Buon compleanno Mostra d’Oltremare! Compie oggi 81 anni.
Il 9 maggio 1940, infatti, veniva inaugurata a Napoli la Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare: quello che all’epoca era il complesso espositivo più importante d’Europa. Un luogo unico nel suo genere e ricco di storia, arte, cultura e verde. Ancora oggi funzionale alla vita cittadina. Prima del Covid sede di numerosi eventi pubblici ed ora, oltre ad essere luogo di ritrovo all’aperto ed in sicurezza per i cittadini, rappresenta uno dei principali punti della città per la somministrazione dei vaccini. Il complesso espositivo, realizzato in soli due anni, fu voluto da Mussolini nell’ambito del rinnovamento urbanistico napoletano. Per la realizzazione della Triennale furono impiegati alcuni dei migliori professionisti dell’epoca e coinvolta pienamente anche la facoltà di architettura napoletana. Il 9 maggio 1940 ci fu una solenne cerimonia per l’inaugurazione e per l’occasione giunse in città persino il re Vittorio Emanuele III, che fu accolto da una folla festante di napoletani. Quel complesso rappresentava il collegamento economico e culturale tra l’Italia e le colonie d’Oltremare. Ma soprattutto rappresentava prestigio, turismo e lavoro (aspetto non secondario). Fu purtroppo chiuso un mese dopo la cerimonia di inaugurazione per gli eventi bellici, mettendo in netta contrapposizione l’idea di Napoli Regina del Mediterraneo con i drammatici anni della guerra. La stessa Mostra, occupata prima dai tedeschi e poi degli americani, fu fortemente danneggiata. Rivide poi la luce nel 1952 come Mostra Triennale del Lavoro Italiano nel Mondo. Per la seconda inaugurazione vi partecipò anche il Presidente della Repubblica, Einaudi. Il resto è storia nota tra declino e tentativi di rilancio negli ultimi decenni. L’ultima opera degna di nota è la riqualificazione della piscina olimpionica grazie a fondi stanziati per le Universiadi 2019. E, qualche anno prima, gli interventi di restauro di alcuni fabbricati storici quali il Teatro Mediterraneo, l’Arena Flegrea, il Cubo d’Oro, l’ex sede dell’ISEF di Napoli, oggi trasformata in un grande e funzionale centro Congrassi. Interventi voluti dall’allora Presidente della Regione Campania, On. Antonio Rastrelli, nella breve esperienza di governo del Centro-Destra campano a guida Alleanza Nazionale e realizzati grazie ai contributi della Comunità Europea e ai progetti qualificati di tecnici e solerti funzionari della Regione Campania, nella metà degli anni 90. Ma la Mostra andrebbe riqualificata ancora e più profondamente, per riportarla alla sua originaria funzione e al suo splendore iniziale. Rivitalizzando il turismo. le attività fieristiche, l’ambiente, il tempo libero. In una parola: il lavoro. Basterebbe sfruttare pienamente i suoi spazi interni, organizzare eventi ed esibizioni della meravigliosa Fontana dell’Esedra (opera di assoluto pregio che offre uno spettacolo di acqua, luci musica e colori davvero unico), riqualificare i vecchi padiglioni, riaprire al pubblico e alle manifestazioni artistiche e teatrali il meraviglioso teatro ed anche mettere in evidenza l’antica strada romana al suo interno. Ormai i tempi sono maturi, visto che dagli anni ‘70 anche la storiografia dell’architettura di sinistra ha rivalutato, come é giusto che sia, il valore del complesso urbanistico, a prescindere dal momento storico della sua realizzazione. Elemento questo che, scelleratamente e stupidamente, ha determinato il lungo oblio dell’Oltremare. La Mostra, ancor oggi ricca di opere d’arte e di complessi edilizi pregiati che hanno trovato spazio nei più importanti testi di Architettura mondiali, è nel cuore dei cittadini napoletani e campani. Oltre ad essere, tutt’oggi, oggetto di studi e ricerche da parte del mondo accademico. Basti ricordare, ad esempio, la tesi di laurea di Marco Altore, giornalista professionista : “La regina del Mediterraneo. Napoli e la Mostra d’Oltremare”, discussa con lode nel 2017 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Inoltre, in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla nascita della Mostra (lo scorso anno) è stato anche pubblicato un intero contributo dalla rivista “Meridione Sud e Nord nel mondo”, a cura di Guido D’Agostino e Giulia Buffardi, ove troviamo commenti e ricostruzioni storiche scritte da esponenti della società civile e del mondo accademico. Studi recenti, dunque, che si aggiungono ad una infinita bibliografia dei maggiori critici d’arte, urbanisti, storici dell’Architettura di ogni parte del mondo. A testimonianza della grandezza dell’opera pubblica (costruita, come dicevamo, interamente in poco più di 2 anni) e delle sue finalità di volano economico-sociale per la capitale del Mezzogiorno, attraverso il nuovo assetto e la riqualificazione urbanistica del territorio urbano ad occidente della città.