integrazione. E rischia tanta gente comune che, molto elementarmente, fa girare l’economia.
Ma a lui non interessa. No, a lui interessano i proclami, le “deluchiate” in streaming urbi et orbi. Gli annunci che, ormai, anche verso quelli che lo hanno eletto a furor di popolo, evidenziano l’inettitudine di questo soggetto malato solo di protagonismo. A danno di tutti i Campani.
Lo Sceriffo tuttavia ha funzionato: è riuscito a farsi rieleggere. Per cui sarebbe ora di smetterla con i suoi manifesti elettorali di propaganda logora di una sinistra ormai decotta e iniziasse a lavorare seriamente per la Campania. Magari cercando esclusivamente di arginare questa nuova situazione catastrofica. Stando ai suoi dati, però. Eh sì, perché analizzando i dati che fornisce chi è davvero esperto in Sanità, quei pochi professionisti, che pur ci sono, non conniventi e non complici di questa trasformazione politica ad uso dittatoriale di una emergenza organizzativa che cela (anche/solo) un business sanitario, pare emergere che gli ospedali non sono ancora al collasso come terroristicamente paventato; le terapie intensive offrono ancora qualche centinaio di posti utilizzabili; che il Covid abbia perso carica virale per cui è basso il suo tasso di pericolo mortale e che la soglia degli asintomatici – persone che hanno contratto il virus, ma che non manifestano particolari sintomi, rappresenta una forbice del 92-95%.
Invece di ricorrere al pianto capitolino e correre verso quella Roma sempre più secretata, mostrasse anche lui i numeri reali di questa nuova ondata e collaborasse, magari avvalendosi di persone davvero oneste e capaci. O si (di)mettesse da parte. Lo deve al 70% di persone che lo ha votato, lo deve a quella percentuale di elettorali che hanno creduto, sposandola, nella sua politica clientelare. Lo deve anche a quel 30% di persone che non lo ha scelto. E che ci ha visto giusto già in tempi in cui egli aspirava a tiranneggiare attraverso dirette televisive comiche, ridicole e pericolose a danno di tutto il popolo campano.
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Contagi da Covid 19 : La Campania é prima. E De Luca lancia una nuova “Quota 100” !
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