Messa da parte, almeno temporaneamente, la tattica politica della paura – che è ben altro dall’accezione della politica intesa quale amministrazione pura – il presidente uscente De Luca si è dedicato ai grandi acquisti: dal grande magazzino, ai negozi di prossimità, ai discount non ha disdegnato un solo “prodotto” per riempire, allargare e trasbordare quel listone che è una vera accozzaglia.
Una sorta di paranza, forse più “fravamaglia” e “menozzaglia” senza distinzione di sorta, senza differenziazioni nemmeno di idee e ideali, né di passato né di presente, ma con la speranza di un comune futuro. Cosa già di per sé fuori dal comune… ma magari in Regione.
L’ex primo cittadino di Salerno, dopo aver rianimato il famigerato patto di Marano con l’ultranovantenne Ciriaco De Mita, nell’ottica della continuità “anagrafica” che dovrebbe essere il rinnovamento, rianima anche il coetaneo Paolo Cirino Pomicino, già ministro del bilancio ai tempi di Tangentopoli, aprendo persino alla “new generation” e dando il benvenuto a Riccardo Villari,(altro Democristiano della prima ora) ex consigliere regionale e senatore e attualmente Presidente di Città della Scienza, nonché all’immarcescibile e non collocabile Clemente Mastella, dimessosi dalla carica di Sindaco di Benevento per creare una sua lista satellite. Il quale ha fatto immediatamente abbandonare il gruppo Forza Italia al Senato alla moglie Sandra Lonardo a favore del gruppo misto. Che, però, non è l’unica forzista a chiedere ospitalità in casa De Luca: altro nome noto è quello di Flora Beneduce, emerso con frequenza nell’inchiesta “Antemio” sugli intrecci tra camorra e politica in provincia di Napoli.
E restando ai “nomi noti”, come non ricordare l’ex parlamentare di Alleanza Nazionale Mario Ascierto, fratello del più conosciuto virologo Paolo e di Filippo Ascierto, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia (in Veneto)?
Questo groviglio di nomi, idee e passati è stata da subito invisa alla direzione del Pd che vedeva, come vede tutt’ora, nel risuscitare i fantasmi della vecchia Dc, un pericoloso accentramento di potere in Campania nelle mani di personalità dello scomparso (?) scudo crociato. Zingaretti e Renzi i più maliziosi di tutti. Ma la politica, certa politica, per questi personaggi, è quell’arte che ad uno più uno fa fare pure tre e se “Vicienzo” fino a dopo Natale non era nemmeno candidabile a detta del “suo” stesso Pd, dopo le memorabili macchiette mediatiche che hanno contribuito a far conoscere il De Luca personaggio ad appannaggio interessato e voluto del De Luca presidente, non solo riceve la benedizione da via Sant’Andrea delle Fratte, ma ottiene la benedizione, oltre che la collaborazione elettorale, di quel Renzi fuoriuscito dal Pd, ed ancora in cerca di ruolo e spazio ulteriore ovunque faccia comodo o ove si creino le condizioni favorevoli. Da buon ex democristiano, anche lui!
Inspiegabile! O meglio, inconcepibile. Per noi. Un vero miracolo! Altro che quello operato dallo “sceriffo” per arginare il contagio da Coronoavirus, la cui gestione (e quella degli appalti pre-elezione) sono stati smascherati dal presidente di Campo Sud Marcello Taglialatela e dettagliati su questo giornale.
“Se per De Mita, Renzi non ha pensiero, per Renzi De Mita cambia partito ogni qualvolta gli tolgono un seggio. Oggi il partito di Renzi, per tenersi vivo, insieme con i demitiani corre a difesa di De Luca che definì, a sua volta, De Mita il principale problema della Campania”.
Non risulta difficile capire, dunque, come De Luca con questi personaggi abbia potuto “comprare” facile, forse persino al ribasso ed al discount, per tirare a campare, almeno politicamente. Di contro potrà essere utile ricordare il trasformismo di certi personaggi, se così vogliamo chiamare la loro bramosia di potere e la loro sete di poltrone. Persino la loro incapacità di contarsi per poter contare qualcosa.
Se il governo della Regione Campania é stato così efficace in questi cinque anni con De Luca e la gestione dell’Emergenza sanitaria da Covid è stata così esemplare, c’era bisogno davvero di prodigarsi per stilare liste elettorali a profusione, con candidati a dir poco vergognosi e improponibili?
E invece eccoli lì, tutti affannati a spolverare vecchi scheletri della politica nazionale, come se non ci fosse un domani per la Campania. Tutti dentro per salvare la baracca o, in realtà, la poltrona. O per conquistarla nuovamente in barba ad un reale rinnovamento della politica.
O le cose stanno diversamente? E se De Luca e i suoi (Nuovi e vecchi) si sentissero in grande difficoltà annusando una eventuale e sonora sconfitta? Loro stessi sanno bene che le balle propinateci da De Luca hanno una grossa eco e non sono facilmente smaltibili o digeribili!
Quel che é certo é che il calderone è colmo, senza misura, senza dignità e persino senza vergogna. E il rischio dell’eventuale ingovernabilità, dopo il 21 settembre, è altissimo. Una sorta di Conte I in salsa campana. Ove il comune denominatore é uno ed uno soltanto: L’INAFFIDABILITA’!!!
Vengo anche io? Si, tu si! ……..disse De Luca ai nuovi adepti imbarcati sull’Arca salva tutti!!
RELATED ARTICLES