A Napoli funziona così: se sei un cittadino che paga le tasse e chiede un po’ di pace, sei il problema. Se invece sei un locale che fa cassa fino all’alba senza pagare l’occupazione di suolo pubblico, allora hai tutto il diritto di continuare indisturbato.
È questa la logica che emerge dalla decisione del Comune di Napoli di impugnare la sentenza che lo condanna a risarcire 230mila euro ai residenti di Piazza Bellini per il caos notturno causato dalla movida selvaggia. Secondo Palazzo San Giacomo, chi vive in centro deve semplicemente “convivere con il rumore”, come se fosse un fenomeno naturale e non il risultato di un’assenza totale di regole e controlli.
Ma la beffa non finisce qui. Mentre i cittadini vengono ignorati e persino penalizzati per aver osato reclamare il loro diritto al riposo, emerge un dato inquietante: nel 2024, solo il 28% dei bar e ristoranti ha pagato la tassa di occupazione del suolo pubblico, generando un buco da 5 milioni di euro nelle casse comunali. Insomma, i tavolini restano, il frastuono pure, ma i soldi non si vedono.
A questo punto viene da chiedersi: perché il Comune si accanisce contro i residenti invece di far rispettare le regole? La risposta è semplice: è più facile mettere a tacere chi protesta che chiedere ai furbetti di pagare.
Intanto, mentre Napoli si trasforma sempre più in un luna park senza regole, chi lavora e paga le tasse si ritrova “cornuto e mazziato”, condannato al rumore e al degrado, mentre i soliti noti fanno festa a spese della collettività.