Ieri , 29 aprile ricorreva il 47 mo anniversario della morte di Sergio Ramelli. Morte emblematica , per la ferocia dell’ agguato, per le armi usate ( chiavi inglesi da 3,5 kg cadauna) , per i pedinamenti che precedettero l’ agguato, per il fatto che una sua foto fosse stata data ad una banda assassina di Avanguardia operaia i cui componenti neanche conoscevano la vittima predestinata. Perché gli assassini erano tutti studenti di medicina e certamente non potevano non capire l’ effetto di una chiave inglese di quel tipo sul cranio indifeso di quel ragazzo inerme. Perciò la morte di Sergio è diventata simbolica . Ma non solo per la ” fascisteria” italiana. L’ anno successivo , era il 1976 , nello stesso giorno venne trucidato a pistolettate Enrico Pedenovi. I “compagni” che rivendicarono quell’atto dissero che avevano voluto ricordare a modo loro la morte di Ramelli . E dimostrare che ogni anno ne potevano uccidere uno .
Ieri si è scelto di ricordare Sergio , e con lui tutti i cuori neri , con la presentazione del Libro di Guido Giraudo ” Sergio Ramelli: una storia che fa ancora paura” illustrato dall’autore. È stata fatta una scelta singolare ,ed a suo modo ” rivoluzionaria” : dare la parola per gli interventi ai militanti degli anni 70 che non avessero avuto cariche elettive o di vertice, ne prima, né dopo quegli anni. Ne è venuta fuori una partecipazione molto intima con racconti anche molto personali, che hanno fatto ritornare alla mente il clima di quegli anni.
Per rispetto a questa scelta di non creare un palcoscenico , ma un luogo di partecipazione, anche emotiva, non staremo qui a fare l’elenco dei presenti. Che erano comunque tanti e tutti rappresentativi di aree diverse e di diverse anime , come accadeva nel vecchio MSI.
Una manifestazione emozionante per i contenuti , struggente per i ricordi , forte di palpitazioni per il comune sentire dei presenti. Un’ alea avvolgente si avvertiva nella sala di Controcorrente che e’ stata scelta per la commemorazione di Sergio ( l’ antica libreria di Pietro Golia, gestita oggi dal fratello Carmine ). Ci piace immaginare che anche l’ anima di Pietro, che amava quelle mura, fosse lì, insieme a noi .
UNA SERATA DI PROFONDA COMMOZIONE !!
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