Che il Reddito di Cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, presentasse sin dal primo momento più luci che ombre appariva evidente ai molteplici addetti ai lavori, ma anche e forse soprattutto a coloro che son dotati di buon senso e ragionevolezza. Fiumi di parole in tutte le trasmissioni televisive di approfondimento politico e di inchiostro sulla carta stampata sono stati spesi per evidenziare storture e contraddizioni di un provvedimento legislativo approvato dal Governo Conte I°, frutto del “compromesso” sottoscritto nel “Contratto di Governo” tra Lega e Cinque Stelle e tutt’ora “congelato”, anzi “digerito” nel suo impianto originario, anche dai nuovi alleati dei 5 Stelle del secondo Governo Conte.
Quelle storture, quelle contraddizioni palesi e per certi versi insopportabili del Reddito di Cittadinanza, denunciate e osteggiate dal PD e da tutto lo schieramento di sinistra nel corso di un anno intero, si sono immediatamente sciolte e dissolte in una bonaria e ipocrita accettazione postuma del cavallo di battaglia targato 5 Stelle. Tanto per tirare a campare e non creare troppi motivi di attrito con i nuovi alleati, ma soprattutto, eccessive tensioni e disturbo al nuovo e riconosciuto “manovratore” Conte.
D’un tratto non si parla più del fallimento di un provvedimento legislativo che avrebbe dovuto creare nuovi posti di lavoro e che il lavoro non ha offerto sin ora a nessuno.
Non si è più parlato delle fantomatiche Convenzioni con gli Enti Locali per utilizzare, da subito, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza nelle cosiddette attività dei “lavori socialmente utili”. E tutti sappiamo quanto risulterebbe salvifico per i nostri Comuni poter impiegare, a costo zero per le Amministrazioni Locali, questo gran numero di aspiranti lavoratori al fine di colmare gli attuali e paurosi vuoti di organico. E ciò, anche solo temporaneamente e per un ridotto numero di ore.
Nessuno più critica i ritardi imperdonabili e patetici nell’inserimento dei giovani “Navigator” o facilitatori nei già pochi e inefficienti Centri Per L’Impego dislocati in ogni Provincia italiana. Nessuno più parla della “querelle” per non dire della lotta cruenta, scoppiata in Campania tra il Governatore De Luca e l’Esecutivo Nazionale sulla opportunità di impiego di questi Navigator, freschi vincitori di un concorso pubblico. Unica Regione italiana, la Campania ove queste nuove figure professionali vengono tenute lontane dalle sedi dei Centri per l’Impiego in quanto non ritenute legittime e dunque non riconosciute dal potente e fumantino Governatore del Partito Democratico. Polemica tutta interna alle forze attuali di Governo che nessuno ha il coraggio di affrontare, o contestare. Men che meno il Pd locale e nazionale. Polemica, tuttavia, che allunga ancor più i tempi di attivazione dei Centri dell’impiego con il nuovo personale dedicato.
Potremmo continuare ancora per parecchio tempo nella elencazione delle carenze strutturali e legislative del Reddito di Cittadinanza, ma quel che è accaduto in queste ore rischia davvero di far saltare il banco della già precaria e zoppicante credibilità del nuovo Esecutivo. Di quanti si sono spesi con tanto fervore nel sostenere questa sciagurata e assistenzialistica misura governativa e di quanti oggi, ancor più scelleratamente e ipocritamente, la sostengono così com’è !!
Faccio riferimento alla notizia diffusa da alcuni organi di informazione riguardante la scellerata assegnazione delle provvidenze del Reddito di Cittadinanza alla terrorista delle “Nuove Brigate Rosse” Federica Saraceni, che il 20 Maggio del 1999 con un manipolo di suoi compagni di lotta armata, assassinò il Professore Massimo D’Antona, Docente Universitario e Consigliere Legislativo del Ministro del Lavoro del Governo D’Alema. La terrorista, figlia del Magistrato Luigi Saraceni, successivamente passato alla politica ove ricopri il ruolo di Parlamentare, prima nelle file del PDS e poi dei Verdi Arcobaleno, venne condannata dalla II° Corte d’Assise di Appello di Roma a 21 anni e 6 mesi per concorso in omicidio volontario e partecipazione a banda armata. Sentenza successivamente confermata in Cassazione. Ma probabilmente, in virtù di qualche “aiutino” di Palazzo (di Giustizia), dopo soli 5 anni di detenzione in carcere riesce ad ottenere la detenzione domiciliare. E cioè la possibilità di scontare il resto della pena inflitta (sul totale di 25 anni e 4 mesi comminati complessivamente per ulteriori reati minori commessi in concorso con gli altri terroristi nel medesimo fatto di sangue) comodamente presso la propria abitazione. Ed è proprio da casa sua che, probabilmente, la Saraceni ha potuto presentare l’istanza per accedere al Reddito di Cittadinanza. Domanda accolta dall’INPS nonostante gli arresti domiciliari a seguito di condanna definitiva, non ancora scontata completamente. E come si è potuta verificare una situazione così grave e imbarazzante?
Semplicemente per una palese e macroscopica leggerezza e per le omissioni del dettato legislativo del Reddito di Cittadinanza, che stabilisce che tale provvedimento non può essere erogato a chi abbia ricevuto una condanna penale nei (soli) 10 anni precedenti. Per tale motivo la domanda di sussidio della terrorista è stata accolta dall’INPS nel mese di Agosto scorso, in ragione di Euro 623,00 mensili e in quanto la sentenza di condanna della Saraceni fu pronunciata nel corso dell’anno 2007. Cioè a dire, dodici anni or sono. Nel nostro caso, dunque, La Saraceni sarebbe già da due anni fuori dalle ” maglie” della previsione di Legge e quindi abilitata, a tutti gli effetti, a percepire il Reddito di Cittadinanza.
Una follia pura !!! Incompetenza assoluta del Legislatore che ha inteso, di fatto, “riabilitare” una persona condannata a 25 anni e 4 mesi di carcere per un delitto esecrabile, nonostante questa stessa persona stia ancora scontando (pur se agli arresti domiciliari) la pena prevista per il reato principale di concorso in Omicidio volontario e partecipazione a banda armata.
In tal modo mettendo lo Stato Italiano nell’imbarazzante e assurda condizione di sovvenzionare con denaro pubblico una persona che si è “distinta” nella lotta armata per abbattere le Istituzioni, attraverso atti terroristici cruenti ,culminati con l’assassinio di un autentico e ignaro servitore dello Stato.
La Redazione di Campo Sud attiverà ogni strumento di civile e democratica pressione sulle forze politiche presenti in Parlamento, affinché sia al più presto revocata la concessione delle provvidenze alla terrorista Saraceni e cancellata questa norma ignobile che regola il Reddito di Cittadinanza, le sue condizioni di accesso e di fruibilità.
C A R L O L A M U R A