Con i dati diffusi lo scorso 7 Luglio dalla Commissione Europea, si apprende che il “Bel Paese” é precipitato, in poco più di due settimane, al 42esimo posto (su 42 totali) tra i paesi più industrializzati del mondo in termini di “Performance” del PIL (il prodotto interno Lordo).
Con un 11,2 per cento registrato nel corso di questi primi 7 mesi dell’anno, l’Italia é dunque il fanalino di coda nel mondo in termini di crescita economica; benessere della collettività nazionale e ricchezza delle famiglie; livello di sviluppo dell’economia di un dato paese e valore dei prodotti e servizi sviluppati e posti in essere entro i confini nazionali. Questo, in estrema sintesi, il significato del termine economico PIL. E questo é lo stato dell’arte delle “condizioni di salute” economico-sociali del nostro Paese, in un momento particolarmente tragico della nostra storia recente.
Un bel successo, non c’é che dire! Un risultato che possiamo senza timori di smentite attribuire senz’altro al nostro immarcescibile Presidente del Consiglio e alla sua armata Brancaleone governativa, che é più attento a tenersi stretti i poteri speciali che gli derivano dalla dichiarazione di Stato di Emergenza del Paese, prossimi alla proroga sino a Dicembre 2020, (salvo parere contrario del Parlamento……) piuttosto che adoperarsi concretamente (ove ne fosse davvero capace) per attivare politiche di sostegno e rilancio effettivo della economia nazionale, mai così depressa e annichilita dall’ultimo dopoguerra.