I primi passi del Governo Meloni vanno nella direzione da tempo auspicata da
tanti cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione politica.
Finalmente è stato posto un freno a quei raduni di giovani, i cosiddetti ” rave party” , che coinvolgono adolescenti e non soltanto, che vengono da ogni parte d’Italia e d’Europa e che lasciano penosi strascichi, con malori, intossicazioni da sostanze stupefacenti, crisi per overdose e tante altri disturbi anche neurologici sui partecipanti. Nella prima riunione operativa del Consiglio dei Ministri di Lunedi scorso é stato approvato un primo “pacchetto” di provvedimenti su temi identitari relativi alle materie della Giustizia e della sicurezza che introduce il reato di invasione di terreni o edifici pubblici o privati per lo svolgimento di raduni non autorizzati (Art. 434 bis del Codice Penale) con pene fino a tre anni di reclusione per i partecipanti che determinano pericoli per l’0rdine pubblico, la salute e l’incolumità dei cittadini. A seguire, il Consiglio dei Ministri con lo stesso Decreto Legge pone un argine alla possibilità di scarcerazione di detenuti condannati per reati di mafia, non pentiti e non collaboratori di giustizia. Il cosiddetto “ergastolo ostativo” che restituisce credibilità e autorevolezza allo Stato e alle Istituzioni della Giustizia.
Tornando ai provvedimenti per il contenimento della illegalità dei Rave Party, va anche detto che Il nuovo Ministro degli Interni, Piantedosi, ex Prefetto di Roma, aveva già bloccato questo triste ed illegale fenomeno in occasione del raduno di fine ottobre a Modena e la Polizia ha potuto eseguire le disposizioni di sgombero della fabbrica occupata con intelligente fermezza, senza consentire proteste e senza determinare incidenti con i partecipanti appartenenti all’ area cosiddetta alternativa.
Si é potuto tranquillamente procedere con la prevista identificazione di gran parte degli intervenuti e il controllo dei tanti automezzi che trasportavano il materiale più disparato.
Si è data, in tal modo, una indicazione che varrà per il futuro: i rave, quei raduni clandestini, convocati tramite il tam tam dei social, non potranno più avere luogo in Italia.
Ma è nel campo della giustizia che il Governo sta incominciando anche a
muoversi con attenzione, anche e soprattutto per merito di quell’ottimo Ministro ed
ex magistrato sempre al di fuori degli schemi e schematismi di sorta che è Carlo Nordio.
Come è noto la Consulta aveva dichiarato incostituzionale il cosiddetto
ergastolo ostativo, ossia quella forma di detenzione che non prevedeva, in assenza
di pentimento, nessuna concessione premiale.
Entro l’otto novembre il Governo avrebbe dovuto trovare la strada per
ottemperare alle indicazioni della Suprema Corte, evitando però al tempo stesso che
mafiosi, ndranghetisti, camorristi e grossi delinquenti potessero trovare la strada per
uscire dal carcere.
E’ stata avviata, a livello Ministeriale, la riunione preparatoria per un Decreto
legge, che é divenuto il primo del nuovo Governo, che tratta delle misure urgenti in
materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di quanti non
abbiano dichiarato alcun pentimento e non abbiano mai collaborato con la giustizia.
Il testo ricalca il Disegno di legge 2574 già approvato nella passata
Legislatura per evitare le scarcerazioni facili e per impedire particolarmente che le
porte del carcere si potessero aprire, pur in costanza del vincolo associativo.
Importante comunque un concetto chiaramente espresso dal ministro Nordio
che ha dichiarato: “La certezza della pena prevede che la condanna debba essere eseguita. Ma questa circostanza non significa “carcere crudele ed inumano”, ma piuttosto individuando ed indicando anche più attività per i detenuti, da svolgere in regime di carcerazione quali lo svolgimento di attività lavorative e lo sport”. Tanto per la umanizzazione del regime carcerario e per la possibilità del recupero sociale del detenuto.