giovedì, Gennaio 30, 2025
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DUE PESI E DUE MISURE: il caso Banco di Napoli, Monte dei Paschi di Siena e Mediobanca

Nel corso della storia del sistema bancario italiano, si sono verificati interventi statali che hanno alimentato il dibattito sulla disparità di trattamento tra istituti di credito. I casi del Banco di Napoli e del Monte dei Paschi di Siena rappresentano due esempi significativi di approcci differenti adottati dallo Stato.

La vicenda del Banco di Napoli è uno degli episodi più gravi di gestione politica ed economica nel nostro Paese, un vero saccheggio istituzionalizzato ai danni del Mezzogiorno. Nel 1996, invece di salvaguardare uno degli istituti più importanti del Sud, i governi nazionali hanno orchestrato un’operazione che ha portato il Banco al collasso, favorendo prima BNL e poi l’Istituto San Paolo di Torino. Il risultato? La distruzione di un simbolo economico e culturale del Sud per rafforzare il potere finanziario del Nord.

L’intervento dello Stato con la creazione della Società Gestione Attivi (SGA), presentato come una soluzione per risanare il Banco, si è rivelato un inganno. Nel 1997, la privatizzazione ha cancellato ogni possibilità di rilancio, lasciando il Mezzogiorno senza un asse strategico bancario. Questa politica miope si scontra con quanto accaduto nel 2016 al Monte dei Paschi di Siena, salvato con 20 miliardi di euro di fondi pubblici nonostante una gestione disastrosa.

Mentre il Banco di Napoli veniva svenduto, MPS veniva protetto e, oggi, forte dell’aiuto statale, si lancia nell’acquisizione di Mediobanca per 13,3 miliardi di euro. È il simbolo di un sistema che da anni ignora il Sud e favorisce le élite del Centro-Nord. Questa disparità è inaccettabile e richiede una riflessione seria e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i governi che hanno contribuito a questa ingiustizia storica.

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