Ieri, 27 gennaio, è stata un’altra giornata difficile per i viaggiatori della linea Alta Velocità Roma-Napoli. Un “inconveniente tecnico” nei pressi di Anagni ha causato ritardi fino a 90 minuti, trasformando uno dei principali assi strategici del trasporto italiano in un simbolo di inefficienza. Annunci tardivi, percorsi deviati e disorganizzazione hanno lasciato i passeggeri in balia di un sistema che sembra sempre più al collasso.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha recentemente affrontato il tema in Parlamento, ma senza offrire soluzioni concrete. L’intervento si è limitato a un esercizio di scaricabarile, senza alcuna strategia immediata per risolvere i disservizi. I cittadini si aspettano risposte e interventi, non dichiarazioni vuote che non affrontano le radici del problema.
La Roma-Napoli non è nuova a criticità: furti di rame, scioperi e sabotaggi rappresentano solo una parte di un sistema che necessita di manutenzione straordinaria e investimenti. Anche l’esposto di Trenitalia per presunti sabotaggi evidenzia una situazione fuori controllo. Tuttavia, le azioni del governo continuano a concentrarsi su progetti futuri, come nuove opere e cantieri, mentre le infrastrutture esistenti versano in condizioni precarie.
A pagare il prezzo di questa inefficienza sono i cittadini: pendolari che perdono ore di lavoro, turisti scoraggiati, e imprenditori penalizzati da ritardi. L’Alta Velocità, pensata per essere un’eccellenza italiana, si è trasformata in un esempio di cattiva gestione e mancata pianificazione.
È necessario un cambio di rotta. Il governo deve dimostrare con i fatti la volontà di risolvere i problemi del trasporto ferroviario. Servono interventi tempestivi, investimenti mirati e un piano chiaro per garantire efficienza e sicurezza su tratte strategiche come la Roma-Napoli. Ogni ritardo e ogni disservizio non fanno che erodere la fiducia dei cittadini, un prezzo che il Paese non può permettersi di pagare.