Non passa giorno che le cronache non siano costrette a registrare episodi di violenza a danno di cittadini che stanno facendo il proprio lavoro.
I maggiori e più gravi episodi riguardano, ahimè, gli operatori sanitari.
I parenti degli ammalati aggrediscono sanitari e paramedici accusandoli di non curare prontamente e con la necessaria solerzia i propri familiari.
Il sistema sanitario ha indubbiamente le sue criticità ma non bisogna trascurare come la quasi totalità del personale faccia il proprio dovere con passione e competenza, spesso al di là del proprio orario di servizio, dopo turni massacranti e sempre allerta per possibili intrusioni di malintenzionati nei reparti.
Le continue aggressioni stanno minando la serenità e tendono a spingere sempre più il personale altamente qualificato del nostro sistema sanitario pubblico verso strutture private in Italia e all’estero (ove sono pagati anche molto meglio).
Emblematica e tristissima la scena del gruppetto di sanitari ed infermieri barricati in uno stanzino per non subire una feroce aggressione. Immagini andate in onda anche sulla tv pubblica.
Ma non è solo la sanità il campo dove si verificano violenze a danno del personale.
Parliamo, per esempio, degli operatori del sistema penitenziario. Insufficienti e mal pagati, costretti a turni estenuanti, gli agenti di polizia penitenziaria subiscono quotidianamente aggressioni, insulti, e qualche volte minacce nei propri confronti e dei loro familiari. Se reagiscono per difendersi trovano sempre il magistrato di turno che li incrimina per abuso dei mezzi di correzione.
Il problema è all’attenzione del ministro Piantedosi che ha assicurato un rafforzamento della presenza di forze dell’ordine nei presidi ospedalieri ed un aumento del perdonale di polizia penitenziaria.
Ma le intenzioni del ministro non sono purtroppo sufficienti. Anche se l’aumento dell’organico delle forze dell’Ordine rappresenta elemento imprescindibile e urgente e dunque va nella direzione di tamponare adeguatamente le criticità in discussione.
In molti casi, sappiamo bene, i fenomeni di aggressione si verificano anche in strutture piccole che non possono essere presidiate come gli ospedali. Pensiamo all’ambulatorio di guardia medica in un paese della provincia con i due sanitari picchiati perché impossibilitati a recarsi, come richiesto, a fare una visita domiciliare. In questo caso procedere ad incrementare il numero di agenti e carabinieri nelle volanti per un più efficace monitoraggio del territorio, può costituire un forte deterrente per ogni azione criminosa contro i cittadini inermi.
I casi eclatanti, purtroppo, sono tanti ed aumentano di giorno in giorno.
A questo punto è necessario non solo un miglioramento delle leggi esistenti ma anche un’azione di maggior intervento da parte della magistratura che non sempre persegue con la dovuta severità chi commette questi reati che minano la serenità e la fiducia degli operatori e della collettività.
Un certo eccesso di buonismo, purtroppo, consentito anche dalla recente riforma Cartabia, (quella riforma che spesso Travaglio definisce “schiforma”), lascia fortemente perplessa l’opinione pubblica, in ogni angolo del nostro Paese. E non solo nelle grandi città ove arginare la criminalità e i fenomeni delinquenziali di bande di minorenni armati e drogati sta diventando il primo e più pressante problema di ordine pubblico per le nostre forze dell’ordine.