mercoledì, Gennaio 22, 2025
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NO AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA, IL SUD SI SENTE TRADITO

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge dell’autonomia differenziata, lasciando intatta la cosiddetta “legge Spacca Italia”. Una decisione che ha generato indignazione nel Mezzogiorno, dove l’autonomia differenziata è vista come un pericolo per l’unità nazionale e una minaccia che potrebbe ampliare ulteriormente il divario tra Nord e Sud.

La Consulta ha motivato la bocciatura sostenendo che il quesito referendario era poco chiaro e avrebbe impedito agli elettori di compiere una scelta consapevole. Tuttavia, questa posizione non è stata accolta positivamente dai cittadini del Sud, che considerano l’autonomia differenziata una questione cruciale per il futuro del Paese.

Contrariamente a questo veto, la Corte ha approvato cinque referendum su temi come il Jobs Act e i diritti civili. Pur riconoscendo l’importanza di questi argomenti, nel Mezzogiorno si percepisce una disparità di trattamento: sui temi istituzionali, che potrebbero ridisegnare il Paese, non viene data voce al popolo, mentre su altri temi si apre alla consultazione.

Questa decisione alimenta il malcontento in una parte d’Italia che si sente sempre più esclusa dalle dinamiche di potere. Per molti, negare la possibilità di votare sull’autonomia è un segnale che le esigenze del Sud continuano a essere ignorate.

La mancata consultazione popolare sull’autonomia differenziata rappresenta per il Sud una ferita profonda. Garantire pari opportunità di partecipazione su temi fondamentali è una priorità che le istituzioni dovrebbero affrontare con maggiore attenzione per evitare ulteriori spaccature.

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