La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per la gestione fallimentare della Terra dei Fuochi, certificando ciò che i cittadini denunciano da anni: le istituzioni sapevano tutto, ma non hanno fatto nulla di concreto per fermare il disastro ambientale.
Eppure, da dieci anni, il governatore Vincenzo De Luca ha ripetuto la stessa narrazione, rassicurando che il problema era sotto controllo. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: i roghi tossici continuano, i rifiuti industriali vengono ancora smaltiti illegalmente, e le bonifiche sono rimaste solo sulla carta.
Le promesse mancate: le chiacchiere al vento
Nel corso degli anni, De Luca ha fatto annunci su annunci, ma i fatti lo smentiscono:
• “Abbiamo avviato la bonifica della Terra dei Fuochi”. I siti contaminati sono ancora lì, con dati epidemiologici allarmanti.
• “Entro due anni fermeremo i roghi tossici”. Gli incendi illegali proseguono, con impennate nei mesi estivi.
• “La Campania è tra le regioni più avanzate nella gestione ambientale”. La Corte Europea ha appena detto il contrario.
• “Il problema è risolto”. I residenti continuano a denunciare discariche abusive e contaminazione del suolo.
La realtà è che la Regione Campania non ha mai avuto un piano serio per fermare il traffico illecito di rifiuti e bonificare le aree contaminate.
Manca la volontà politica
Il problema della Terra dei Fuochi non è mai stato realmente affrontato. Le bonifiche sono rimaste un’illusione, mentre il traffico illecito di rifiuti continua a prosperare. L’assenza di un piano serio di contrasto ha favorito il disastro, aggravato da controlli inesistenti e dalle connivenze con il malaffare.
Nel frattempo, la Regione Campania continua a minimizzare, mentre la popolazione paga il prezzo più alto in termini di salute e qualità della vita. Ora che la Corte Europea ha smascherato il fallimento, non si può più far finta di nulla. Ma la vera domanda è: questa sentenza porterà finalmente a delle azioni concrete, o resterà solo un’altra carta ignorata?