LE DIMISSIONI DEL MINISTRO SANGIULIANO: UNA CATTIVA NOTIZIA PER LA CITTA’ DI NAPOLI.

Ho conosciuto Genny Sangiuliano nella sede del Movimento Sociale Italiano di Napoli agli inizi degli anni 80. Era un giovanissimo studente di Liceo Classico che si avvicinò spontaneamente (come accadeva in quegli anni ad ognuno di noi) alla militanza nel Fronte della Gioventu’ e poi nel Fuan, che era l’organizzazione politica degli Universitari iscritti al partito. Era un ragazzo molto serio e pacato, studente brillantissimo con una passione per la storia, la filosofia, la letteratura italiana e straniera. E tant’altro ancora. Il suo impegno politico fu sempre rivolto alla cultura, agli studi approfonditi che compiva continuamente e volontariamente e che trasmetteva, con passione e competenza, anche agli altri giovani militanti con i quali organizzava corsi di preparazione politica e svariati convegni di notevole interesse storico, filosofico e politico.

Si laureo’ presto e brillantemente in Giurisprudenza presso la Federico II°, mentre era impegnato nel ruolo di Consigliere di Quartiere di Soccavo per il MSI (1987). Fu quello il periodo di maggiore collaborazione politica con Genny, essendo anch’io Consigliere di Quartiere del Msi per il Quartiere di Fuorigrotta. I due territori della zona occidentale della città, essendo prospicienti, avevano problematiche comuni ed interconnesse e molte volte capitava di partecipare a riunioni congiunte dei due parlamentini durante le quali la nostra collaborazione era proficua e molto intensa. Ricordo i dibattiti infuocati sulla crisi produttiva dell’Italsider che la sinistra ostinatamente e ottusamente negava. E il nostro impegno alternativo per riconvertire da subito il grande complesso siderurgico al fine di scongiurare, per tempo,  il dramma della cassa integrazione e il licenziamento per le migliaia di lavoratori degli impianti metalmeccanici e del suo consistente indotto. Problematiche politiche e posizioni diverse tra destra e sinistra che, nel tempo, han dato ragione a chi sosteneva la possibilità della auspicabile e necessaria riconversione produttiva che avrebbe salvaguardato il personale e tutelato efficacemente l’ambiente devastato da anni di lavorazioni inquinanti in un’area di pregio naturalistico. Tra l’altro vastamente abitato, nonostante la tossicità delle attività produttive ivi realizzate.

Ciò che è accaduto al polo industriale occidentale di Napoli é cosa  ben nota a tutti. La riconversione industriale con attività produttive alternative fu ostacolata in ogni modo pur di tutelare la vecchia acciaieria condannata alla chiusura anche dalla crisi mondiale della siderurgia. I lavoratori furono dirottati alla cassa integrazione sino alla pensione, i più giovani di età tra gli operai e i tecnici rimasero (invano) in servizio per lo smantellamento della fabbrica e le opere di bonifica dei suoli. Attività, quest’ultima, mai compiuta o effettuata in maniera non idonea in tutti questi anni. Tant’è che solo oggi (2024) si sta lavorando, grazie all’impegno e agli ulteriori finanziamenti dello Stato, a recuperare gli imperdonabili ritardi di diverse generazioni di amministratori pubblici tutti della medesima parte politica. Praticamente avviando solo ora e concretamente il recupero e l’utilizzo dell’area di Coroglio per finalità di rilancio economico, turistico, sociale e naturalistico di respiro metropolitano.

Genny Sangiuliano, dopo l’esperienza istituzionale in qualità di Consigliere di Quartiere, si dedicò alla sua passione di giornalista e saggista, divenendo ben presto collaboratore di diversi quotidiani e periodici: da L’Indipendente all’Espresso, dal Sole 24 Ore al Foglio, dal Roma di Napoli ove fu anche direttore, a Libero, dal Giornale di Montanelli alle redazioni giornalistiche di diverse emittenti radiotelevisive curando interviste e servizi speciali di notevole prestigio. Nel 2003 approda alla Rai come inviato del TGR, poi passato al TG1 come inviato speciale in teatri di guerra (Bosnia, Kossovo, e Afghanistan). Nel 2009 diventa Vice Direttore del TG1 e successivamente (2018) Direttore del TG2 RAI.

Innumerevoli anche i suoi incarichi di Docente Universitario presso L’Università LUISS di Roma (Guido Carli)  e successivamente  presso la Università la Sapienza sempre in Roma. Autore di innumerevoli saggi e pubblicazioni di successo quali: “L’anarchico conservatore” sulla vita e le opere di Giuseppe Prezzolini, le biografie di Putin, Donald Trump, Xi Jinping e Hilary Clinton. E poi i saggi storici “Scacco allo Zar” sugli eventi che furono da preludio alla Rivoluzione d’Ottobre in Russia.

Chi lo ha conosciuto soprattutto da ragazzo e studente “prodigio” non si é certo meravigliato della scelta compiuta dalla Premier Meloni di affidargli il Dicastero della Cultura nel suo Governo di Centrodestra. Forse mai il Ministero di Via del Collegio Romano era stato guidato da mani tanto competenti e appassionate. Deve essersene accorta in fretta la “nomenclatura progressista” che ha immediatamente posto sotto osservazione le prime scelte politico-gestionali volute dal Ministro e orientate all’ottimizzazione delle risorse finanziarie del Ministero con taglio dei finanziamenti inutili e improduttivi; la apertura di tutti i siti museali anche nei fine settimana; l’efficientamento dei servizi museali e la valorizzazione del personale; l’apertura o la riapertura di complessi museali abbandonati o sottodimensionati; l’orientamento dei flussi finanziari del Ministero verso le attività di nuovi scavi nei siti archeologici; la promozione di iniziative divulgative sul patrimonio artistico del nostro Paese; la promozione del cinema anche con sconti sul prezzo dei biglietti per la visione di pellicole del cinema italiano e tanto, tanto altro. A dimostrazione che il Ministro della Cultura deve essere dinamico e tempestivo, competente e appassionato del suo lavoro. Compiendo il mandato girando in lungo e in largo tutto il territorio nazionale per rendersi conto delle infinite meraviglie del nostro Patrimonio, delle sue incredibili potenzialità ma anche delle possibili criticità di gestione. Impegnandosi, così come ha sempre fatto Sangiuliano, senza risparmio di energie. Senza compromessi e senza preoccuparsi in alcun modo di quanti, immediatamente e artatamente, han posto ostacoli al suo lavoro, ai suoi progetti innovativi e “rivoluzionari” nella gestione e nell’ efficace utilizzo dei beni culturali italiani.

I risultati di questi soli due anni di lavoro di Gennaro Sangiuliano sono sotto gli occhi di tutto il Paese. E si riverbereranno ancora per tanto tempo, per la corretta impostazione e la lungimiranza dei tanti progetti avviati che troveranno quanto prima esecuzione in ogni parte d’Italia. Un impegno instancabile per difendere l’identità della cultura italiana, la sua meravigliosa lingua, le tradizioni e la storia millenaria di un Paese che si manifestano ogni giorno e continuamente attraverso il suo patrimonio artistico unico e prezioso che Sangiuliano ha riportato in questi due anni all’attenzione del mondo intero.

Tutto ciò non poteva andar bene a coloro che avevano ed hanno tutt’ora la presunzione di essere i soli depositari della “cultura” nel nostro Paese. E giorno dopo giorno hanno creato a tavolino e alimentato la strategia del dileggio, della diffamazione, dello scherno contro l’uomo, non potendo colpire il Ministro e la sua attività febbrile e competente. Ricorderete i fiumi di inchiostro o le ore interminabili di trasmissioni televisive con i soloni della cosiddetta “cultura” progressista che sbeffeggiavano Sangiuliano per il nome sbagliato del Parco Urbano di Londra, piuttosto che per aver affermato onestamente di non aver letto completamente i volumi finalisti del Premio Strega o altre cose del genere. Gente ingenerosa, cavillosa ma soprattutto faziosa e rancorosa. Gente che difendeva un mondo ormai traballante, fatto di interessi personali e di casta recalcitrante e impaurita. Basterà ricordare le recenti proteste pubbliche del Presidente del Festival del Cinema per ragazzi di Giffoni per aver subito un taglio al contributo che il Ministero aveva erogato per l’iniziativa cinematografica di quest’anno. Dimenticando che la decurtazione era stata disposta per tutte le manifestazioni finanziabili, allo scopo di aumentare il numero delle iniziative culturali comunque meritevoli del sostegno governativo. Di fatto ampliando, se non moltiplicando, le manifestazioni artistiche e culturali sul territorio nazionale. Ma il buon Presidente del Festival di Giffoni dimenticava, anche e soprattutto, che il contributo erogato al Festival di Giffoni fino allo scorso anno era, per consistenza del finanziamento, secondo solo al contributo erogato per il Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Cioè una cifra blu’. E francamente inaccettabile se si vuole evitare di concentrare questi benefici economici sempre nelle stesse iniziative e nelle stesse mani. Trascurando tanti altri eventi culturali altrettanto significativi programmati in tutta Italia, in specie nella stagione estiva.

Ciò che é accaduto all’amico Sangiuliano in questi giorni ormai é noto ovunque. E neanche le sue dimissioni irrevocabili dall’incarico di Ministro della Cultura sembrano placare la bramosia di quanti hanno brindato e festeggiato per la sua uscita di scena.

Ma a Napoli anche i più agguerriti avversari politici non festeggiano. L’amore per la propria città impedisce di essere soddisfatti delle dimissioni del Ministro Sangiuliano.

La conoscenza degli innumerevoli e nuovi progetti, con la verifica costante dell’impegno profuso ogni giorno per la sua città da Genny Sangiuliano nel ruolo di Ministro della Cultura, ha creato un profondo sentimento di riconoscenza e un legame ideale molto forte tra concittadini che hanno apprezzato la sua passione e la competenza. Mai Napoli aveva ricevuto tante attenzioni. Mai a Napoli si era riusciti a creare e alimentare giorno dopo giorno la consapevolezza delle sue infinite ed incantevoli risorse culturali, individuandone potenzialità e progettando, anche con gli altri attori istituzionali del territorio, nuovi ed indispensabili scenari di sviluppo.

Grazie Gennaro Sangiuliano per quanto hai voluto e saputo avviare e realizzare a Napoli e  ovunque in Italia, contribuendo in maniera significativa a restituire credibilità e nuovo “appeal” alla capitale del Mezzogiorno e riconoscimenti internazionali per l’intero nostro Paese.

Ciò che é accaduto non muta la nostra gratitudine nei tuoi confronti. Lasci il tuo incarico a testa alta per il profondo senso delle Istituzioni che ti contraddistingue e di questo non puoi che andare fiero. E noi napoletani con te.