Nel lunch match contro l’Empoli che avrebbe dovuto sancire il sorpasso al terzo posto a discapito del Milan, il Napoli e, soprattutto i tifosi azzurri, hanno vissuto una serata da incubo, culminata con un gol allo scadere di Kovalenko che ha fatto cadere Rudi Garcia dalla panchina. La prestazione del Napoli è stata inguardabile, caratterizzata da scelte incomprensibili e da un calcio lontano da quello spumeggiante che ha contraddistinto la squadra negli ultimi anni.
Garcia ha sorpreso tutti con le sue scelte di formazione, portandosi in panchina kvaratskhelia e Natan. Inoltre, l’adozione di un inedito modulo 4-2-3-1 con Elmas e Simeone titolari ha contribuito a una squadra contratta e a un gioco fumoso. La mancanza di fluidità e la difficoltà nel creare occasioni da gol hanno reso la partita un’esperienza frustrante per i tifosi partenopei.
L’unico vero momento di pericolo per la porta avversaria è arrivato all’88° minuto, quando kvaratskhelia ha sfoderato un acuto colpo, ma il portiere avversario Berisha è stato pronto a salvare di piede. Una luce in mezzo all’oscurità di una partita deludente per gli azzurri.
Con questa prestazione sconcertante e la sconfitta meritata e subita sul filo di lana, ora si profila l’ombra dell’esonero per Rudi Garcia. La mancanza di gioco e di risultati convincenti potrebbe spingere la dirigenza a prendere decisioni drastiche per cercare di dare una svolta alla stagione .Lo scudetto è ormai una chimera, ma il Napoli non può permettersi di perdere ulteriore terreno in classifica. Un cambio di guida tecnica potrebbe rappresentare una boccata d’aria fresca almeno sotto il profilo del gioco. Purché non si attenda troppo, inutilmente.
Occhi puntati su De Laurentiis, che dopo il gol dell’Empoli ha abbandonato lo stadio e che dovrà valutare attentamente la situazione e decidersi sulla necessità di un cambio di allenatore. Nel frattempo, i tifosi restano in attesa, sperando che la squadra possa ritrovare presto la sua identità di gioco e quel percorso vincente che sembra essersi definitivamente smarrito in una domenica d’autunno amara e deludente.